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Gas

Reti gas, per Durnwalder occorre rimuovere il tetto agli investimenti in nuove località

Assicurare la non discriminazione fra gli utenti, assicurare la certezza del diritto per gli investitori nelle infrastrutture del gas, dando cioè congrua remunerazione del capitale investito, sostenere l’economia locale e la competitività delle imprese

Assicurare la non discriminazione fra gli utenti, assicurare la certezza del diritto per gli investitori nelle infrastrutture del gas, dando cioè congrua remunerazione del capitale investito, sostenere l’economia locale e la competitività delle imprese. Parte con queste premesse la richiesta del senatore Meinhard Durnwalder al ministro dello Sviluppo economico in una interrogazione a risposta orale, sulle reti di distribuzione del gas naturale.

LIMITI RENDONO NON REMUNERATIVE RETI CON POCHI CLIENTI

“L’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA) con la recente delibera n. 570/2019 del 27 dicembre 2019 ha confermato il tetto agli investimenti nella costruzione di reti di distribuzione del gas naturale in nuove località – ha spiegato Durnwalder -; tale tetto rende di fatto non remunerative tutte quelle reti di distribuzione del gas naturale dove non è possibile allacciare un cliente almeno ogni 20 metri; il limite di un contatore ogni 20 metri, già difficile da riscontrare nei centri urbani, rende impossibile estendere la rete del gas naturale ai comuni montani ed in particolare a quelli a bassa densità abitativa e crea, inoltre, una discriminazione tra comuni già in passato metanizzati (di serie A) e comuni non metanizzabili (di serie B), discriminazione ancora più sentita in Alto Adige, dove l’art. 1 della legge provinciale n. 15 del 2013 prevede che: ‘Nella Provincia autonoma di Bolzano il servizio pubblico di distribuzione del gas naturale si svolge in maniera uniforme su tutto il territorio provinciale’”.

L’EMENDAMENTO PER SUPERARE I LIMITI

“Considerato che per ovviare ai limiti evidenziati – si legge nel testo dell’interrogazione – le Province autonome di Bolzano e di Trento, la Comunità montana di valle Camonica hanno proposto un emendamento, segnalato peraltro anche dai parlamentari SVP in occasione dell’espressione del parere sullo schema di decreto legislativo per l’attuazione della direttiva (UE) 2019/692, che modifica la direttiva 2009/73/CE relativa a norme comuni per il mercato interno del gas naturale, al fine di: a) assicurare, come prescritto dalla direttiva 2009/73/CE, la non discriminazione fra gli utenti, ovvero assicurare che i comuni montani in zona climatica F cessino di essere non metanizzabili e quindi essere considerati di serie B rispetto a quelli già metanizzati; b) assicurare la certezza del diritto per gli investitori nelle infrastrutture del gas, dando cioè congrua remunerazione del capitale investito senza penalizzare le aree ad elevati costi unitari quali sono i comuni montani (previsione già contenuta nell’art. 23 del decreto legislativo n. 164 del 2000); c) sostenere l’economia locale e la competitività delle imprese, in particolar modo in questa fase 2 legata all’attuale emergenza epidemiologica, che consente le attività di cantiere connesse con la costruzione di infrastrutture (codice ATECO 42, ingegneria civile, nell’allegato 3 al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 26 aprile 2020), promuovendo gli investimenti infrastrutturali e mettendo a disposizione delle imprese e dei cittadini un combustibile pulito e conveniente; d) sostenere la green economy: le comunità montane sono territori a forte connotazione rurale, con la presenza di numerosi impianti di biogas gestiti da cooperative agricole e la presenza di una rete di distribuzione consentirebbe di convertire il biogas in biometano per poi immetterlo in circolo a vantaggio di tutti gli utenti allacciati: un passo concreto verso la decarbonizzazione”.

Da qui la richiesta del senatore di “sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga di condividere le osservazioni esposte e se non ritenga di accoglierle nel decreto legislativo per l’attuazione della direttiva (UE) 2019/692 citata, quale segno di concreto ed immediato intervento del Governo a sostegno dell’economia”.

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