Secondo una prima stima, il settore automobilistico rischia sanzioni per 15 miliardi di euro a causa della produzione di veicoli che superano i limiti di emissioni stabiliti dalle normative europee. Ora Volkswagen parla di 1,5 miliardi di euro nel prossimo anno. Nel frattempo, l’UE valuta un possibile rinvio delle scadenze oltre il 2025.
Le normative dell’Unione Europea per la riduzione delle emissioni di CO2 stanno destando preoccupazione nel comparto automobilistico. Secondo Volkswagen, i nuovi obiettivi comporteranno per il gruppo un impatto economico stimato intorno a 1,5 miliardi di euro nel primo anno di applicazione. Lo ha fatto sapere Rolf Woller, responsabile delle relazioni con gli investitori di VW, durante una recente chiamata con gli analisti, sottolineando come, oltre alle sanzioni, il passaggio dai motori a combustione interna ai meno redditizi veicoli elettrici rischi di comprimere ulteriormente i margini di profitto.
LA RICHIESTA DI RINVIO
Associazioni e legislatori hanno chiesto alla Commissione Europea di rivedere gli standard sulle emissioni. Oltre alle sanzioni, a generare timori è la stagnazione del mercato della mobilità elettrica, in cui la domanda scarseggia e abbondano i concorrenti.
La Commissione UE ha mostrato apertura a un possibile rinvio delle scadenze. Deve però guardarsi dal dare l’impressione che si faccia un passo indietro sul Green Deal, a maggior ragione dopo gli attacchi di Trump a quello che è considerato un cardine della politica europea.
LE STRATEGIE DEI PRODUTTORI
Nel frattempo, alcuni produttori stanno adottando misure preventive sui paventati dazi. Stellantis e Volkswagen, ad esempio, hanno annunciato che intensificheranno la produzione in Nord America, mentre le loro operazioni in Messico e Canada restano esposte a incertezze normative.
Le prospettive di VW per il 2025 non sono certo rosee dato che il marchio principale non ha nuovi veicoli elettrici da offrire sul mercato europeo. Ciò complicherà il tentativo del CEO Oliver Blume di ristrutturare il colosso industriale.
Al contrario, Tesla beneficia delle normative europee grazie alla vendita di crediti di emissione. Stellantis, Ford e Toyota stanno acquistando crediti da Tesla per compensare il mancato rispetto degli obiettivi, mentre Mercedes-Benz ha siglato accordi con Volvo e Polestar per ottenere crediti analoghi.
LE SANZIONI UE SULLE EMISSIONI
Secondo i dati del Parlamento europeo, Il trasporto stradale incide pesantemente sull’inquinamento in Europa, rappresentando circa un quinto delle emissioni totali dell’UE. La normativa sulle emissioni punta a ridurre l’impatto ambientale delle automobili, uno dei principali mezzi inquinanti.
In questa direzione, gli obiettivi dell’Agenda 2030, fissati nel Regolamento sulla Riduzione delle emissioni di CO2 delle autovetture nuove e dei veicoli commerciali leggeri nuovi stabiliscono una progressiva riduzione delle emissioni medie di CO2 per i veicoli immessi nel mercato a partire dal 2025.
Entro la fine dell’anno, dunque, il 15% in meno rispetto ai livelli del 2021. Gli obiettivi intermedi sono fissati al 55% per le autovetture e al 50% per i furgoni entro il 2030, fino alla totale decarbonizzazione a partire dal 1º gennaio 2035, il che comporterà la completa transizione ai veicoli a zero emissioni.
Il mancato rispetto di tali obiettivi comporta una multa di 95 euro per grammo di CO2 oltre il limite per veicolo venduto.
Per il 2025 il target fissato è di di 93,6 g/km, un dato che impone una riduzione repentina del 19% rispetto ai 116 g/km osservati nel 2024