L’Ue sembra non voler cambiare il Trattato commerciale post Brexit sulle auto, perché?
L’Unione Europea rinvia a data da destinarsi i negoziati con il Regno Unito sulle nuove regole per il commercio di batterie e auto elettriche post Brexit. Le case automobilistiche sono contro la nuova tassa del 10% e il ministro del Commercio del Regno Unito sta facendo di tutto per convincere i leader europei a modificare il Trattato, ma potrebbe essere tempo sprecato.
IL TRATTATO UE-UK POST BREXIT CAMBIERÀ?
Il 1 gennaio 2024 entrerà in vigore il nuovo accordo commerciale tra Ue e Regno Unito, che introduce una tassa del 10% sul commercio dei veicoli elettrici che hanno componenti realizzati per la maggiore parte fuori da queste zone. Il cosiddetto “contenuto locale” intorno a cui ruota anche l’Inflation Reduction Act americano. Il ministro del commercio britannico, Kemi Badenoch, sta spingendo sui leader europei per mitigare gli effetti delle nuove regole commerciali post Brexit. I negoziati proseguono, dopo che i produttori di automobili inglesi ed europei hanno lanciato l’allarme riguardo i rischi per le vendite e la produzione.
L’ambasciatore dell’Unione Europea a Londra, Pedro Serrano, ha rivelato però che sarebbe difficile evitare l’entrata in vigore delle norme. Lo ha riferito a Politico una fonte vicina, sottolineando che secondo Serrano l’UE al momento non sarebbe intenzionata a cambiare il trattato.
Insomma, Bruxelles continua a tenere una linea dura e le parole di Serrano suggeriscono che non sarà possibile arrivare a una fumata bianca a breve, forse mai.
PERCHÉ L’UE SI METTE DI TRAVERSO?
La ragione per la quale l’Europa non vorrebbe cambiare il Trattato post Brexit potrebbe risiedere nella volontà di dare un’accelerazione alla nascita di catene di approvvigionamento comunitarie per materie prime e componenti, seguendo l’esempio dell’IRA americano. L’obiettivo sarebbe ottenere maggiore indipendenza rispetto alla Cina, principale esportatore di batterie per Ev al mondo.
Al tempo stesso, tassare le batterie e auto con componenti extra Ue e Uk permetterebbe di chiudere in parte le porte alle elettriche cinesi e americane, che al momento sono mediamente più economiche e competitive. Una strategia che si inserisce nel piano che prevede di accelerare le vendite di Ev in Ue, superando l’ostacolo del prezzo. I mercati in più rapida evoluzione sono quello francese e tedesco, dove nel 2022 le immatricolazioni di vetture a batteria hanno rappresentato rispettivamente il 13 e il 18%. I due Paesi negli ultimi anni hanno messo in campo politiche che favoriscono gli acquisti di Ev da parte delle fasce di popolazione meno abbienti. Incentivi all’acquisto, limiti di prezzo, leasing sociale e altre tipologie stanno contribuendo a rendere le BEV vetture più accessibili.
IL TEMPO STRINGE
Diversi grandi produttori come Stellantis, Nissan e Ford hanno già programmato il numero di vetture da produrre e inviare in Regno Unito, altre lo faranno a breve.
Mike Hawes, amministratore delegato del gruppo di lobby automobilistica britannica la Society of Motor Manufacturers and Traders (SMMT), ha sottolineato che la pianificazione del prodotto avviene “sei mesi più in anticipo,” quindi prima del 1 luglio, e il problema deve essere “risolto urgentemente” e “certamente prima di entrare in qualsiasi tipo di pausa estiva”.
“Non possiamo permetterci di avere un accordo dell’ultimo minuto 31 dicembre, perché le imprese hanno bisogno di pianificare i propri volumi,” ha aggiunto Mike Hawes.