Malgrado sia la Commissione europea a richiederlo come obiettivo inserito nel Pnrr il governo sta pensando a una nuovo proroga
Entro il 10 gennaio del 2024 tutti gli italiani dovranno passare dal mercato tutelato al mercato libero dell’energia elettrica. Con alcune eccezioni per le categorie più vulnerabili. Ma cosa c’è da sapere e soprattutto come si è arrivati alla completa liberalizzazione del mercato elettrico dopo anni di doppio binario mercato tutelato/mercato libero?
UNA POSSIBILE NUOVA PROROGA?
Innanzitutto occorre dire che la fine del mercato tutelato è tutto fuorché scontata. Malgrado sia la Commissione europea a richiederlo come obiettivo inserito nel Pnrr, sono anni che si procede di proroga in proroga. L’ultima è quella del dl Aiuti quater approvata a fine 2022 dal governo Meloni, che proprio in questi giorni ne sta valutando un’altra di 6 mesi all’interno di un decreto energia che dovrebbe vedere la luce proprio in questi giorni.
Ad annunciarlo è stato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin che ha parlato di un quadro di “incertezza geopolitica” che non dà sicurezza sui prezzi dell’energia. Il governo, perciò, vorrebbe scongiurare un rialzo dei prezzi dovuto all’ingente numero di ingressi sul mercato libero.
IL MERCATO TUTELATO HA GARANTITO QUASI SEMPRE PREZZI PIU BASSI DEL LIBERO
Non bisogna dimenticare, infatti, che eccetto l’ultimo trimestre del 2022, “quando con un aumento del 66% dell’elettricità nel mercato tutelato, i clienti del libero con un contratto fisso hanno pagato di meno, in tutti questi anni sono state le bollette del tutelato a risultare più convenienti, mentre per decreto è intervenuto il governo l’anno scorso per impedire alle compagnie del mercato libero di apportare delle modifiche unilaterali e aumentare i prezzi dei contratti fissi che erano diventati troppo vantaggiosi”, ha scritto il Fatto Quotidiano.
IL NUOVO DECRETO ENERGIA ALLO STUDIO DEL GOVERNO
Assieme al possibile nuovo slittamento nel decreto dovrebbero finire nel decreto anche la proroga dei bonus energia in bolletta che scadranno il 30 settembre (che un costo non di poco conto visto che ogni tre mesi servono tra i 2,5 e i 3 miliardi), le auto-candidature per il deposito nucleare e la definizione delle aree idonee per rinnovabili ed eolico offshore.
PROROGHE
Quella del Dl Aiuti quater di fine 2022 è stata solo l’ultima di una serie di proroghe che si susseguono dal 2015. Ma affondano le radici addirittura dal Decreto Bersani del 1999 che aveva il compito di superare il monopolio statale nel settore energetico. Procedendo in ordine di tempo, l’avvio della liberalizzazione del mercato elettrico venne varata da Matteo Renzi e Carlo Calenda otto anni fa. Le data dell’obbligo era stata prevista per il primo luglio 2019, rinviata poi all’anno successivo, quando il decreto Milleproroghe ha stabilito che i consumatori avrebbero avuto tempo fino al 31 dicembre 2023 per usufruire del mercato tutelato e decidere entro il 10 gennaio 2024 a quale operatore affidarsi
ANCHE ARERA AVEVA AUSPICATO UNO SLITTAMENTO
Supportati anche dall’Arera, nella Relazione al Parlamento di luglio scorso, la stessa Authority aveva auspicato uno slittamento dei termini per diverse ragioni non da ultima la difficoltà nel gestire le gare di assegnazione dei clienti domestici in così poco tempo. Nel caso in cui gli utenti non scelgano direttamente il fornitore, infatti, si terranno delle aste, dove è prevista anche una clausola sociale: chi si aggiudica il cliente, dovrà farsi carico anche di parte dei dipendenti della vecchia società che gestiva il servizio.
AUMENTA LO SWITCHING, 64,8% CLIENTI DOMESTICI HA SCELTO MERCATO LIBERO
Se andiamo a vedere i numeri dello switching, cioè di quanti sono passati dal mercato tutelato al libero, gli ultimi dati di Arera contenuti nella Relazione al Parlamento di luglio mostrano per il 2022 un numero di punti di prelievo domestici pari a 30,1 milioni, di cui 10,6 serviti in maggior tutela e 19,5 milioni nel mercato libero. I punti domestici serviti nel mercato libero sono ormai saliti al 64,8% (dato che aggiornato a marzo 2023 arriva al 69,3%).
SECONDO L’INDAGINE FACILE.IT SONO 9,5 MILIONI I CONSUMATORI DOMESTICI NEL TUTELATO
Secondo un’indagine di Facile.it, sono invece circa 9,5 milioni i consumatori domestici che ancora si trovano sul mercato tutelato per l’elettricità. Se non faranno il trasferimento in autonomia, la loro fornitura verrà assegnata d’ufficio e tramite asta ad un nuovo operatore. Del totale, però, sono stati quantificati a circa 4,5 milioni i clienti vulnerabili (cioè che probabilmente rimarranno fuori dal sistema delle aste perché non sceglieranno il mercato libero prima del termine). In merito ai consumi di gas, invece, sono ancora 6,9 milioni gli italiani attivi sul mercato tutelato.
I VOLUMI DEL MERCATO LIBERO
Se invece si guarda ai volumi, il mercato libero è ancor più ampio: sempre nel 2022, infatti, secondo i dati di Arera, l’energia acquistata dal settore domestico in questo mercato è salita al 68,5% dal 61% dell’anno precedente. I punti di prelievo domestici che si riforniscono nel servizio di maggior tutela sono ancora poco meno di un terzo del totale. Lo scorso anno la quota delle famiglie che acquistano l’elettricità nel mercato libero ha superato il 50% in tutte le regioni (nel 2021 mancava la Sardegna). Le regioni in cui più del 65% dei punti di prelievo domestici è servito nel libero sono otto, erano due nel 2021.
Lo switching delle famiglie è nuovamente cresciuto, sia in termini di punti di prelievo, sia in termini di volumi, avvicinandosi a quello delle utenze non domestiche. Il 17,9% dei clienti domestici – circa 5,3 milioni di punti di prelievo – ha cambiato fornitore almeno una volta nel corso dell’anno. Negli ultimi anni l’attività di switching delle famiglie ha confermato una certa accelerazione rispetto a un trend più modesto mantenuto sino al 2018.
SALE ANCHE IL NUMERO DEGLI OPERATORI
Anche nel 2022, il numero di operatori è salito, benché in misura minore rispetto agli ultimi anni per un totale di 560 venditori attivi. 15 imprese hanno avviato l’attività di vendita nel mercato libero elettrico: tra loro, molte sono società che erano già presenti nei mercati energetici con altre attività. Risultano 66 imprese aver cessato l’attività, un numero molto più ampio del passato perché include le molte operazioni di rettifica sulle attività di società che sono avvenute a seguito dell’entrata in operatività dell’Elenco dei soggetti abilitati alla vendita di energia elettrica ai clienti finali (EVE) del Ministero della transizione ecologica.