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Isab

Perché Lukoil è interessata al pignoramento dell’Isab di Priolo e a cosa punta

Dietro il pignoramento dell’Isab di Priolo si dovrebbe celare l’ombra di Lukoil. Qual è il piano del colosso russo?

A cosa mira Lukoil per la Isab di Priolo in vista del pignoramento dello stabilimento? Dietro la sanzione decisa dal Tribunale di Milano pare ci sia l’ex proprietario, vale a dire l’azienda petrolifera russa sfrattata in fretta e furia dal Governo nel 2023. Che nel frattempo, ha accettato l’offerta del gruppo svizzero Gunvor per la vendita di tutti i propri asset internazionali, in un’operazione che riguarda asset in cinquanta Paesi. E se presto diventassero cinquantuno?

I PIANI DI LUKOIL PER ISAB DI PRIOLO

Più che un’azione casuale di recupero, il pignoramento di Isab di Priolo da parte di Litasco sembra un tentativo di Lukoil di non perdere la sua influenza su un’infrastruttura strategica. Infatti, Litasco è la società svizzera di trading petrolifero, controllata al 100% dal colosso russo, che ha gestito la cessione della raffineria.

L’ex proprietario, attraverso il suo trading arm, starebbe tentando di mantenere una leva finanziaria sull’asset o forzare una vendita coatta, aggirando di fatto lo spirito delle sanzioni e del Golden Power. Una tesi sostenuta, in particolare, dall’avvocato siracusano che da anni segue le sorti della raffineria, Corrado Giuliano, intervistato da La Civetta di Minerva.

LUKOIL VENDE TUTTO A GUNVOR

Quello che sembra invece chiaro è che Lukoil non vuole perdere un altro asset nazionale strategico, proprio mentre cerca di raccogliere i cocci. Infatti, le nuove sanzioni americane hanno spinto il colosso russo ad accettare l’offerta del gruppo svizzero Gunvor di vendere tutti i propri asset internazionali ad un prezzo scontato del 20-30 per cento, stando alle poche informazioni sull’accordo. Una scelta quasi obbligata, dopo che gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni su Lukoil, ma anche su Rosneft e le relative sussidiarie.

GUNVOR E MOSCA, E’ RITORNO DI FIAMMA?

Il gruppo che diventerà proprietario degli asset di Lukoil in cinquanta Paesi è cipriota, ma conosce bene il russo. Infatti, è stato fondato nel 2000 dal miliardario svedese Torbjörn Törnqvist, oggi amministratore delegato, e da Gennady Timchenko, figura vicinissima a Vladimir Putin. Per anni, Gunvor è stata la maggiore rivenditrice sui mercati del petrolio russo, ma nel 2014 ha avviato un processo di distanziamento da Mosca che ha portato Timchenko a vendere la sua quota del 43,5 per cento a Törnqvist. Le sanzioni americane e l’Isab di Priolo, però, potrebbero riavvicinare i due ex amici che l’invasione della Crimea ha separato.

IL MISTERO DELLA CENTRALE ELETTRICA DI ISAB

Il destino dell’Isab di Priolo sembra dunque sempre più fumoso. Negli ultimi mesi Energia Oltre ha approfondito l’indiscrezione della possibile cessione della centrale elettrica nel complesso industriale della raffineria. Qual è l’unico acquirente che avrebbe manifestato il suo interesse all’acquisto parziale? Gunvor. Una notizia non confermata, ma neanche smentita dal gruppo, contattato da Energia Oltre. Non è da escludere, quindi, che l’Italia possa essere il cinquantunesimo Paese in cui Lukoil cede i suoi asset alla società cipriota.

IL RUOLO DEL GOVERNO NELLA CRISI DI ISAB

Il Governo ha un ruolo centrale nella crisi dell’Isab di Priolo, secondo l’avvocato Giuliano. La fretta di cedere lo stabilimento per ridurre formalmente l’influenza russa avrebbe esposto la raffineria alle conseguenze di dispute commerciali. Il “peccato capitale” sarebbe la mancata imposizione, come condizione di Golden Power, dell’estinzione o della garanzia statale del debito commerciale verso Litasco. Questa mancanza avrebbe permesso a Lukoil/Litasco di trasformarsi da proprietari a creditori strategici destabilizzanti.

“La vulnerabilità attuale di Isab è a mio avviso il risultato della fragilità finanziaria di GOI Energy e delle manovre strategiche di Litasco. Il Governo si avvalse della sua vasta discrezionalità per approvare la cessione, concentrandosi sull’allontanamento formale dell’influenza russa. Tuttavia, l’applicazione di un potere così ampio non è stata accompagnata da una prudenza finanziaria adeguata”, ha aggiunto l’avvocato Giuliano.

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