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Perché negli USA il mercato del GNL è cresciuto così in fretta

I piani e le previsioni dell’industria statunitense del GNL si basano sul presupposto di una crescita continua e robusta sia dall’Europa che dall’Asia

L’anno scorso, gli Stati Uniti hanno scavalcato il Qatar e l’Australia come maggior esportatore mondiale di gas naturale liquefatto (GNL). Ciò è stato possibile grazie all’aumento della domanda di GNL dall’Europa, che cercava urgentemente un’alternativa alla fornitura di gas russo.

Dopo un anno così eccezionale per i produttori statunitensi di GNL, nonostante l’interruzione di mesi dell’impianto di Freeport, in Texas – che ha influito sul volume totale esportato – era prevedibile che l’industria avesse dei seri piani di crescita della capacità.

Tre nuovi impianti di produzione GNL potrebbero prendere le loro decisioni finali di investimento già quest’anno. Entro il 2027, gli Stati Uniti potrebbero avere una capacità di 169 milioni di tonnellate, superando il Qatar, che sta espandendo la propria capacità in questo momento, puntando a 110 milioni di tonnellate entro lo stesso anno.

LA DOMANDA DI GNL IN EUROPA E LE RIPERCUSSIONI SUL MERCATO GLOBALE

Va ricordato, però, che nel settore dell’energia non vi è nulla di certo. I piani e le previsioni dell’industria statunitense del GNL si basano sul presupposto di una crescita continua e robusta sia dall’Europa che dall’Asia. Tuttavia, anche prima che la maggior parte di questa nuova capacità inizi ad essere costruita, emergono delle preoccupazioni per le minacce di fonti energetiche alternative a basse emissioni di carbonio e per l’affidabilità stessa dell’approvvigionamento globale di GNL.

Gli analisti di recente hanno avvertito che, se tutti gli impianti di produzione di GNL proposti verranno costruiti, entro il 2030 la capacità globale potrebbe aumentare del 67%, a 636 milioni di tonnellate all’anno. Questo, secondo l’agenzia Reuters, potrebbe portare alla saturazione del mercato e far scendere i prezzi.

Alla luce delle carenze di elettricità e dei conseguenti blackout che il Pakistan, ad esempio, ha vissuto lo scorso anno a causa dei prezzi proibitivi del GNL per l’insaziabile domanda europea, un futuro con prezzi bassi non sarebbe una cosa così negativa per tutti. Considerando le ambizioni delle compagnie energetiche di entrare nel mercato GNL proprio a causa dei prezzi del 2022, è improbabile che la saturazione del mercato venga apprezzata ovunque.

Per quanto riguarda la concorrenza delle fonti a basse emissioni di carbonio, il timore per il momento è più facile da accantonare, visto che i costi sia dell’eolico che del solare sono aumentati notevolmente, gettando un’ombra sull’ipotesi che siano e saranno sempre la fonte a minor costo di energia. Basti pensare che gli Stati Uniti e l’Unione europea sono bloccati in una corsa ai sussidi che punta molto proprio su queste due  fonti di energia.

LE PROSPETTIVE DEL GNL NEL BREVE PERIODO

Il futuro immediato del GNL sembra abbastanza certo. Secondo Refinitiv, quest’anno le importazioni in Europa e Turchia aumenteranno del 10% rispetto ai volumi record dello scorso anno, per raggiungere un altro livello record di circa 190 miliardi di metri cubi. Fin qui tutto bene. Tuttavia, guardando un po’ più avanti nel futuro, sempre con l’ipotesi di una forte crescita delle rinnovabili, secondo alcuni in Germania questo record potrebbe verificarsi una tantum. Di recente l’amministratore delegato di RWE, Markus Krebber, ha avvertito che parte della capacità di importazione di GNL che si sta sviluppando nel Paese potrebbe finire per essere inutilizzata. “Può darsi che i terminal GNL non siano completamente utilizzati, ma ne abbiamo bisogno come premio assicurativo”, ha dichiarato Krebber ai media tedeschi ad inizio marzo.

È interessante notare che Krebber ha detto che la Russia sta ancora fornendo gas naturale alla Germania per obblighi contrattuali, però non attraverso il gasdotto Nord Stream – che nel settembre scorso è stato sabotato – ma attraverso l’Ucraina. Questo nonostante le assicurazioni dei leader tedeschi secondo cui il Paese si è ormai liberato con successo del petrolio e del gas russi.

Comunque sia, non c’è dubbio che la domanda di GNL rimarrà robusta, almeno nel medio termine. E, se il tema delle rinnovabili a basso costo verrà smentito, anche nel lungo termine. E questo è il momento in cui l’affidabilità dell’offerta globale di GNL potrebbe iniziare a raccogliere più attenzione della domanda.

LA QUESTIONE DELLA MANUTENZIONE DEI TERMINAL GNL

Come ha recentemente notato la società di analisi energetica Kayrros, “l’approvvigionamento di GNL è intrinsecamente soggetto a interruzioni. Gli incidenti e la manutenzione non pianificata sono un evento comune nei terminal GNL di tutto il mondo e uno dei principali fattori di volatilità del mercato”. La società ha riferito che il 32% degli impianti di produzione globali di GNL, pari al 55% della fornitura globale, subisce interruzioni non pianificate oltre 5 volte l’anno, con una durata media dell’interruzione di 90 giorni.

Teoricamente, questo non è ciò che si potrebbe definire affidabile, soprattutto in vista della domanda futura, che è considerata notevolmente superiore alla domanda attuale. Ci sono poi anche i ritardi e il superamento dei costi degli impianti futuri. La maggior parte dei progetti di GNL su larga scala nel mondo ha subito notevoli ritardi e massicci superamenti dei costi. Con un mondo che chiede più GNL, questo potrebbe diventare un problema.

È probabile che la soluzione a questo problema sia la stessa soluzione al problema del prezzo del GNL, che ha fatto precipitare il Pakistan in seri blackout: il carbone. Quando il carburante più pulito non è disponibile, per qualsiasi motivo, i consumatori tendono a ricorrere all’alternativa più economica, anche se più sporca, piuttosto che a quella più pulita, anch’essa presumibilmente più economica ma più complicata da costruire. Sia che ci sarà un eccesso di GNL o una penuria prolungata, il futuro di quel combustibile sarà sicuramente interessante.

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