Il ministro delle Infrastrutture replica alla Camera ai dubbi di AVS e M5S dopo i rilievi della Corte dei conti: “Governo al lavoro per chiarire, il progetto serve all’Italia e all’Europa”.
“Il Ponte sullo Stretto si farà”. Nessuna marcia indietro, nessun tentennamento. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha risposto così oggi alla Camera alle interrogazioni presentate da Angelo Bonelli (AVS) e Sergio Costa (M5S), che chiedevano conto della legittimità della delibera CIPESS bocciata dalla Corte dei conti. Nonostante i rilievi dei magistrati contabili e le polemiche sull’assenza di una nuova gara d’appalto, il vicepremier ha ribadito la centralità strategica dell’opera, annunciando che l’esecutivo sta già lavorando per superare le criticità amministrative e tecniche. Salvini ha inoltre svelato un dettaglio cruciale sulle clausole contrattuali: in caso di blocco dei lavori, la penale a carico dello Stato sarà del 4% dell’importo non eseguito, esattamente la metà rispetto all’8% previsto dal codice degli appalti.
LA DIFESA POLITICA: UN PROGETTO EUROPEO
Nel suo intervento a Montecitorio, Salvini ha respinto l’accusa di voler portare avanti l’infrastruttura come un “capriccio personale”. Al contrario, ha ricordato come il collegamento stabile tra Sicilia e Calabria sia stato inserito nei piani strategici dell’Unione europea fin dal 1984 e confermato nel 2002 all’interno delle reti TEN-T. “È un’opera che serve all’Italia, porterà sviluppo, lavoro e meno inquinamento”, ha scandito il ministro, sottolineando come i milioni di italiani che la attendono meritino una risposta concreta dopo decenni di rinvii.
LA REPLICA SUI RILIEVI DELLA CORTE DEI CONTI
Il cuore dello scontro riguarda la mancata registrazione della delibera che stanziava 10,5 miliardi di euro per il Ponte. Bonelli ha parlato di “pessima figura” e “violazione delle direttive sugli appalti”, mentre Costa ha evidenziato le contraddizioni procedurali. Salvini ha assicurato che il governo sta approfondendo i rilievi della Corte, che spaziano dalle interlocuzioni con Bruxelles alla mole documentale della delibera CIPESS. Sulla scelta di non indire una nuova gara, il ministro è stato netto: “Non è una scelta di convenienza ma di buon senso”, basata sulla possibilità, prevista dal diritto europeo, di adeguare i contratti esistenti all’incremento dei prezzi registrato nel biennio 2022-2023, esattamente come avvenuto per altre grandi opere come il Terzo Valico o la TAV.
GARANZIE E PENALI: IL NODO CONTRATTUALE
Rispondendo all’ex ministro dell’Ambiente Costa, Salvini ha chiarito che i contratti con il contraente generale riprenderanno efficacia solo dopo il via libera della Corte dei conti. Un passaggio fondamentale riguarda le tutele per l’interesse pubblico: oltre alla penale ridotta al 4% in caso di stop ai cantieri, sono previste sanzioni specifiche anche per il general contractor qualora non rispettasse gli impegni assunti. “Regole chiare e responsabilità precise”, ha sintetizzato il ministro, rivendicando la solidità dell’impianto giuridico messo in campo per blindare l’opera.
INVESTIMENTI COLLATERALI AL SUD
Il titolare del MIT ha infine respinto la narrazione secondo cui il Ponte sottrarrebbe risorse ad altre infrastrutture vitali per il Mezzogiorno. Al contrario, l’opera fungerebbe da volano per ulteriori investimenti: 4 miliardi per la statale 106 Jonica, oltre 9 miliardi per l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria e complessivi 44 miliardi di euro di cantieri aperti tra Sicilia e Calabria. A questi si aggiungono 500 milioni destinati specificamente alle opere connesse per le città di Messina e Villa San Giovanni, tra cui interventi sulla rete idrica e la riqualificazione delle aree portuali.


