Da Confindustria, attraverso il presidente Emanuele Orsini, è arrivata invece la proposta di destinare il rigassificatore di Ravenna alle aziende energivore
Prosegue inarrestabile la corsa all’aumento del prezzo del gas. Al Ttf di Amsterdam, borsa di riferimento per il valore del combustibile in Europa, la quotazione ha toccato in giornata i 59,3 euro al MWh, per poi ripiegare, almeno per il momento, sui 58,9 euro al MWh, ai massimi da febbraio 2023.
GOLDMAN SACHS ALZA STIME SU PREZZO GAS TTF: SERVE PIÙ IMPORT DI GNL PER RIEMPIRE STOCCAGGI
Secondo Goldman Sachs, riporta Teleborsa, le ragioni della fiammata sono dovute a una combinazione di supporto alla domanda dovuto alle condizioni meteorologiche e di un’offerta deludente che ha notevolmente ristretto i bilanci del gas dell’Europa nord-occidentale da inizio anno.
Per gestire lo stoccaggio del gas a livelli confortevoli prima del prossimo inverno, Goldman Sachs suggerisce che la regione dovrà attrarre importazioni incrementali di GNL quest’anno. Ciò ha quindi portato la banca d’affari ad aumentare la previsione Sum25 TTF a 50 euro/MWh (15,10 dollari/mmBtu) dai 40 euro precedenti.
STOCCAGGI UE SOTTO IL 50% A POCO PIU’ DI UN MESE DI DISTANZA DALLA FINE DELLA STAGIONE INVERNALE
Al momento gli stoccaggi europei sono pieni al 48,48% mentre l’Italia si trova a quota 58,92% a distanza di poco più di un mese dalla fine della stagione invernale.
CALO RISERVE DOVUTO AL METEO PIU’ FREDDO, E DA EOLICO SOTTOPERFORMANTE
I bilanci più ristretti del gas in Europa sono stati guidati da condizioni meteorologiche più fredde della media e da una generazione eolica sottoperformante, che ha sostenuto la domanda, mentre la produzione ha deluso in Norvegia, Paesi Bassi e Regno Unito, si legge nel rapporto. In termini netti, viene stimato che le importazioni regionali di GNL debbano essere in media dell’8% superiori a quanto previsto in precedenza per aiutare a gestire lo stoccaggio oltre l’85% entro la fine di ottobre. I dati di febbraio sul GNL suggeriscono che ciò può essere raggiunto con un TTF vicino a 50 euro/MWh (15,10 dollari/mmBtu).
PER GOLDMAN SACHS RISCHI DI RIALZI NEL 2025
Goldman Sachs vede rischi bilaterali per la previsione TTF rivista per il 2025. Al rialzo, una continuazione di consumi energetici eccezionalmente elevati o una domanda di GNL dall’Asia più forte del previsto quest’anno potrebbero far salire i prezzi TTF fino alla cima dell’intervallo di cambio del petrolio, vicino a 84 euro/MWh attualmente. I rischi al ribasso derivano da un potenziale accordo di pace tra Russia e Ucraina che potrebbe comportare maggiori flussi di gas russo verso l’Europa. Stima che uno scenario in cui i flussi russi attraverso l’Ucraina tornassero ai livelli prebellici potrebbe spingere i prezzi TTF di Sum25 a bassi 20 o bassi 30 euro/MWh, a seconda di quanto presto nell’anno inizieranno le esportazioni incrementali tramite gasdotti russi.
DESCALZI: PROBLEMA DELL’EUROPA NON È TRUMP MA SCELTE EUROPA. NON SI TORNA INDIETRO SUL GAS RUSSO
Intanto da Ravenna, a un incontro organizzato da QN, sono intervenuti molti big dell’energia italiana a partire dall’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi che ha chiaramente affermato come il problema dell’Europa non si Trump ma l’Europa stessa e delle sue scelte. Descalzi ha ricordato che il Continente non ha energia e che è inutile continuare a parlare per slogan senza agire e senza una strategia. In ogni caso, ha assicurato, “difficilmente si tornerà al gas russo” perché negli ultimi anni si è fatto molto per diversificare attraverso l’approvvigionamenti da altri paesi. Descalzi ha comunque invocato un maggior utilizzo del nucleare e invitato a non contrapporre le rinnovabili al gas “sono complementari e noi abbiamo bisogno di tutto”, ha esortato il manager.
DA ORSINI (CONFINDUSTRIA) LA PROPOSTA DI DESTINARE IL RIGASSIFICATORE DI RAVENNA ALLE AZIENDE ENERGIVORE
Da Confindustria, attraverso il presidente Emanuele Orsini, è arrivata invece la proposta di destinare il rigassificatore di Ravenna alle aziende energivore per rilanciare la competitività italiana che vede ormai un prezzo dell’energia superiore dell’87% rispetto alla Francia, del 72% rispetto alla Spagna e del 38% rispetto alla Germania. Orsini ha ribadito ancora una volta la necessità di rilanciare il nucleare (“partendo oggi saremo pronti tra otto anni”) e sdoppiare i costi energetici tra fonti fossili e rinnovabili, eliminando anche le sanzioni all’industria automotive e negoziando con gli Usa sui dazi per evitare ripercussioni. Parole simili sono arrivate anche da Stefano Venier, amministratore delegato di Snam, che sul tema dei prezzi energetici ha rammentato la una fragilità strutturale che stiamo vivendo nel mondo.