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Gas

Prezzi del gas sempre più su. Draghi e Ue al lavoro per dire addio alla Russia. Bessi: Servono correttivi

I prezzi del gas continuano a salire: oggi hanno raggiunto addirittura i 345 euro per megawattora, quasi l’80% in più rispetto ai 192 euro della chiusura di venerdì sul mercato europeo mentre i futures di aprile sono intorno ai 260 euro e quelli di maggio a poco più di 245.

L’Italia è al lavoro per ridurre la dipendenza dal gas russo. Lo ha ribadito ancora una volta il presidente del Consiglio Mario Draghi, a Bruxelles per incontrare la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. “Discuteremo di meccanismi di diversificazione, riorganizzazione e compensazione, a tutela di cittadini e imprese. L’Italia è al lavoro per ridurre in tempi rapidi la sua dipendenza dal gas russo”, ha confermato il premier che ribadito la telefonata all’emiro del Qatar, Al Thani, per parlare di un rafforzamento della cooperazione energetica tra i due paesi.

VON DER LEYEN: DOMANI LE PROPOSTE DELLA UE PER DIRE ADDIO AL GAS RUSSO

Che l’obiettivo sia ridurre la dipendenza dal gas russo, lo ha confermato anche la von der Leyen: “La Commissione domani farà delle proposte che poggeranno su tre pilastri: diversificazione dalla Russia verso fornitori affidabili”, “investimenti massicci nelle rinnovabili come solare, eolico e idrogeno” e “migliore efficienza energetica”.

GAZPROM PROSEGUE NELLE FORNITURE

Nonostante ciò la russa Gazprom sta proseguendo i rifornimenti di combustibile attraverso l’Ucraina verso l’Europa, rispettando i contratti long-term previsti: La compagnia statale russa sta infatti pompando allo stesso volume del giorno prima di 109,5 milioni di metri cubi al giorno, secondo quanto ha riferito l’agenzia di stampa russa Prime ripresa da Reuters.

COSA ACCADREBBE SE I RUSSI CHIUDESSERO I RUBINETTI DEL GAS

Ma cosa accadrebbe se i russi decidessero di chiudere i rubinetti del gas? A questa domanda ha risposta l’esperto di energia Gianni Bessi dalle colonne del Messaggero di ieri: “In caso di interruzione del flusso di gas russo l’Italia avrebbe a disposizione uno stoccaggio di 17 miliardi di metri cubi, dei quali 4,5 della riserva di emergenza. Il fabbisogno italiano è di 70 miliardi di metri cubi all’anno e la Russia lo copre per il 40 per cento. I conti sono presto fatti: eliminando i 28-29 miliardi metri cubi dalla Russia e intaccando la riserva possiamo arrivare all’autunno, ma poi non saremmo in grado di fare fronte alle nostre esigenze”.

Ma non si tratta di un’intervento così facile: chiudere i rubinetti del gas significherebbe andare incontro a cause miliardarie per il mancato rispetto dei contratti: si parla di circa 180 miliardi di metri cubi complessivi di gas che ogni anno arrivano dalla Russia la cui sostituzione richiede anche “misure giuridiche straordinarie”, ha sottolineato Bessi riferendosi alla strategia dell’Ue che dovrebbe essere presentata domani.

LA STRATEGIA DI DIVERSIFICAZIONE DALLE FORNITURE UE DI GAS: DOMANI ARRIVA IL PIANO

La strategia prevede la diversificazione delle forniture di gas in Europa e un “nuovo patto energetico” che aumenterebbe l’energia rinnovabile in tutto il Vecchio Continente. Non solo: La Commissione propone di rimuovere gli ostacoli normativi e consentire l’accelerazione degli investimenti nell’elettricità rinnovabile, nelle reti e nell’efficienza energetica, oltre ad approfondire l’integrazione del sistema energetico attraverso l’elettrificazione basata sulle rinnovabili e i gas rinnovabili. Insomma un New Energy Compact che avrà tra le sue priorità anche il Gnl, l’efficienza energetica degli edifici, il biogas e l’idrogeno.

Che fare allora? “Servirebbe un provvedimento ‘d’emergenza’ a livello di Unione europea, e dei singoli paesi, magari fissando un prezzo massimo del gas che possa da un lato rispettare le condizioni di mercato, con le sue incertezze, ma che al tempo stesso possa costituire un riferimento massimo sostenibile – ha sottolineato ancora Bessi sul Messaggero -. Provo a proporre una cifra: 50 centesimi di euro per kilowattora. Perché abbia un effetto positivo, ovviamente, il provvedimento dovrebbe essere recepito da tutti gli stati membri, trasferendo così l’effetto sui singoli mercati. Sarebbe un beneficio per il mercato dell’elettricità, per il quale il prossimo mese diventa prioritario fare qualcosa, e affronterebbe alla fonte il problema delle bollette, senza sottrarre al prezzo la quota per incentivare efficienza energetica, transizione verso le rinnovabili e sviluppo di una struttura di approvvigionamento diversificata”.

PREZZI DEL GAS IN AUMENTO

Intanto i prezzi del gas continuano a salire: oggi hanno raggiunto addirittura i 345 euro per megawattora, quasi l’80% in più rispetto ai 192 euro della chiusura di venerdì sul mercato europeo mentre i futures di aprile sono intorno ai 260 euro e quelli di maggio a poco più di 245.

BESSI A ENERGIA OLTRE: DISTORSIONE PREZZI RICHIEDONO UN CORRETTIVO

“Anche oggi brutte notizie dunque sul fronte dei prezzi – ha detto a Energia Oltre Bessi -. Il gas al TTF ha aperto con prezzo massimo storico, un picco di 225 euro, ora ripiegato intorno ai 220 euro, con un +14% rispetto alla chiusura di venerdì. Quello che chiedo senza trovare una risposta è che forse questi prezzi valgono solo per le ‘fatture indicizzate’? Si a sentire gli operatori commerciali. E sotto a tali prezzo che volumi significativi girano? Forse nessuno. E’ a questa distorsione che bisogna porre un correttivo. Spero che si prenda una decisione. Non aspettiamo l’evento clamoroso come la Lehman con la crisi di sistema finanziario”.

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