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Mise

Recovery Fund, domani le partecipate al Mise

Gli assi principali sono già stati indicati dall’esecutivo, in primis decarbonizzazione e innovazione, e con un occhio ai piani industriali

“Il governo ‘chiama’ le partecipate pubbliche in modo da riempire di ulteriori contenutili piano italiano per accedere ai 209 miliardi del Recovery Fund. L’appuntamento è per domani pomeriggio al ministero dello Sviluppa economico dove i vertci delle grandi aziende di Stato saranno chiamati a illustrare davanti al titolare del Mise, Stefano Patuanelli, i progetti per contribuire alla ripartenza del Paese dopo l’emergenza coronavirus”. È quanto scrive il Sole 24 Ore.

CHI CI SARA’

“Attorno al tavolo siederanno perciò i numeri uno di Enel, Eni, Ferrovie, Fincantieri, Invitalia, Leonardo, Snam e Tema che in queste ore stanno lavorando alla messa a fuoco delle priorità alla luce degli assi principali già indicati dall’esecutivo, in primis decarbonizzazione e innovazione, e con un occhio ai piani industriali. Sarà, dunque, nel solco degli investimenti già definiti all’interno dei rispettivi business plan che si muoveranno i ceo nel tratteggiare il possibile apporto al piano di ripresa italiano. Filo rosso la transizione energetica, che rappresenta un minimo comun denominatore”, prosegue il quotidiano.

COSA DIRANNO ENEL, ENI, SNAM, TERNA, ITALGAS E SAIPEM

“Enel porrà quindi l’accento sullo sviluppo delle rinnovabili e sulla digitalizzazione delle reti, tasselli clou del Piano nazionale energia e clima (Pniec) che disegna la rotta futura. verso un’economia a basse emissioni, Eni ribadirà i suoi progetti per una transizione green e per il raggiungimento della neutralità carbonica nel lungo termine, mentre Snam rimarcherà l’impegno a procedere nello sviluppo dell’idrogeno – uno degli assi di intervento su cui spinge molto il Mise per il Recovery Fund – e dell’efficienza energetica, altro driver del Pniec la cui accelerazione, necessaria per onorare i target nei tempi previsti, non potrà non incrociarsi con l’accesso ai fondi. Ue. Su cui anche Terna, Fincantieri e Ferrovie sono pronti a dire la propria, soprattutto guardando al capitolo infrastrutture che saranno dei motori del Recovery plan italiano (e sul quale anche Italgas e Saipem, sempre per rimanere in tema partecipate, sono intenzionate a garantire il loro contributo)”, conclude il quotidiano.

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