Putin ordina al governo russo di approvare entro dicembre una “roadmap per lo sviluppo a lungo termine dell’estrazione e della produzione di metalli rari e terre rare”. Cosa prevedrà? A cosa mira il Cremlino?
Entro il 1° dicembre, il governo russo dovrà approvare una “roadmap per lo sviluppo a lungo termine dell’estrazione e della produzione di metalli rari e terre rare”. È l’ordine diretto impartito dal presidente Vladimir Putin in persona dopo il Forum Economico Orientale di Vladivostok, vetrina strategica della Russia per le relazioni economiche con l’Asia.
IL PIANO DI PUTIN PER LE TERRE RARE
Putin vuole accelerare sulle terre rare. Il compito di elaborare e attuare il piano è stato affidato al primo ministro Mikhail Mishustin, che dovrà coordinare ministeri, aziende statali e investitori per delineare la strategia industriale del settore. Secondo i dati diffusi dal segretario del Consiglio di Sicurezza russo, Serghei Shoigu, la Russia dispone di almeno 15 tipi di terre rare e di riserve totali superiori a 28 milioni di tonnellate, distribuite in 18 giacimenti già esplorati. Numeri che, se valorizzati, potrebbero collocare Mosca tra i principali attori globali in un mercato oggi dominato da Cina, Stati Uniti e Australia.
A COSA MIRA IL CREMLINO
Le terre rare sono ormai diventate una delle nuove armi strategiche della geopolitica contemporanea. In questo scenario, la mossa del Cremlino appare come un chiaro tentativo di ridurre la dipendenza tecnologica dall’Occidente e rafforzare le proprie filiere industriali interne, anche alla luce delle sanzioni internazionali che limitano l’accesso ai componenti critici.
L’iniziativa si inserisce in un più ampio progetto di “sovranità delle risorse” di Mosca. Il Cremlino punta infatti a sfruttare pienamente il suo grande potenziale minerario per sostenere la crescita economica e l’autonomia tecnologica del Paese. Se il piano riuscirà, Mosca cambierà volto: da esportatore di materie prime tradizionali la Russia diventerà fornitore strategico di elementi indispensabili per il futuro dell’economia verde e digitale.


