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Gas

Pistelli (Eni): Per Italia ed Europa vi sono alternative più economiche da realizzare in tempi più brevi di EastMed

Sul tema dei pagamenti gas “siamo da settimane in contatto con il governo e l’Europa e abbiamo valutato tutte le novità che escono dalla Commissione europea e sulla base di questo raccordo prenderemo decisioni compliance con il quadro sanzioni esistente”

EastMed? Potrebbero esserci alternative più economiche e in tempi più brevi per Europa e Italia. Il giudizio arriva dal direttore di Eni Lapo Pistelli, ascoltato alla Camera sul tema della pipeline che si vorrebbe realizzare tra il bacino del Mediterraneo Orientale e il nostro paese per portare le risorse dell’area nel Vecchio Continente.

ENI NON INTERESSATA DIRETTAMENTE A EASTMED

“Così come Eni non è coinvolta in Tap così l’EastMed non è mai stata parte dei progetti di Eni come azienda. Abbiamo una posizione importante nel bacino ma non siamo mai stati coinvolti. Siamo il principale operatore nel Mediterraneo Orientale composto in gran parte da risorse egiziane, non abbiamo interessi nell’offshore israeliano, abbiamo in corso alcune esplorazioni tra Cipro e Libano ma siamo di fronte a delle scoperte o a delle ipotesi esplorative, al momento le uniche risorse realmente disponibili sono quelle egiziane”.

LE CRITICITA’ DEL PROGETTO

“Esistono delle criticità da superare il primo è la lunghezza” della pipeline e “alcune difficoltà tecniche con tratti di profondità oltre i 3000 metri” nel Mediterraneo. “Il rischio è quello di trasformarsi in tempi brevi uno stranded asset” a cui si aggiunge il tema di “come ripagare l’infrastrutture visto che fino al decollo dei prezzi del 2021 il prezzo del gas era estremamente basso” e si prevedeva “un payback molto lungo. Ora l’interesse è rinato e su questo vorrei dire che i testi delle risoluzioni non hanno considerato un tema di criticità geopolitica aggiuntiva che è rappresentato dal ruolo turco nel bacino EastMed” che “rendono il progetto interferente con alcune preteste turche”. La “postura turca non rende facilmente aggirabile l’ostacolo, ha chiarito Pistelli.

IL RUOLO DEGLI IMPIANTI EGIZIANI

La seconda questione “è puramente industriale – ha aggiunto il manager Eni -: negli ultimi anni l’interesse del mercato è andato verso i terminali Gnl per la circostanza che il gas è diventato un mercato sempre più liquido. Un tubo è una tipica connessione rigida e rischia di essere una scelta fuori tempo. L’altro elemento che vorrei segnalare è il confronto tra il costo ipotizzato e le potenziali alternative industriali. I due impianti egiziani” attualmente in funzione per la rigassificazione “sono in grado di processare 17 mld di mc di gas, numero che va confrontato con la pipeline che avrebbe una portata di 10 mld di mc. Quindi i liquefattori egiziani avrebbero già una capacità doppia. E volendo trarre il massimo profitto per Europa e Italia bisognerebbe considerare se ci sono altre vie industriali più facilmente perseguibili: ad esempio la costruzione di treni addizionali di liquefazione negli impianti egiziani avrebbe costi pari alla metà della pipeline ipotizzata”, ha chiarito Pistelli.

“ALTERNATIVE PIU’ ECONOMICHE E BREVI”

“L’iniziativa nata quasi 7 anni fa insomma ha avuto un indubbio valore politico di far ragionare i paesi dell’area per uno sviluppo congiunto e cooperativo delle risorse. Infatti a valle di questi sette anni la storia di successo è la cooperazione energetica tra Israele ed Egitto. Ma è plausibile dire per quanto riguarda l’Italia e l’Europa che vi sono alternative in tempi più brevi e più economiche”, ha ammesso il manager Eni.

I CONTRATTI CON GAZPROM

“L’Italia è legata da contratti con Gazprom fino al 2036 non sono i più lunghi in essere, i tedeschi hanno scadenza oltre il 2040. L’Italia ha grosso modo una quantità di approvvigionamento di 30 mld di mc annui di cui 23 in quota Eni mentre sul tema dei pagamenti siamo da settimane in contatto con il governo e l’Europa e abbiamo valutato tutte le novità che escono dalla Commissione europea e sulla base di questo raccordo prenderemo decisioni compliance con il quadro sanzioni esistente”, ha detto il direttore Public Affairs di Eni Pistelli rispondendo ad alcune domande.

EASTMED HA COMUNQUE DELLE POTENZIALITA’

Proprio nel bacino EastMEd, ha ricordato Pistelli “ci sono grandissime potenzialità” in termini di risorse disponibili ma il loro sviluppo “dipende molto dai tempi, dai framework dalle capacità di ogni paese. In questo momento esiste un fratello maggiore che è l’Egitto, paese maturo e ricco di competenze che continua a favorire le esplorazioni ma ha anche una straordinaria dinamica demografica e deve cercare di tenere un ritmo di esplorazioni crescenti per soddisfare i suoi bisogni e lo sviluppo industriale. Gli altri paesi del bacino a parte Israele hanno di fronte delle potenzialità, ci sono scoperte interessanti da parte di Exxon ed Eni, in Libano ci sono ancora esplorazioni in corso. Ulteriore elemento da tenere in considerazione è che per il bilancio di ogni singolo paese anche una scoperta non enormemente significativa può dare spazio all’export” essendo paesi piccoli, ha ricordato il manager Eni.

ORMAI SI PUNTA SUI RIGASSIFICATORI

Pistelli ha poi aggiunto che le infrastrutture via pipe “sono state la regola per 60 anni fino a che non c’è stata la scoperta della rigassificazione. È plausibile che nei prossimi anni vedremo uno sviluppo di pipeline tra Russia e Cina ma se guardiamo al resto del mondo la forma liquida rende più flessibile il rapporto tra domanda e offerta”.

“Sul tema dei contratti via pipeline i contratti di lungo termine danno garanzia di volume e non di prezzo – ha sottolineato ancora Pistelli -. Il prezzo segue le fluttuazioni di mercato, essendo una commodity globale è sottoposto da un lato ai fondamentali di mercato e a fattori disruption come il covid o la guerra”.

Sulla qualità del gas infine “mentre il petrolio è soggetto a grandi caratteristiche di flessibilità, il gas nel momento in cui è trattato subito l’estrazione ha quasi sempre le stesse caratteristiche”. Mentre per quanto riguarda il tema dell’adattabilità della pipe al trasporto di idrogeno “sapete che le condotte devono avere alcune caratteristiche ma il tema dell’idrogeno è più di medio-lungo periodo, ha bisogno a monte di capacità produttive che oggi non esistono”, ha concluso Pistelli.

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