La Cabina di regia ha approvato la scorsa settimana la proposta per rispettare la scadenza del 2026. Rimodulate le risorse per i progetti a rischio, potenziati gli investimenti strategici.
Il Governo imprime una svolta al PNRR, dando il via libera a una proposta di revisione da circa 14 miliardi di euro per potenziare le misure strategiche come Transizione 5.0, idrogeno, agrivoltaico e biometano, e per salvare i progetti a rischio che non riuscirebbero a rispettare la stringente scadenza del 31 agosto 2026.
La decisione è arrivata al termine della Cabina di regia presieduta a Palazzo Chigi da Giorgia Meloni la scorsa settimana. La proposta, che ora passerà al vaglio del Parlamento, fa seguito alle indicazioni della Commissione Europea per assicurare il massimo assorbimento delle risorse e risponde alla necessità di adeguare il Piano al mutato contesto economico e geopolitico.
LA SCADENZA DEL 2026 E LA ROTTA TRACCIATA DA BRUXELLES
Lo scorso 4 giugno, la Commissione Europea ha tracciato la rotta finale per il completamento dei Piani nazionali, fissando al 31 agosto 2026 il termine ultimo per raggiungere tutti gli obiettivi. Per rispettare questa scadenza, Bruxelles ha incoraggiato gli Stati membri a rivedere i Piani entro la fine del 2025, mantenendo solo le misure la cui piena attuazione è garantita, e offrendo diverse opzioni come il rafforzamento dei progetti performanti, la rimodulazione di quelli in ritardo e l’uso di nuovi strumenti finanziari.
IDROGENO, AGRISOLARE E TRANSIZIONE 5.0: LE MISURE RAFFORZATE
La proposta di revisione punta a rafforzare le misure che hanno mostrato una maggiore capacità di assorbimento e un alto valore strategico. Tra queste spiccano:
Transizione 4.0/5.0: La misura, che ha registrato un assorbimento superiore allo stanziamento iniziale, sarà potenziata per continuare a sostenere la trasformazione digitale e green delle imprese.
IPCEI su Idrogeno e Microelettronica: Viene incrementata la dotazione per i Progetti di Interesse Comune Europeo, destinando risorse aggiuntive ai progetti sull’idrogeno (Idrogeno 1, 2, 3 e 4), sulla microelettronica e sul cloud, considerati cruciali per la competitività industriale.
Contratti di Filiera e Agrisolare: Per sostenere il settore agroalimentare, anche in risposta ai dazi, vengono rafforzati i fondi per i contratti di filiera (biometano) e si lavora a un nuovo strumento finanziario per il Parco Agrisolare, per incentivare la transizione energetica delle imprese agricole con l’installazione di pannelli solari.
I NUOVI STRUMENTI FINANZIARI: FOCUS SU IDRICO E CER
Per garantire flessibilità oltre la scadenza del 2026, la revisione introduce nuovi strumenti finanziari. Tra i più rilevanti:
Fondo per le Infrastrutture Idriche: Viene creato un veicolo finanziario per accelerare gli investimenti prioritari nel settore idrico, in continuità con la riforma sulla governance già avviata dal PNRR.
Facility per l’Agrisolare: Oltre ai fondi diretti, si sta valutando uno strumento finanziario per sostenere la transizione verde delle imprese agricole, inclusa la rimozione dell’amianto e la costruzione di tetti isolati con pannelli solari.
Housing Universitario e Connettività: Vengono introdotti strumenti simili per mantenere l’ambizione sugli alloggi per studenti a prezzi calmierati e per completare la copertura a 1 Giga su tutto il territorio nazionale.
LA RIMODULAZIONE DELLE MISURE A RISCHIO
La necessità di revisione nasce dall’accertata impossibilità di completare 34 misure del Piano nei tempi previsti, per un ammontare di circa 14 miliardi, pari al 7,3% del totale. Laddove possibile, le risorse sono state riallocate su altri interventi PNRR con finalità simili, come nel caso del sostegno alle imprese. Per altri obiettivi, si dovrà valutare il ricorso a fondi nazionali o alla riprogrammazione dei fondi di coesione.
L’ITALIA “FRONT RUNNER” NELL’ATTUAZIONE DEL PIANO
Nonostante le criticità, l’Italia si conferma un “front runner” nell’attuazione del PNRR. Ad oggi sono state incassate sette rate per un totale di 140 miliardi di euro (il 72% del totale), a fronte del raggiungimento di 334 tra obiettivi e traguardi (il 54,4%). A fine giugno è stata presentata l’ottava richiesta di pagamento e si lavora per la nona entro dicembre 2025. Dei 447.065 progetti finanziati, il 96% risulta concluso o in corso di esecuzione.
L’ITER E LE PROSSIME TAPPE: LA PALLA PASSA AL PARLAMENTO E A BRUXELLES
Dopo l’approvazione in Cabina di regia, la proposta di revisione sarà discussa in Parlamento il 30 settembre e il 1° ottobre. Successivamente, l’iter prevede la finalizzazione e l’invio formale della proposta alla Commissione europea entro l’8 ottobre, con l’obiettivo di ottenere l’approvazione preliminare da Bruxelles il 23 ottobre e quella definitiva dall’Ecofin il 13 novembre.