L’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti ha portato a un cambiamento significativo nelle politiche energetiche, con un impatto diretto sugli investimenti di RWE, la multinazionale dell’energia con sede a Essen.
Il colosso tedesco, che negli ultimi anni ha concentrato molte risorse nello sviluppo di energie rinnovabili, si trova ora a dover rivedere le proprie strategie a seguito delle nuove direttive emanate dalla Casa Bianca.
IL VENTO CONTRARIO DELL’AMMINISTRAZIONE TRUMP
In particolare, il presidente Trump ha adottato un approccio decisamente ostile nei confronti dell’energia eolica, vietando con un decreto la costruzione di parchi eolici offshore lungo le coste americane. Questo ha colpito duramente RWE, che aveva pianificato un investimento di oltre un miliardo di dollari per un impianto eolico al largo di New York, progetto che è stato di conseguenza annullato. Il CEO di RWE, Markus Krebber, ha sottolineato come l’incertezza generata da queste nuove politiche abbia un effetto paralizzante sugli investimenti dell’azienda: “Abbiamo bisogno di chiarezza sulla politica doganale per decidere su futuri investimenti”, ha dichiarato alla stampa tedesca. La questione delle tariffe sulle componenti per impianti eolici e solari è infatti un ulteriore nodo critico, poiché non è ancora chiaro se queste possano essere importate senza dazi aggiuntivi.
IL FRENO ALLA TRANSIZIONE VERDE DI RWE
Negli ultimi sei anni, RWE ha compiuto una radicale trasformazione, passando da un modello basato sul carbone e sul nucleare a uno sempre più orientato verso le energie rinnovabili. Oggi, il 41% della sua produzione di elettricità proviene da fonti pulite e gli Stati Uniti sono stati uno dei mercati chiave per questa espansione. Con il tempo, la multinazionale è diventata il quarto maggiore fornitore di energia rinnovabile negli Usa e il secondo nel settore solare. Tuttavia, il cambio di rotta imposto dall’amministrazione Trump rischia di compromettere questo percorso di crescita.
L’incertezza normativa e il blocco di nuovi progetti hanno portato RWE a riconsiderare la propria strategia di investimento per i prossimi anni. L’azienda ha annunciato una riduzione degli investimenti netti previsti per il periodo 2025-2030, abbassandoli da 45 a 35 miliardi di euro. Una drastica diminuzione di 10 miliardi di euro che riflette il clima di instabilità e il rischio di incorrere in ostacoli burocratici e finanziari in un mercato che, fino a poco tempo fa, appariva estremamente promettente.
INFLAZIONE E TENSIONI GEOPOLITICHE
La politica energetica di Trump non è l’unico fattore che ha spinto RWE a rivedere i propri piani. L’inflazione ancora elevata, l’aumento dei tassi di interesse, le tensioni geopolitiche e le incertezze sulle strategie energetiche nei principali mercati hanno contribuito a un contesto complessivo di maggiore prudenza. “Gli investimenti in nuovi parchi eolici, impianti solari e sistemi di accumulo dell’energia richiedono stabilità e certezze a lungo termine”, ha dichiarato Krebber. Così, di fronte a questa situazione, la multinazionale dell’energia ha deciso di ridurre le proprie spese negli Stati Uniti e di esplorare nuove opportunità in Europa.
Tuttavia, anche nel Vecchio Continente non mancano le incertezze, con la Germania che deve ancora definire chiaramente il proprio piano per la realizzazione di nuove centrali a gas destinate a compensare l’intermittenza delle energie rinnovabili. RWE, dunque, si trova in una posizione delicata, dovendo bilanciare il proprio impegno per la transizione energetica con le difficoltà di un mercato in continuo mutamento.
DIVIDENDI IN CRESCITA MA FUTURO INCERTO
Un altro aspetto chiave della nuova strategia di RWE riguarda la destinazione del denaro risparmiato grazie alla riduzione degli investimenti. Una parte di questi fondi sarà utilizzata per un programma di riacquisto di azioni, una mossa che ha suscitato reazioni contrastanti tra analisti e investitori. Se da un lato i critici sostengono che l’azienda avrebbe potuto trovare soluzioni più innovative per impiegare il capitale, dall’altro i sostenitori di questa scelta ritengono che essa contribuirà a incrementare il valore delle azioni e, di conseguenza, a garantire rendimenti più elevati per gli azionisti.
Quest’anno, RWE distribuirà oltre 800 milioni di euro in dividendi, con la prospettiva di aumentare questo valore dal 5% al 10% ogni anno fino al 2030. Un risultato notevole, considerando che nel 2024 l’utile netto dell’azienda è crollato di oltre il 40%, attestandosi a 2,3 miliardi di euro. Nonostante il calo, la solidità finanziaria della società e le entrate straordinarie del periodo precedente hanno permesso di mantenere una politica di remunerazione generosa nei confronti degli azionisti.
Tra questi figurano circa 80 comuni tedeschi, in particolare in Renania Settentrionale-Vestfalia, Bassa Sassonia e Renania-Palatinato, che detengono storicamente quote di RWE. Per queste amministrazioni locali, i dividendi rappresentano una voce importante di entrata nei bilanci comunali, fornendo un elemento di stabilità in un quadro economico complessivamente incerto.