Che cosa pensano il M5S, Azione, Italia Viva, +Europa, Avs e Partito Democratico sul Vertice Italia-Africa di oggi dove Meloni e il governo hanno presentato il Piano Mattei con 23 capi di Stato, vertici europei e internazionali
I rapporti Italia-Africa come ponte per una nuova cooperazione. Con questo spirito oggi al Senato si è svolta la giornata clou della due giorni voluta da Giorgia Meloni per presentare il Piano Mattei annunciato lo scorso anno. 5,5 miliardi di euro di partenza per avviare progetti in materia migratoria, educativa, energetica e infrastrutturale. Foto-opportunity, dichiarazioni, annunci si sono susseguite sin da ieri sera e proseguiranno fino all’ora di cena di oggi. Ma se lato governo quella di oggi è una giornata da celebrare per far vedere che finalmente cambiano le relazioni italo-africane, dalle opposizioni sono arrivate solo pesanti critiche.
CHE COSA PENSA IL PD DEL PIANO MATTEI
Come si ricorderà, il Piano Mattei era stato approvato dal Parlamento già lo scorso dieci gennaio. Cominciando dal primo partito d’opposizione, il Partito Democratico, per Peppe Provenzano – responsabile Esteri, Europa e cooperazione internazionale nella segreteria nazionale del Pd – quello Mattei “non è un Piano. Mancano schede, progetti, risultati attesi. E soprattutto risorse. Qui non c’è un euro in più, ma fondi già esistenti, da cui vengono esclusi i protagonisti della cooperazione sia in Italia che in Africa, come ha ricordato il Presidente dell’Unione africana. Quello vero”.
Parlando ieri a Sky Agenda, il presidente dei senatori Pd, Francesco Boccia, aveva detto che “quando un Paese come l’Italia si confronta con i capi di Stato e ministri del contenente africano è sempre importante. L’impressione che abbiamo, però, è che il piano Mattei ora come ora sia una scatola vuota e che il governo si stia muovendo più attraverso annunci che con una concreta ed efficace politica estera. Il tema è il solito, e riguarda il rapporto con i partner europei. Non può essere l’Italia da sola a gestire il rapporto c con l’Africa. E il problema è che il governo Meloni in Europa è spesso ai margini”.
LE CRITICHE DEL M5S
Vittoria Baldino, vicecapogruppo M5S a Montecitorio, ospite a L`Aria che Tira su La7, ha detto che “il Piano Mattei è un`operazione mediatica, una messa in scena in piena regola da parte di chi sul tema immigrazione si è giocata tutta la carriera politica e oggi da Presidente del Consiglio è in estrema difficoltà. In un anno di governo, Meloni non ha saputo gestire gli sbarchi irregolari e si è fermata alla propaganda di inconsistenti accordi come quelli con l`Albania e la Tunisia. Nella sostanza il Piano Mattei non esiste, c`è solo una cornice”.
“Difficile dire poi – ha aggiunto – se riempito di contenuti sia efficace. Diversi infatti sono i nodi irrisolti: per esempio da dove verranno prese le già insufficienti risorse dedicate? Oggi si parla di circa 5 miliardi che verranno attinte dal fondo per il clima, e già questo fa rabbrividire e dal fondo per la cooperazione allo sviluppo su cui il governo ha disinvestito”.
“Vogliamo poi affrontare il problema reale che attanaglia i Paesi africani ovvero l`enorme debito estero?”, rilancia Baldino, che poi sottolinea: “Se l`Unione Europea non partecipa a pieno regime, andando oltre la foto opportunity, siamo davanti ad un piano autarchico. E il ruolo dell`Ue è importante se consideriamo che Orban si oppone alla revisione del bilancio europeo nella parte dedicata alla cooperazione allo sviluppo e all`immigrazione”.
“Una moratoria sul debito dei Paesi africani potrebbe essere una soluzione sul campo – ha chiosato infine Baldino – non va dimenticato che chi scappa dai Paesi africani lo fa oltre che per la corruzione e la guerra anche perché quei Paesi non riescono a garantire un’ adeguata spesa pubblica su istruzione, sanità, welfare dovendo ripagare gli interessi sul debito”.
In una nota, invece, i parlamentari del Movimento 5 Stelle delle commissioni Esteri di Camera e Senato hanno detto che “con l’ennesimo show propagandistico la Meloni ha finalmente svelato in pompa magna il suo Piano Mattei al presidente dell’Unione Africana – quello con cui credeva di parlare nello scherzo telefonico dei comici russi – e a tutti i leader africani. Una messa in scena dietro la quale ci sono solo solo progetti annunciati e senza fondi adeguati. Altro che sviluppo sostenibile e contrasto alle cause dell’immigrazione: l’obiettivo concreto e’ lo sfruttamento delle risorse naturali africane – petrolio, gas e materie prime – il che produce impatto climatico, corruzione, poverta’, instabilita’, conflitti e in definitiva aumento dei flussi migratori. Una vera novita’ per il continente piu’ sfruttato del pianeta, che invece avrebbe urgente bisogno di un’azione globale per la riduzione del debito, che e’ triplicato negli ultimi 15 anni soffocando lo sviluppo dell’Africa e mandando in default un Paese dopo l’altro”.
Infine, “se si vuole fare qualcosa di immediato per arginare i flussi migratori illegali dall’Africa, si riporti la pace nei Paesi africani devastati da conflitti dimenticati – come quelli in Sudan e in Etiopia – che provocano milioni di profughi disperati che poi cercano la salvezza qui da noi”.
Per Mario Turco, vicepresidente del M5S e coordinatore del comitato Economia, lavoro e imprese “nella permanente televendita meloniana, oggi abbiamo addirittura dovuto ascoltare dal Governo che il Piano Mattei avrebbe lo spirito di un Piano Marshall europeo per l`Africa. Nella gara a chi la spara più grossa, certamente oggi è una data da segnare in calendario. Si annuncia un programma di investimenti in Africa senza alcun effettivo stanziamento di risorse. Il tutto mentre non si riesce a spendere quasi nulla dell`unico vero piano europeo di investimenti, ovvero il Pnrr, che nonostante tagli indiscriminati e fumose rimodulazioni ancora oggi vede speso poco più del 7% delle risorse a valere sul 2023. Con queste premesse, figuriamoci cosa potrebbe fare la Meloni con il suddetto Piano Mattei-Marshall per l`Africa. La realtà è che il fantomatico Piano Mattei è una colossale arma di distrazione di massa, azionata da Meloni & Co. per non assumersi la responsabilità della crescita zero inflitta al Paese; del debito pubblico in aumento a causa delle farlocche previsioni di crescita del Pil; dei 10 mesi consecutivi di crollo della produzione industriale; del -5,8% fatto segnare dagli investimenti fissi lordi delle imprese nei primi tre trimestri del 2023; del -1,2% fatto segnare dal potere d`acquisto delle famiglie nello stesso periodo; del fallimento del Carrello tricolore, con un +9,8% dei prezzi dei beni alimentari rilevato dall’Istat, addirittura in aumento rispetto al 2022; della penosa marcia indietro sulla tassa sugli extraprofitti bancari, altro fallimento macroscopico della narrazione muscolare di Fdi e Lega;
di un Pacco di stabilità che l`Italia ha subìto passivamente dalla Germania mostrando una subalternità così arrendevole da polverizzare tutte le altre narrazioni patriottiche di cui Giorgia Meloni ha imbottito la testa degli italiani. Prima di fare altri annunci e di perdere altro tempo, la Meloni dovrebbe provare a fornire soluzioni ai problemi degli italiani”.
BONELLI E FRATOIANNI (AVS): IL PIANO MATTEI E’ IL PIANO ENI-MELONI
Per Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, Alleanza Verdi-Sinistra, il Piano Mattei è in realtà un piano Eni-Meloni. “E’ qualcun altro a decidere il futuro dell’Africa”, hanno detto in una conferenza stampa.
“Meloni ha detto che saranno individuati 5,5 mld di euro: 3 dai fondi italiani per il clima e 2,5 dai fondi per lo sviluppo. C’è un aspetto di non poco conto che riguarda gli accordi internazionali sul clima. Meloni ha detto che l’Italia potrà diventare un hub dell’energia. Sappiamo quali sono gli interessi in gioco. Ma il fondo italiano per il clima non prevede di utilizzare i fondi per prendere il gas in Africa. Noi daremo battaglia”.
Inoltre, ha aggiunto Bonelli, “c’è il progetto di trasformare milioni di ettari in coltivazioni di biocarburanti, in paesi come il Congo dove la mortalità per fame è altissima. E’ un modello predatorio a cui ci opponiamo”.
L’EX TERZO POLO SI UNISCE ALMENO SUL PIANO MATTEI
Vicine ma distanti le posizioni di Azione, +Europa e Italia Viva. ”Il Piano Mattei è solo un titolo, la prima pagina del libro vuoto di questo anno e mezzo di governo Meloni. Il vertice Italia-Africa sarà solo una passerella, buona per la stampa di regime ma del tutto inutile per i Paesi africani”, ha affermato Riccardo Magi segretario di +Europa.
Per Davide Faraone, capogruppo di Iv alla Camera, “tanta propaganda e niente di concreto. Questo vertice con tutti i paesi africani – ha detto a Rainews – può voler dire tutto e nulla: finora sull’Africa, da parte del governo, abbiamo ascoltato prevalentemente slogan”. E ancora: “Le relazioni dell’Europa con l’Africa sono senza dubbio importanti. L’Africa è un continente che si sta arricchendo, ha una classe media di 330milioni di persone e una popolazione giovane. Eppure, finora ci si è limitati a considerare che l’unico aspetto da prendere in considerazione sia il problema migratorio. Bisogna invece costruire, come Europa, delle sinergie strategiche per non lasciare il campo a Russia e Cina. E in questo senso l’Italia può rappresentare un ponte importantissimo. Va anche detto che il Piano Mattei, l’unica cosa fatta dal governo, non l’ha capito nemmeno la Meloni: di fatto, non è che un ufficio di gabinetto in cui piazzare qualcuno. E presentarsi alla conferenza con i paesi africani senza uno straccio di idea in mano è un limite”.
Per Carlo Calenda, segretario di Azione, “il Piano Mattei non esiste. Leggiamo le carte. Noi siamo obiettivi con il governo. Io penso che l’incontro di oggi sia positivo, è una cosa importante – ha detto in conferenza stampa alla Camera dei deputati accogliendo Elena Bonetti e Ettore Rosato dopo l’addio a Iv. Dobbiamo avere buoni rapporti con i governi africani, dobbiamo investire, però il piano Mattei si può votare quando si capisce quanti soldi ci metti e su quai iniziative, sennò è tutto comunicazione, che capisco sia appassionante sotto le Europee, ma relativamente”.
“Quella di oggi è una giornata utile perché dobbiamo avere rapporti stretti con l’Africa” ma “il piano Mattei non esiste, non c’è, non ci sono soldi. Gli stanziamenti di cui parla Meloni sono in parte quelli già fatti dall’Ue con il contributo italiano. Non sono dell’idea che sia di alcuna utilità raccontare una cosa che non c’è”, ha ribadito Calenda ospite di L’Aria che Tira su La7.
TUTTE LE FALLE DEL DISCORSO DI GIORGIA MELONI SUL PIANO MATTEI, SECONDO ECCO
Il think tank climatico Ecco, infine, ha analizzato il discorso di Giorgia Meloni. Ecco cosa ne è venuto fuori:
“Il discorso di apertura del Summit della Presidente Giorgia Meloni ribadisce la centralità del Continente africano nella politica estera italiana e la chiara volontà di dare un segnale politico forte a livello internazionale, trasformando quella che era una conferenza interministeriale in un Summit ai più alti livelli. “Gli interventi della Presidente Meloni e del Ministro degli Esteri Tajani non hanno fornito molte informazioni sugli aspetti concreti del Piano Mattei, limitandosi a confermare le indicazioni ampiamente sostenute negli ultimi mesi sull’approccio paritario e non predatorio. Rimane ancora incertezza sull’implementazione del Piano e forte ambiguità su clima ed energia. Un aspetto rilevante del Summit è l’esclusione tra i partecipanti dei rappresentanti della società civile africana. Società civile che si è dimostrata compatta nelle sue richieste nella lettera inviata i giorni scorsi al Presidente Sergio Mattarella e al Governo.
Silvia Francescon, Senior expert di politica estera del think tank ECCO ha detto: “La partecipazione dei leader africani è andata oltre le aspettative. Tuttavia, affinché il Piano Mattei sia davvero innovativo e inclusivo ci aspettiamo un’apertura verso la società civile italiana e africana, assente oggi dal Summit. Clima e energia si confermano pilastro centrale del Piano, ma rimangono diverse ambiguità. Manca inoltre un chiaro riferimento agli impegni internazionali sul clima, ribaditi dal Governo italiano anche in occasione dell’ultima COP28 di Dubai. Un’opportunità persa se gli obiettivi del Piano non si allineeranno agli impegni sul clima e alle opportunità della transizione. Attendiamo il termine del Summit e maggiori dettagli per comprendere appieno la proposta italiana che al momento rimane ancora fortemente ambigua”.