Alla conferenza stampa di fine anno Meloni ha annunciato la volontà di presentare il Piano Mattei dettagliato durante la Conferenza Italia-Africa slittata da novembre al 28-29 gennaio
È arrivato il via libera definitivo della Camera al Piano Mattei dopo il disco verde già arrivato dal Senato dopo che ieri le opposizioni si erano viste bocciare un pacchetto di 70 emendamenti proposti al testo. I voti favorevoli sono stati 169. i contrari 119, gli astenuti 3.
UN MODELLO DI “GOVERNANCE” PER L’AFRICA
In sostanza si tratta di un modello di governance per gestire i progetti per e con l’Africa ancora per la maggior parte top secret, sul modello di quanto avvenuto con il Pnrr. L’obiettivo è “la collaborazione dell’Italia con Stati del Continente africano” per garantire “la costruzione di un nuovo partenariato”, “volto a promuovere uno sviluppo comune, sostenibile e duraturo, nella dimensione politica, economica, sociale, culturale e di sicurezza”. Il Piano Mattei favorisce inoltre “la condivisione e la partecipazione degli Stati africani interessati all’individuazione, alla definizione e all’attuazione degli interventi previsti dal Piano, nonché l’impegno compartecipato alla stabilità e alla sicurezza regionali e globali”.
SETTE ARTICOLI CHE ISTITUISCONO CABINA DI REGIA E STRUTTURA DI MISSIONE
In sette articoli, il decreto istituisce innanzitutto un’apposita cabina di regia presieduta dalla premier Giorgia Meloni con il ministro degli Esteri Antonio Tajani come vicepresidente, e composta “dagli altri ministri” e da una serie di altri soggetti (Regioni, Ice, Cdp, Sace, Simest). Della cabina di regia fanno altresì parte rappresentanti di imprese a partecipazione pubblica, del sistema dell’università e della ricerca, della società civile e del terzo settore, rappresentanti di enti pubblici o privati, esperti nelle materie trattate, individuati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri”, si legge nel testo del provvedimento.
Su delega del Presidente, “la Cabina di regia è convocata e presieduta dal vicepresidente” e ha come compiti quelli di coordinare “nel quadro della tutela e promozione degli interessi nazionali, le attività di collaborazione tra Italia e Stati del Continente africano svolte, nell’ambito delle rispettive competenze, dalle amministrazioni pubbliche ad essa partecipanti”; ma anche di finalizzare il Piano Mattei e “i relativi aggiornamenti”, di monitorarne l’attuazione, di approvare la relazione annuale al Parlamento, di promuovere il coordinamento tra i diversi livelli di governo, gli enti pubblici nazionali e territoriali e ogni altro soggetto pubblico e privato interessato e di promuovere anche le iniziative finalizzate all’accesso a risorse messe a disposizione dall’Unione europea e da organizzazioni internazionali; infine di coordinare le iniziative di comunicazione relative all’attuazione del Piano Mattei.
LA NUOVA STRUTTURA DI MISSIONE
Viene inoltre istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri “una struttura di missione, alla quale è preposto un coordinatore, articolata in due uffici di livello dirigenziale generale, compreso quello del coordinatore, e in due uffici di livello dirigenziale non generale. Il coordinatore è individuato tra gli appartenenti alla carriera diplomatica”, precisa il testo. Per quanto riguarda i compiti la struttura di missione “a) assicura supporto al Presidente del Consiglio dei Ministri per l’esercizio delle funzioni di indirizzo e coordinamento dell’azione strategica del Governo relativamente all’attuazione del Piano Mattei e ai suoi aggiornamenti; b) assicura supporto al presidente e al vicepresidente della Cabina di regia nell’esercizio delle funzioni previste; c) cura il segretariato della Cabina di regia; d) predispone la relazione annuale al Parlamento”.
La Struttura, assicurano fonti di governo, “si sta finalizzando” in queste ore, sotto la supervisione del consigliere diplomatico di Meloni, Fabrizio Saggio, ex ambasciatore in Tunisia subentrato a dicembre al dimissionario Francesco Maria Talò”, riporta il quotidiano Il Sole 24 Ore.
“Il Comitato per la legislazione di Montecitorio, nel dossier sul provvedimento, aveva evidenziato l’opportunità di ‘individuare i ministri coinvolti’ nella cabina di regia, cosi come di esplicitare la durata in carica della Struttura. Perché, a differenza di quella per il Pnr e dell’altra sulle Zes che hanno un termine, questa ‘appare avere carattere permanente’. Suggerimenti non raccolti”, ha spiegato però il quotidiano di Confindustria.
ENTRO IL 30 GIUGNO DI OGNI ANNO UNA RELAZIONE ALLE CAMERE
Infine, “entro il 30 giugno di ciascun anno, il Governo trasmette alle Camere una relazione sullo stato di attuazione del Piano, previa approvazione da parte della Cabina di regia. La relazione indica altresì le misure volte a migliorare l’attuazione del Piano Mattei e ad accrescere l’efficacia dei relativi interventi rispetto agli obiettivi perseguiti”.
PER IL VARO DEL PIANO VERO E PROPRIO SI ASPETTA LA CONFERENZA ITALIA-AFRICA DEL 28-29 GENNAIO
“Il Piano vero e proprio, con il dettaglio delle priorità d’azione, dovrà essere varato con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, previo parere delle commissioni parlamentari competenti. Il decreto si limita a indicare i settori in cui le collaborazioni potranno essere avviate. (…) Alla conferenza stampa di fine anno Meloni ha negato che il Piano sia ancora un guscio vuoto e annunciato la volontà di presentarlo alla Conferenza Italia-Africa slittata da novembre al 28-29 gennaio. Pochi giorni per alzare il sipario. Sui progetti e sulle risorse realmente in pista”, si legge nell’articolo del Sole 24 Ore.