Ma la Commissione avverte: “Ora accelerare il passo, molti obiettivi ancora da raggiungere”. Dal Piano un impatto stimato di quasi 190 miliardi sul PIL italiano entro il 2030.
L’Italia si posiziona nel gruppo di testa in Europa per l’attuazione del Piano di Ripresa e Resilienza. Il nostro Paese è tra i sei Stati membri che hanno già ricevuto pagamenti per oltre il 65% della dotazione totale del PNRR. Il dato emerge dalla quarta relazione annuale sull’implementazione del Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (RRF), il cuore del Next Generation EU, pubblicata oggi dalla Commissione Europea. Il rapporto, che fa il punto sull’avanzamento del piano a livello continentale, certifica come ad oggi siano stati erogati complessivamente 362 miliardi di euro in tutta l’Unione.
L’APPELLO DI BRUXELLES: ACCELERARE VERSO IL 2026
Nonostante l’ottima performance sui fondi incassati, Bruxelles lancia un chiaro avvertimento a Roma. L’Italia, infatti, è inserita nella lista dei Paesi che devono “aumentare il passo” nell’attuazione di riforme e investimenti. La ragione risiede nel fatto che, a meno di due anni dalla scadenza finale di agosto 2026, una quota significativa di traguardi e obiettivi, stimata tra il 50% e l’85% del totale, risulta ancora da completare. La Commissione sottolinea quindi l’urgenza di un’accelerazione per garantire il pieno successo del Piano e l’assorbimento di tutte le risorse.
UN IMPATTO DA QUASI 190 MILIARDI SUL PIL ITALIANO
L’analisi di Bruxelles quantifica anche l’enorme impatto economico del PNRR per l’Italia. A piena attuazione, si stima che gli investimenti del Piano genereranno un aumento del Prodotto Interno Lordo di quasi 190 miliardi di euro (pari all’8,9% del PIL attuale) nell’orizzonte 2020-2030. Una cifra monumentale che testimonia il ruolo chiave del Next Generation EU nel sostenere la ripresa economica post-pandemica e nell’indirizzare il Paese verso la duplice transizione verde e digitale.
I GRANDI BENEFICIARI: RETE FERROVIARIA ITALIANA IN TESTA
Il rapporto fa luce anche sui principali destinatari finali dei fondi. In Italia, il più grande beneficiario è Rete Ferroviaria Italiana (RFI), con circa 10,6 miliardi di euro destinati a uno dei più vasti programmi di investimento ferroviario del Paese. I fondi supportano il potenziamento di infrastrutture per l’alta velocità, il trasporto merci, le ferrovie regionali e l’implementazione del sistema di gestione del traffico europeo ERTMS. A livello generale, circa il 70% dei maggiori beneficiari sono enti pubblici, ma una quota importante del settore privato è rappresentata dalle Piccole e Medie Imprese (PMI).
LE RIFORME CHIAVE E I SUCCESSI CONCRETI
Il documento della Commissione evidenzia diversi esempi di successo nell’attuazione delle misure italiane. Tra le riforme chiave, viene citata la nuova legislazione per incentivare la compliance fiscale, che ha già portato a un aumento del 30% delle entrate derivanti dalle lettere di conformità rispetto al 2019. Vengono inoltre menzionate le riforme per ridurre l’arretrato nella giustizia civile. Sul fronte degli investimenti, il rapporto segnala i 147.557 crediti d’imposta concessi alle imprese per l’innovazione (Transizione 4.0), l’ammodernamento di 10 stazioni ferroviarie nel Sud Italia per migliorare l’accessibilità, e l’assegnazione di oltre 55.000 borse di studio per l’accesso all’università.
TRASPARENZA E CONTROLLI: I MECCANISMI DI VIGILANZA
La relazione conferma che l’Italia è stata sottoposta a un attento monitoraggio. Tra novembre 2024 e febbraio 2025, il PNRR italiano è stato oggetto di specifici audit da parte della Commissione. Il nostro Paese viene inoltre menzionato come un esempio positivo per la trasparenza, aggiornando con cadenza mensile la lista pubblica dei 100 maggiori beneficiari finali dei fondi, una frequenza superiore a quella richiesta dalla normativa europea.