320 milioni dal Pnrr per le rinnovabili. Vendita Ilva slitta al 2025. Commissari Via, Vas e Pnrr senza rimborsi da gennaio. Arenaways Longitude si allarga a Renfe Proyector Internacionales e Serena Industrial Partners per espandersi. La rassegna Energia
Le Pmi mettono il piede sull’acceleratore. Il Mimit ha dato il via libera a un fondo da 320 milioni di euro dal Pnrr per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinato alle piccole e medie imprese. Bisognerà attendere il 2025 per vedere la vendita dell’ex Ilva. Infatti, il Governo ha posticipato al 10 gennaio il termine per la consegna delle offerte vincolanti per l’acquisto degli asset di Taranto. I commissari delle Commissioni (Pnrr, Via, Vas etc.) pagano di tasca propria i sopralluoghi necessari per rilasciare le autorizzazioni. Infatti, da gennaio 2024 non percepiscono neanche i rimborsi spese, che quando arrivano sono troppo in ritardo per finanziare davvero l’attività delle Commissioni, come rileva Il Sole 24 Ore. Arenaways Longitude si allarga a Renfe Proyector Internacionales e Serena Industrial Partners. L’obiettivo è espandere le proprie attività in tutto il mondo. In Italia il piano della società prevede di estendere il proprio servizio ad altre linee nell’ambito del trasporto pubblico locale, prima in Piemonte e poi nel resto della Penisola.
RINNOVABILI, 320 MILIONI DAL PNRR
“Le piccole e medie imprese su tutto il territorio nazionale potranno presto accedere a 320 milioni provenienti dal Pnrr per investire nell’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili. Il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha approvato un decreto ministeriale, in corso di registrazione, nell’ambito della missione 7 REPowerEU, investimento 16. Lo scopo è supportare la realizzazione di programmi di investimento finalizzati all’autoproduzione di energia elettrica con l’installazione di impianti solari fotovoltaici o mini-eolici per autoconsumo immediato. O differito, con l’installazione di correlati sistemi di stoccaggio dell’energia. (…) Il contributo è destinato alle Pmi, con sede legale o unità produttiva localizzata su tutto il territorio nazionale, dotate almeno di un bilancio approvato e depositato o che abbiano presentato, in caso di imprese individuali/società di persone, almeno una dichiarazione dei redditi. (…) I contributi sosterranno la realizzazione di programmi di investimento (economicamente sostenibili) in beni materiali nuovi – strumentali all’esercizio d’impresa – e in tecnologie. Saranno finalizzati all’autoproduzione di energia da rinnovabili, tramite l’installazione di impianti solari fotovoltaici o mini eolici, per autoconsumo immediato, con possibilità di integrazione/combinazione con sistemi di stoccaggio dietro il contatore (behind-the-meter) dell’energia per autoconsumo differito”, si legge Il Sole 24 Ore.
“Per accedere agli aiuti, i programmi devono, tra le altre cose, essere supportati da una diagnosi energetica, a cura di soggetti qualificati, conforme alle previsioni del Dlgs 102/2014 ed essere realizzati solo su edifici esistenti destinati all’esercizio dell’attività o su coperture di strutture pertinenziali destinate, in modo durevole, dal titolare del relativo diritto reale al servizio degli stessi edifici. Dovranno prevedere un termine di ultimazione non successivo a 18 mesi dalla data di adozione del provvedimento di concessione dei sostegni e costi totali dei programmi tra 30 mila euro e un milione. (…) Il contributo in conto impianti è concesso al 30 per cento per le medie imprese e al 40% per le piccole, calcolati sui costi ammissibili dell’investimento per la produzione di energia da fonti rinnovabili in relazione ad acquisto e messa in esercizio dell’impianto solare fotovoltaico o minieolico, oltre ad apparecchiature e tecnologie funzionali. È previsto anche un contributo al 30% per l’eventuale componente aggiuntiva di stoccaggio energetico e al 50% per la diagnosi energetica. (…) I criteri riguardano capacità addizionale di produzione di energia da Fer, incidenza delle tecnologie solari fotovoltaiche iscritte nel Registro Enea, sostenibilità economica dell’investimento e numero di certificazioni ambientali del proponente. Punteggi, condizioni ed eventuali soglie minime di ammissibilità per indicatore sono definiti col provvedimento attuativo”, continua il giornale.
ENERGIA: EX ILVA, VENDITA SLITTA A GENNAIO
“I commissari e il governo sono al lavoro per risolvere alcune criticità sull’asse Taranto-Cornigliano-Novi Ligure. Per questa ragione non scadrà questa settimana il termine per la consegna delle offerte vincolanti. Si andrà al 10 gennaio dell’anno prossimo. La prima criticità riguarda la consistenza delle offerte, nel mix fra l’interesse reale degli investitori internazionali e la necessità politica, espressa dal governo, di avere una presenza italiana. La seconda necessità, che discende appunto dalla assenza di un investitore italiano intenzionato a comprare tutti gli stabilimenti e di avere la primazia su qualsivoglia cordata, è quella di verificare bene la solidità e le intenzioni dei gruppi stranieri. Da qui i viaggi compiuti – e ancora da compiere – da parte dei commissari all’estero, dopo che hanno ricevuto in Italia le squadre manageriali straniere. In programma anche una missione in India”, si legge su Il Sole 24 Ore.
“Il gruppo più convinto del resto – nelle manifestazioni di interesse informale, nel rapporto con le strutture tecniche, nella ricerca di un dialogo con i territori italiani, in particolare Taranto – è Vulcan Green Steel (…) È ancora nella partita la nordamericana Stelco. La scelta di assegnare alla pratica per la sua risoluzione maggior tempo riguarda la ricerca di una calibratura fra tutti questi elementi. Primo: parlare bene e con chiarezza – di persona – con i vertici operativi e gli azionisti delle tre compagnie. (…) Secondo: costruire, con un metodo combinatorio, uno schema che riesca e rimediare alle oggettive debolezze che, nei mesi, si sono presentate sul tavolo da gioco della partita di Acciaierie Italiane, dopo la fine dell’era Morselli”, continua il quotidiano.
“Prima debolezza: Metinvest, la compagnia ucraina, è impegnata ad assorbire la violenta distruzione dei suoi impianti in patria e il suo relativo depauperamento patrimoniale e finanziario a seguito della invasione russa e, in Italia, sta costruendo già l’ingegnerizzazione finanziaria per l’acquisizione di Piombino, con la ricerca di credito bancario nazionale. Non proprio una cosa scontata. Seconda debolezza: un vecchio leone del capitalismo italiano come Giovanni Arvedi – classe 1937 – sente il passare degli anni e sta sperimentando con grande difficoltà il caro energia nella sua ultima acquisizione, l’acciaieria di Terni. (…) I grandi gruppi stanno perdendo molti soldi. È arduo pensare che, al di là di chi ha intenzione di fare offerte per attività parziali, un nuovo protagonista italiano possa entrare nella partita, se non in posizioni minori e laterali”, continua il giornale.
ENERGIA, COMMISSARI PNRR, VIA E VAS SENZA RIMBORSI
“Lavorano molto. Lavorano gratis. Anzi, ci perdono. Perché da gennaio non è arrivato un euro per coprire nemmeno i rimborsi spese per i sopralluoghi, opportuni se non necessari. Ma le proverbiali nozze con i fichi secchi vengono male. E rischiano di tradursi in una perdita economica per lo Stato che pure si mostra tanto sparagnino. La questione riguarda le commissioni, oltre alla commissione Via Vas, la commissione Pnrr-Pniec. (…) opera al ministero dell’Ambiente ma per funzionare riceve i fondi dal Mef. Perché è a quest’ultimo che le imprese, quando chiedono la Via indispensabile per portare avanti i loro investimenti, versano le tariffe, vincolate nella destinazione. I soldi, però, per un meccanismo burocratico farraginoso, arrivano troppo in ritardo per finanziare davvero l’attività delle Commissioni”, si legge su Il Sole 24 Ore.
“«Va bene lavorare molto, non va bene che i commissari finanzino anche i ministeri» ha detto ieri il presidente della commissione Pnrr-Pniec Massimiliano Atelli, ricordando che in quest’anno ormai vicino alla fine molti commissari hanno anticipato di tasca loro anche «diverse migliaia di euro, considerato il numero dei sopralluoghi e la non agevole raggiungibilità di diversi siti»”, continua il giornale.
“Da dieci anni abbondanti le valutazioni si autofinanziano proprio con le tariffe versate dalle imprese, senza pesare sul bilancio pubblico. I soldi, insomma, ci sono: ma restano incagliati in un congegno burocratico che non gira. Del tema si sta occupando ora il Senato, con un emendamento al Dl 153/2024 presentato dal presidente della commissione Ambiente Claudio Fazzone (Forza Italia). Il correttivo chiede di rinforzare la commissione, portandola a 100 componenti, e di blindare i tempi del suo finanziamento, con l’assegnazione dei fondi entro il 31 gennaio di ogni anno”, continua il giornale.
TRASPORTI, SPAGNA SCOMMETTE SU ARENAWAYS TRENI, CAPITALE RENFE +33%
Arenaways Longitude si allarga a Renfe Proyector Internacionales e Serena Industrial Partners. L’obiettivo è espandere le proprie attività in tutto il mondo. In Italia il piano della società prevede di estendere il proprio servizio ad altre linee nell’ambito del trasporto pubblico locale, prima in Piemonte e poi nel resto della Penisola.
“A circa due mesi dall’avvio dell’operatività sulla linea piemontese che era sospesa Cuneo-Saluzzo-Savigliano, Arenaways Longitude Holding amplia la propria compagine sociale attraverso l’ingresso di due soci, pubblici e privati: Renfe Proyectos Internacionales e Serena Industrial Partners, con una quota pari al 33% ciascuno. Renfe Proyectos Internacionales è una società controllata al 100% da Renfe, operatore ferroviario leader in Spagna, dedicata alla gestione delle attività internazionali del gruppo nonché all’implementazione di nuovi progetti in tutto il mondo. Renfe, infatti, è specializzato nella gestione dei servizi di mobilità urbana ed è l’operatore della più grande rete ferroviaria ad alta velocità d’Europa, con l’obiettivo di espandere le proprie attività all’estero. Serena Industrial Partners è una società di gestione di fondi di investimento indipendente, specializzata nello sviluppo di infrastrutture strategiche nel mid-market con una particolare focalizzazione nel settore trasporti ed un variegato portfolio di investimenti allocati principalmente in Europa.(…) «L’arrivo di questi due nuovi partner certifica la solidità di visione e le ambizioni di un’impresa ferroviaria nata con l’obiettivo di ridefinire il concetto di viaggio in treno, portando qualità del servizio e innovazione anche sui collegamenti locali» sottolinea la società”, si legge su Il Sole 24 Ore.
“Adesso Arenaways si è aggiudicata un contratto della durata di 10 anni stipulato con l’Agenzia della Mobilità Piemontese per un importo complessivo pari a 54 milioni di euro con il quale è stato attribuito, per la prima volta in assoluto ad un operatore privato, la riattivazione di due linee sospese a partire da gennaio 2025: la società farà così il proprio debutto sui binari con il collegamento Cuneo-Saluzzo-Savigliano, cui seguirà la tratta Ceva-Ormea, al completamento degli interventi di adeguamento dell’infrastruttura a carico di Rfi. Arenaways punta poi ad estendere il proprio servizio ad altre linee nell’ambito del trasporto pubblico locale, anche fuori dal Piemonte. Contestualmente, la Compagnia ha ottenuto l’autorizzazione dall’Autorità di regolazione dei trasporti per avviare una serie di collegamenti a mercato sulle direttrici Nord Ovest – Nord Est, Nord – Centro – Sud”, continua il giornale.