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Ue, i Popolari lavorano a ostacolare lo stop ai motori a combustione al 2035

Secondo Politico, in una bozza di manifesto del partito guidato da Manfred Weber e di cui fa parte Forza Italia viene respinta la politica del divieto  definita come una delle politiche di riferimento del presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e del suo ex zar del clima, Frans Timmermans

Niente ban al 2035, meglio puntare sullo scambio di emissioni, economia circolare e sviluppo delle rinnovabili. Questa la ricetta svelata da Politico e contenuta in un documento in bozza del Partito Popolare Europeo (Ppe).

Tutti i dettagli.

CHE COSA HA SCOPERTO POLITICO

A sei mesi da una delle tornate elettorali più importanti del 2024, l’Ue ha da poco aperto l’ultimo semestre della legislatura a guida belga. Una delle questioni più dibattute e divisive a Bruxelles riguarda il percorso di riduzione delle emissioni dalle auto tradizionali. E’ di ieri pomeriggio lo scoop di Politico, che ha visionato una bozza di documento dei popolari europei (gruppo di cui fa parte Forza Italia e composto anche tra gli altri dai conservatori britannici, i repubblicani francesi, i popolari spagnoli, la Cdu/Csu tedesca).

Nel manifesto si legge: “Respingiamo una politica di divieto, come il divieto sui motori a combustione e la rivedremo anche il prima possibile”. La bozza – appunto, chiarisce Politico – chiede di sciogliere una delle politiche di riferimento del presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e del suo ex zar del clima, Frans Timmermans – un divieto sui motori a combustione dal 2035. Quanto alle soluzioni alternative proposte nel documento, i popolari punterebbero tutto su “concetti innovativi e strumenti basati sul mercato per la protezione del clima con lo scambio di emissioni, l’espansione delle energie rinnovabili e un’economia circolare”, sviluppando il Green Deal.

Il documento integrale è di 14 pagine e affronta anche altre tematiche come la nomina di un commissario europeo alla Difesa e un ministro degli Esteri Ue.

LA LINEA DEI POPOLARI SULLE AUTO A COMBUSTIONE

Tali elementi non sorprendono, anzi. Come ricorda su X Simone Tagliapietra del think tank Bruegel, riprendendo l’articolo del portale europeo, “il Ppe ha sempre votato contro la misura [dello stop al 2035, ndr], schierandosi dalla parte dell’industria automobilistica”.

Già nel 2022, come ricorda il post qui sopra, i popolari si espressero a favore della prosecuzione dell’uso e produzione delle auto tradizionali anche dopo il 2035.

SCENARI

Lo stop è diventato definitivo a marzo scorso con un voto a maggioranza dei ministri dell’Energia, vietando dal 2035 la vendita di auto a benzina e diesel e salvando quelle a e-fuel. L’Italia si era astenuta dopo aver promesso fino alla vigilia di votare contro, motivando la posizione finale con l’apertura della Commissione Ue ai carburanti neutri.

A fine 2023, invece, un altro compromesso europeo ha portato al raggiungimento da parte di Parlamento e Consiglio di un accordo sull’Euro 7, nel percorso di stretta sulle emissioni inquinanti delle auto. Anche qui, Roma insieme ad altri governi di peso come quello francese hanno prevalso per una linea più moderata, favorendo a sua volta le preferenze degli industriali per mantenere le condizioni di prova degli Euro 6 e avere così meno standard stringenti da rispettare per poter concentrare la produzione sull’elettrico, visto e considerato anche il ben al 2035 dei motori tradizionali.

Nella geografia attuale delle forze politiche, la via più probabile dopo il voto di giugno sarà quella di una riconferma della cosiddetta maggioranza Ursula tra popolari e socialisti, ma il lavoro di compromesso da portare avanti specialmente in materia energetica e ambientale sarà quantomeno faticoso.

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