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trasporti

Quando i treni sono più costosi degli aerei, il costo sociale, economico e ambientale è elevato

Uno studio di Greenpeace di quest’estate ha esaminato 109 tratte transfrontaliere in Europa e ha rilevato che i treni superano gli aerei solo nel 39% delle tratte, un piccolo miglioramento rispetto alla prima analisi, condotta due anni fa

Se vogliamo andare da Barcellona a Londra, ci troviamo di fronte ad una scelta che dovrebbe essere semplice: o prendiamo l’aereo, emettendo circa 280 kg di emissioni che riscaldano il pianeta, o il treno, che ne emette solo 8 kg. Questo – spiega il The Guardian – non è il calcolo che viene presentato ai viaggiatori, né è quello che più li preoccupa. Perché, secondo un’analisi di Greenpeace di quest’estate, mentre il biglietto aereo costerebbe 15 euro, il biglietto del treno ne costerebbe 389 euro.

Questa differenza di prezzo di 25 volte è un esempio estremo di una barriera che si presenta in tutto il continente e che frustra anche i viaggiatori più attenti al clima. Vediamo quindi come l’Europa gestisce un sistema che favorisce gli aerei rispetto ai treni, nonostante le sue ambizioni ecologiche.

I PROBLEMI DEI VIAGGI IN TRENO

I viaggi ferroviari internazionali non sono una novità per l’Europa. I primi binari che attraversavano i confini furono aperti quasi 200 anni fa, quando le macchine a vapore a carbone diffusero la rivoluzione industriale nel continente e consentirono il movimento di massa di persone e merci.

L’avvento di automobili e aerei, però, ha reso i viaggi in treno meno attraenti e oggi, anche se l’Europa cerca di ripulire la propria economia, il sistema ferroviario è gravato da prezzi elevati e sistemi frammentati. In alcuni Paesi, come la Germania – che i viaggiatori a lunga percorrenza difficilmente riusciranno ad evitare – la cronica carenza di investimenti ha portato a frequenti ritardi, che possono rovinare una vacanza o un viaggio di lavoro.

Alcuni di questi problemi sembrano facilmente risolvibili. Se si viaggia da Berlino a Londra bisogna prenotare due biglietti separati. Se i primi treni sono in ritardo, cosa che spesso accade, e si perde la coincidenza, non si ha il diritto di salire sul primo treno disponibile oltre la Manica. Tuttavia, vi sono due accordi commerciali tra operatori ferroviari europei che potrebbero tutelare i viaggiatori in questi casi.

LE PRATICHE SCORRETTE DELLE COMPAGNIE FERROVIARIE

Problemi simili si verificano in fase di prenotazione perché, secondo l’organizzazione no-profit Transport and Environment, molti operatori impediscono a piattaforme esterne di vendere i loro biglietti. Alcuni addirittura nascondono le offerte della concorrenza sui propri siti. Un elemento che scoraggia le persone dal trasporto ecologico. Un sondaggio YouGov commissionato da T&E e pubblicato mercoledì scorso ha rilevato che oltre il 60% dei viaggiatori ferroviari a lunga percorrenza ha evitato i viaggi perché prenotare è complicato, mentre il 43% userebbe di più il treno, se prenotare online fosse più facile.

L’Unione europea ha promesso di affrontare questi problemi con un regolamento unico sui biglietti, che sarà proposto entro la fine dell’anno – in sostanza, consentendo di prenotare la tratta più economica con un solo clic –, ma i clienti e le associazioni ambientaliste sono ancora frustrati dal fatto che si stia facendo poco per aiutare i treni a competere con gli aerei sul prezzo.

IL CONFRONTO SUI PREZZI FRA TRENI E AEREI

Lo studio di Greenpeace di quest’estate ha esaminato 109 tratte transfrontaliere in Europa e ha rilevato che i treni superano gli aerei solo nel 39% delle tratte, un piccolo miglioramento rispetto alla prima analisi condotta due anni fa. In Francia, Spagna e Regno Unito, i treni erano più costosi dei voli su oltre il 90% delle tratte transfrontaliere esaminate. Perché volare è così più economico che prendere il treno? Una delle ragioni principali è la tassazione: a differenza di autisti e viaggiatori in treno, chi viaggia in aereo non deve pagare tasse sul carburante per aerei e i biglietti aerei sono per lo più esenti da IVA.

Gli esperti di trasporti hanno scoperto che l’eliminazione degli enormi sussidi di cui gode l’industria aeronautica contribuirebbe a livellare il campo di gioco e a liberare denaro pubblico da investire nelle ferrovie in rovina. Hanno anche suggerito che politiche come le imposte per i frequent flyer – che aumentano l’imposta su ogni volo successivo effettuato da una persona in un anno – potrebbero distribuire l’onere in modo che i viaggiatori d’affari e i jet-setter estremi si facciano carico della maggior parte dei costi.

I COSTI SOCIALI DEI VOLI

Gran parte della motivazione è quella di affrontare i costi sociali che i voli aerei comportano. Se si considerano i danni che l’inquinamento che riscalda il pianeta arreca ai Paesi – dalle ondate di calore più intense ai cicloni tropicali più violenti – allora l’aviazione diventa ancor meno attraente per un governo da sostenere. Il sistema “Corsia”, sostenuto dall’ONU per compensare e ridurre le emissioni, che diventerà obbligatorio nel 2027, affronta solo una frazione di questi costi.

Lo scorso anno uno studio ha fissato il “costo sociale del carbonio” a circa 244 euro a tonnellata. Se treni e aerei considerassero il costo sociale del carbonio, un treno da Barcellona a Londra costerebbe solo un paio di euro in più, ma renderebbe il volo quasi cinque volte più costoso. Da questa prospettiva, la domanda non è tanto “perché i voli sono così economici?”, ma “chi li paga effettivamente?”.

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