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Russia

Sfide senza precedenti attendono chi esporta petrolio e gas

Negli anni a venire sarà questo il trend secondo un nuovo studio dell’Agenzia internazionale per l’energia. Riforme e diversificazione saranno vitali per le loro economie e per i mercati globali dell’energia.

I grandi esportatori di petrolio e gas hanno attraversato molti sconvolgimenti negli ultimi decenni, ma un rinnovato impegno per le riforme e la diversificazione economica sarà di vitale importanza per far fronte alle mutevoli dinamiche dell’energia globale. Ciò include anche l’aumento della produzione da nuove fonti come lo shale, le incertezze sul ritmo di crescita della domanda di petrolio e lo sviluppo di nuove tecnologie energetiche, secondo un nuovo rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia dal titolo “Outlook for Producer Economies”.

LA VOLATILITÀ DEI PREZZI PETROLIFERI HA MESSO IN RILIEVO LE DEBOLEZZE STRUTTURALI DEI PRINCIPALI PAESI ESPORTATORI

L’analisi, dell’Aie ha esaminato sei economie dipendenti dalle risorse fossili e che sono pilastri dell’approvvigionamento energetico globale: Iraq, Nigeria, Nigeria, Russia, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Venezuela. E ha valutato come potrebbero arrivare al 2040 in una varietà di scenari politici e di prezzo. Le montagne russe dei prezzi del petrolio nell’ultimo decennio hanno messo in netto rilievo, infatti, “le debolezze strutturali di molti dei principali esportatori. Dal 2014, l’utile netto disponibile per il petrolio e il gas è diminuito dal 40% (nel caso dell’Iraq) al 70% (nel caso del Venezuela), con conseguenze di ampia portata sui risultati economici – ha sottolineato Aie -. La volatilità dei proventi degli idrocarburi presenta dilemmi importanti per i paesi i cui bilanci dipendono dalle fonti fossili, soprattutto se le loro economie e le loro finanze non sono resilienti”. Secondo la relazione Aie, le modalità attraverso cui i paesi produttori guideranno la trasformazione economica “può avere importanti implicazioni per i mercati dell’energia, gli obiettivi ambientali globali e la sicurezza energetica”.

PREZZI DEL PETROLIO ALTI SONO UNA SPADA A DOPPIO TAGLIO

La relazione dell’Agenzia internazionale per l’energia giunge in un momento di prezzi elevati del petrolio, che rappresentano, tuttavia, una spada a doppio taglio: “Maggiori entrate forniscono i mezzi per le riforme, ma possono anche ridurre la loro urgenza. Malgrado ciò, come si è visto in passato, l’aumento dei prezzi dell’energia incoraggia la produzione altrove, accelerando al contempo i cambiamenti strutturali della domanda, che incidono sui mercati a lungo termine dei produttori”.

BIROL (AIE): SENZA RIFORME RISCHI PER LE ECONOMIE DEI PRODUTTORI E PER I MERCATI GLOBALI

“Più che in qualsiasi altro momento della storia recente, i cambiamenti fondamentali del modello di sviluppo dei paesi ricchi di risorse sembrano inevitabili – ha detto Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Aie in una nota -. È essenziale portare a termine le annunciate iniziative di riforma, poiché la mancata adozione di misure adeguate aggraverebbe i rischi futuri per le economie dei produttori e per i mercati globali”.

STARE FERMI NON È UN’OPZIONE

Alcuni dei maggiori produttori mondiali sono sottoposti a forti pressioni a causa del crescente numero di giovani che entrano a far parte della forza lavoro. “Più del 50% della popolazione che vive in tutto il Medio Oriente ha meno di 30 anni – osserva l’Aie -; in Nigeria la percentuale è superiore al 70%. In molti grandi paesi produttori, il reddito da petrolio e gas non sarà sufficiente a soddisfare le esigenze di queste popolazioni in crescita, anche in scenari in cui la domanda di petrolio continuerà a crescere fino al 2040 e con prezzi relativamente solidi”. Che cosa possono fare le economie dei produttori per prepararsi a questa gamma di possibili futuri? Secondo l’Aie “un compito centrale è sviluppare economie più diversificate e dinamiche che siano meno dipendenti dalle entrate di petrolio e gas. La tendenza a creare con queste entrate posti di lavoro relativamente improduttivi nel settore pubblico aiuta a spiegare perché la produttività del lavoro nelle principali economie di produzione in Medio Oriente e Nord Africa (MENA) è scesa al di sotto di quella dei loro coetanei, in alcuni casi addirittura inferiore ai livelli in 1970”.

SEI RACCOMANDAZIONI PER I PAESI PRODUTTORI

Il settore energetico ha un ruolo importante da svolgere nel programma di riforma, spiega l’Agenzia internazionale per l’energia, che esorta i paesi produttori a concentrarsi su sei punti chiave: “Catturare più valore interno dagli idrocarburi, ad esempio attraverso i prodotti petrolchimici; utilizzare il gas naturale come mezzo per sostenere una crescita diversificata; sfruttare l’ampio ma sottoutilizzato potenziale per le energie rinnovabili, specialmente il solare; eliminare gradualmente le sovvenzioni che incoraggiano gli sprechi di consumo; garantire investimenti sufficienti a monte (la capacità di mantenere i proventi del petrolio e del gas a livelli ragionevoli è vitale per la stabilità economica); e svolgere un ruolo nello sviluppo di nuove tecnologie energetiche, come la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio del carbonio”.

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