Advertisement Skip to content
Report Istat

Quali sono le preoccupazioni ambientali degli italiani. L’Indagine Istat

I cambiamenti climatici preoccupano il 52,2% della popolazione. Ecco cosa dicono i risultati dell’Indagine Istat

L’Istat presenta l’analisi basata sui dati provenienti dall’Indagine Aspetti della vita quotidiana relativi all’anno 2021, svolta nei mesi di marzo-maggio. I principali risultati dell’Indagine mostrano che pur con un trend in discesa, i cambiamenti climatici e l’inquinamento dell’aria sono i temi ambientali che preoccupano oltre il 50% dei cittadini tra il 2019 e il 2021. Seguono lo smaltimento dei rifiuti e l’inquinamento acqua (intorno al 45%). Nel 2021 l’effetto serra preoccupa il 34,9% delle persone di 14 anni e più.

INDAGINE ISTAT: LE PREOCCUPAZIONI AMBIENTALI

A partire dal 1998 e con continuità tra il 2012 e il 2021, attraverso l’Indagine multiscopo “Aspetti della vita quotidiana” l’Istat rileva la percezione dei cittadini rispetto alle tematiche ambientali. L’indagine Istat relativa al 2021 è stata eseguita su un campione di circa 25.000 famiglie distribuite in circa 800 comuni italiani di diversa ampiezza demografica.

Secondo l’Indagine, nel 2021, i cambiamenti climatici si confermano al primo posto tra le preoccupazioni per l’ambiente: così si esprime oltre la metà della popolazione di 14 anni e più (51,5%). Seguono i problemi legati all’inquinamento dell’aria. Queste preoccupazioni sono però meno sentite negli ultimi tre anni, soprattutto al Nord e nel Mezzogiorno, in particolare nei grandi comuni.

Al terzo posto, leggermente distaccata, si colloca la preoccupazione per lo smaltimento e la produzione dei rifiuti (44,1% degli over14). Ulteriori fattori di rischio ambientale a livello globale vengono percepiti nell’inquinamento delle acque (40,1%) e nell’effetto serra e buco nell’ozono (34,9%).
Gli altri problemi ambientali preoccupano meno di tre persone su 10. In fondo alla graduatoria vi sono le preoccupazioni del futuro che coinvolgono una quota ristretta di persone, come le conseguenze del rumore sulla propria salute e la rovina del paesaggio, quest’ultima percepita in modo crescente nelle regioni con vocazione turistica, come Trentino-Alto Adige, Veneto, Marche, oppure in regioni industrializzate come la Lombardia.

DIFFERENZE TERRITORIALI E GENERAZIONALI

Secondo i dati, nel 2021 la percezione delle tematiche ambientali si polarizza tra Nord e Sud del Paese. In particolare, i cambiamenti climatici preoccupano il 54,4,3% degli abitanti del Nord-est rispetto al 46,5% di quelli del Sud. L’inquinamento delle acque è particolarmente sentito dagli abitanti di entrambe le ripartizioni settentrionali, molto meno nel Mezzogiorno, soprattutto nelle Isole. All’opposto, richiamano l’attenzione soprattutto dei residenti del Centro e del Mezzogiorno le tematiche legate alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti (47,7% al Centro, 46,6% al Sud e 40,0% del Nord-est) e all’inquinamento del suolo (25,5% al Sud e 20,1% al Nord-ovest.

Nel corso degli ultimi anni i cittadini del Lazio e della Campania hanno manifestato maggiore preoccupazione rispetto alle altre aree del Paese per la produzione e lo smaltimento di rifiuti con valori pari, rispettivamente, a 52,2% (51,2% nel 2018) e 51,9% (53,0% nel 2018), contro la media nazionale del 44,1% (46,0% tre anni prima).

L’età rappresenta un’importante determinante della variabilità delle preoccupazioni ambientali. I giovani fino a 34 anni sono più sensibili di altre fasce di età per ciò che riguarda la perdita della biodiversità (32,1% tra i 14 e i 34 anni contro 20,9% degli over55), la distruzione delle foreste (26,2% contro 20,1%) e l’esaurimento delle risorse naturali (24,7% contro 15,9%). Gli ultracinquantenni si dichiarano invece più preoccupati dei giovani per il dissesto idrogeologico (26,3% contro 17,0% degli under35) e l’inquinamento del suolo (23,7% contro 20,8%).

I COMPORTAMENTI ECOCOMPATIBILI DEGLI ITALIANI

L’Indagine Istat mostra che nella popolazione di 14 anni e più i comportamenti ecocompatibili sono finalizzati soprattutto alla conservazione delle risorse naturali. Nel 2021 il 67,6% degli intervistati dichiara di fare abitualmente attenzione a non sprecare energia, il 65,9% a non sprecare l’acqua e il 49,6% a non adottare mai comportamenti di guida rumorosa al fine di diminuire l’inquinamento acustico. Inoltre, il 37,1% della popolazione legge le etichette degli ingredienti e il 24,4% acquista prodotti a chilometro zero.

Nelle regioni del Nord si rileva una percentuale più elevata rispetto alla media nazionale di persone che hanno abitudini virtuose legate alla mobilità: il 52,4% fa attenzione a non adottare comportamenti di guida rumorosi (45,0% nelle regioni del Mezzogiorno) e il 19,9% sceglie mezzi di trasporto alternativi all’auto privata o ad altri mezzi di trasporto a motore privati (13,9% nel Sud e Isole).

Nelle regioni del Centro si nota una maggiore attenzione nel leggere le etichette dei prodotti (39,3% contro il 35,4% del Mezzogiorno) e acquistare prodotti biologici (15,7% rispetto al 14,4% del Nord). I residenti nel Mezzogiorno si distinguono invece per l’elevata frequenza di acquisto di alimenti e prodotti locali (29,6% contro 21,1% del Nord). L’attenzione a non sprecare acqua ed energia non mostra variabilità legata al territorio.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su