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Ponte sullo stretto

Perché la Corte dei conti ha bocciato il Ponte sullo Stretto e cosa succede ora

La realizzazione del Ponte sullo Stretto subisce un nuovo stop: la Corte dei conti nega il visto alla convenzione tra Mit e Stretto di Messina. Che succede ora?

Il Ponte sullo Stretto di Messina sembra allontanarsi sempre più. Infatti, la Corte dei Conti non ha posto il visto sulla convenzione tra il Mimit e la Società Stretto di Messina. Un duro colpo dopo il no dello stesso Tribunale alla delibera Cipess che ha approvato il progetto. Perché? Cosa succede ora?

COSA SUCCEDE ORA AL PONTE SULLO STRETTO?

La Corte dei Conti ha rimandato al mittente l’atto che avrebbe formalizzato la convenzione con l’ente concessionario per il Ponte sullo Stretto di Messina (decreto di Approvazione III Atto aggiuntivo alla convenzione del 30 dicembre 2003, n. 3077 fra il Ministero e la società Stretto di Messina S.p.A). Quali effetti avrà la bocciatura del tribunale? La decisione blocca l’efficacia immediata dell’atto. Infatti, il decreto non sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

L’OPZIONE OPERA DI INTERESSE NAZIONALE

Il Governo potrebbe decidere di forzare la mano. Infatti, l’Esecutivo potrebbe adottare l’atto con una delibera del Consiglio dei ministri che dichiara l’opera di interesse pubblico superiore. Un’opzione che circola già dopo lo stop dello stesso tribunale alla delibera Cipess. Questa scelta potrebbe costringere il Governo a prestare il fianco a ricorsi e contestazioni.

IL PONTE SULLO STRETTO SI ALLONTANA

Quel che è certo è che l’altolà della Corte dei conti frena l’iter normativo-amministrativo del progetto. Il governo e il concessionario dovranno fornire spiegazioni, integrazioni, chiarimenti, e forse modificare l’atto o la convenzione per ottenere il visto. Se le motivazioni della Corte dei conti conterranno vizi profondi, l’iter per la realizzazione dell’infrastruttura dovrà partire da capo. Infatti, il tribunale potrebbe richiedere il riesame del contratto/convenzione, una nuova gara, modifiche costose oppure la riprogettazione della convenzione.

PERCHE’ LA CORTE POTREBBE AVER BLOCCATO LA NORMA

Dovremo attendere 30 giorni per conoscere le motivazioni della decisione della Corte dei Conti. Tuttavia, dalle motivazioni della bocciatura della delibera Cipess si può ipotizzare perché il decreto ministeriale non ha superato le Forche Caudine della Corte dei conti. Il Tribunale ha già espresso dubbi sulla copertura economica dell’opera e sulle stime costi‐benefici. Allo stesso tempo, potrebbe aver individuato problemi procedurali, quali la trasmissione degli atti tramite link (“documenti voluminosi inviati via link”) e la mancanza/parzialità di alcuni pareri tecnici richiesti.

Un’altra motivazione del no alla Convenzione Mit-Stretto di Messina potrebbe riguardare la normativa europea sugli appalti pubblici, in particolare la direttiva che stabilisce regole in caso di modifica di contratti pubblici che superino una certa soglia (+50% costo rispetto a contratto originario) oppure la necessità di una nuova gara. Infine, il tribunale potrebbe chiedere un approfondimento su questioni di compatibilità ambientale e sismica, tematiche spesso al centro della discussione nell’ultimo anno.

LA REAZIONE DI MIT E SALVINI

La mancata registrazione del decreto interministeriale “arriva alla fine di un’ampia discussione svoltasi oggi innanzi alla Corte dei conti nel corso della quale è emerso, innanzitutto, il tema preliminare dell’effetto di preclusione che la mancata registrazione della delibera Cipess ha sulla decisione odierna”, scrive il Mit in una nota, sottolienando che rimane fiducioso sulla prosecuzione dell’iter amministrativo in attesa delle motivazioni della Corte.

“Nessuna sorpresa: è l’inevitabile conseguenza del primo stop della Corte dei Conti. I nostri esperti sono già al lavoro per chiarire tutti i punti. Resto assolutamente determinato e fiducioso”, ha commentato Matteo Salvini a proposito dell’intervento della Corte dei Conti sul Ponte sullo Stretto. Nell’ultima informativa al Consiglio dei ministri, il vicepremier aveva già precisato di voler “far partire i lavori del Ponte al più presto”, attaccando i giudici contabili per il no alla delibera Cipess di approvazione del progetto.

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