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Enea

Pniec, per Enea obiettivi sfidanti: ecco come fare per centrare i target

Nell’audizione di Enea sul Pniec, il presidente Testa ha lanciato un monito: Dobbiamo affrontare questi temi con una forte dose di realismo e concretezza

Gli obiettivi energetici al 2030 di SEN 2017 e PNIEC “sono sostanzialmente sovrapponibili”. Lo scenario PNIEC adotta gli obiettivi della direttiva EED dell’11 dicembre 2018 per la valutazione dell’efficienza energetica, portando ad una riduzione leggermente maggiore nei consumi finali il PNIEC rispetto alla SEN (104 Mtep PNIEC vs 108 Mtep SEN). È quanto ha sottolineato Enea in una memoria depositata in commissione Attività produttiva alla Camera nell’ambito dell‘indagine conoscitiva sulle prospettive di attuazione e di adeguamento della Strategia Energetica Nazionale al Piano Nazionale Energia e Clima per il 2030.

LA QUOTA FER FONDAMENTALE

L’analisi di Enea evidenzia ancora che la quota di FER sui consumi totali di energia “passa dal 28% della SEN al 30% del PNIEC. Entrambi i valori risultano comunque inferiori al target europeo del 32%”. Si mantengono pressoché inalterate, invece, “le quote di FER elettriche (55% della SEN vs 55,4% PNIEC), FER termiche per riscaldamento e raffrescamento (30% della SEN vs 31% PNIEC) e FER nei trasporti (21% circa in entrambi i documenti)”.

GRADITI (ENEA): OBIETTIVI SFIDANTI, 2,5 VOLTE IL FOTOVOLTAICO ATTUALE

“Le rinnovabili svolgono un ruolo di primo piano e sono il principale driver della decarbonizzazione del sistema energetico. Gli obiettivi risultano sfidanti raddoppio potenza eolico e 2,5 volte per il fotovoltaico con un aumento del 75% della potenza installata nazionale, con una copertura superiore al 55% della domanda elettrica nazionale stimata a 340 TWh nel 2030”, ha detto l’ingegner Giorgio Graditi di Enea nel corso dell’audizione.

LE BARRIERE ALLA TRANSIZIONE ENERGETICA

Enea ha individuato nella memoria le barriere che si frappiongo a un raggiungimento della transizione energetica, barriere che sono rappresentate dalle normative, dalla sostenibilità economica, dal sistema elettrico e dagli aspetti tecnologici. Per ognuna di queste voci, l’Agenzia ha suggerito come possibili azioni la “semplificazione delle autorizzazioni” e l’apertura del MSD. Ma anche Modelli standard di Ppa, continuità del meccanismo delle aste, Revamping e Repowering, potenziamento delle infrastrutture elettriche, capacity market, intelligenza artificiale ed energy management Systems.

DIGITALIZZAZIONE E SMARTIZZAZIONE

In termini più specifici, ha evidenziato Graditi parlando della macroarea “tecnologie, dispositivi, strategie”, sono necessarie azioni a supporto del Pniec come Innovazione e digitalizzazione nei sistemi e nelle reti energetiche per aumentare l’interconnessione tra gli asset fisici, le persone e le informazioni; Adeguamento e smartizzazione delle reti elettriche per favorire l’integrazione delle FER; Sensoristica distribuita e avanzata per accrescere la resilienza e l’affidabilità delle reti elettriche nei nuovi scenari energetici PNIEC, caratterizzati da FER e GD; Valorizzazione della generazione da FER e utilizzo coordinato delle risorse distribuite anche attraverso la creazione delle comunità energetiche locali e di unità di aggregazione.

TRASPORTO ELETTRICO ALIMENTATO A FER E REVAMPING E REPOWERING

Nella macroarea “Tecnologie, dispositivi, strategie” tra le misure a supporto del Pniec, Enea suggerisce Trasporto elettrico alimentato da FER (es. Stazioni di ricarica da fotovoltaico), Elettrificazione dei consumi, utilizzo di sistemi di accumulo di tipo distribuito, Revamping (FV) e Repowering (eolico) e manutenzioni per il miglioramento delle performance del parco di generazione esistente; il Riutilizzo aree dismesse ( es. cave o discariche) per la realizzazione di nuovi impianti di grande taglia.

LE POLITICHE DA METTERE IN CAMPO A SUPPORTO DEL PNIEC

Infine, sotto il profilo delle politiche da mettere in campo a supporto del Pniec, Enea propone di supportare l’efficienza energetica mediante il rafforzamento di meccanismi fiscali e il ruolo della PA e promuovere codici nazionali di buone pratiche specifici per settore (terziario,residenziale,industriale,ecc.); Attuare semplificazione, adeguamento e armonizzazione delle procedure autorizzative; Attuare politiche a favore del consumer engagement; Incoraggiare l’autoconsumo attraverso il meccanismo dello scambio sul posto; favorire l’installazione di nuovi impianti nelle aree di recupero (es. siti da bonificare). Non solo. Secondo Enea occorre anche garantire strumenti a termine (es.capacitymarket) per la remunerazione della nuova capacità di generazione necessaria a garantire l’affidabilità delsistema; sostenere la diffusione dei contratti a lungo termine tra i produttori e una controparte tipicamente non regolata (PPAs-Longterm Power Purchase Agreement) e dei meccanismi delle aste (quali quelli previsti dal decreto FER); Incoraggiare la sostenibilità ambientale (concertazione con il territorio) ed economica degli investimenti (pianificazione); favorire l’evoluzione e l’integrazione dei mercati per incentivare la partecipazione di nuove risorse di flessibilità; promuovere il ruolo attivo dell’utente finale in forma di utenza individuale o aggregata.

TESTA: POTREMMO AVERE PROBLEMI DI SOSTENIBILITA’ ECONOMICA, DOBBIAMO STARE ATTENTI ALLE SCELTE DA FARE PER LA TRANSIZIONE

“Dobbiamo fare nei prossimi anni due volte e mezzo il fotovoltaico che abbiamo oggi e farlo dove costerà di più rispetto a quanto fatto adesso – ha ammesso il presidente di Enea Federico Testa in audizione -. Questo significa che avremo dei grossi problemi di sostenibilità economica. Il nostro sistema energetico è sostanzialmente chiuso, ha sul gobbo 12 miliardi all’anno di contributi per le fonti rinnovabili più una necessità di riuscire a tenere in equilibrio il sistema perché ci sono molte fonti discontinue e non programmabili. Questo vuol dire che dobbiamo affrontare questi temi con una forte dose di realismo e concretezza – ha proseguito -. Abbiamo già le bollette tra le più care al mondo e non è pensabile riscaricare nuovamente questi costi su imprese o famiglie. La materia, quindi, va manovrata con molta attenzione considerando gli equilibri economici del sistema. Un ruolo importantissimo lo può giocare l’efficienza: dove abbiamo problemi è nell’edilizia, nel residenziale e nella pubblica amministrazione. È fondamentale trovare il modo di contribuire al risanamento delle nostre città ma attenzione che se mettiamo il bonus facciate più alto del bonus per il ‘cappotto’ (energetico, ndr) diamo un segnale sbagliato. In questi anni abbiamo sempre cercato di dire ‘ti diamo un bonus in proporzione a quanto fai risparmiare il sistema in termini di inquinamento ed emissioni’; ma se ti do il 70% per il ‘cappotto’ e il 90% per le facciate senza alcun risparmio energetico il segnale è sbagliato. Infine sulla mobilità elettrica dobbiamo riuscire a fare in modo di avere un minimo di programmazione di logica degli interventi. Forse dobbiamo riuscire a pensare a modelli di infrastrutture di ricarica più articolati come ad esempio utilizzare la rete dei distributori che dobbiamo riqualificare”, ha concluso Testa.

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