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Gli stoccaggi di gas italiani mettono al sicuro la seconda parte di questo inverno

Per gli ultimi venti giorni di stagione fredda, il nostro Paese registra un tasso di riempimento delle riserve simile a quello del 2023. Anche i prezzi bassi come non mai dal 2020 indicano che la strategia di diversificazione, aiutata da temperature miti, funziona in chiave anti-russa

L’inverno sta finendo, quasi. E come lo scorso anno sta procedendo con relativa tranquillità dal punto di vista della sicurezza energetica. A due anni dallo scoppio della nuova invasione russa dell’Ucraina, grazie a un portafoglio diversificato di Paesi fornitori oltre che a temperature miti l’Italia è riuscita a superare la forte dipendenza che la legava al gas di Mosca. E proprio come lo scorso anno, il livello attuale degli stoccaggi (cioè le riserve di gas) è rassicurante al punto di poter ritenere superata la prova della stagione fredda, guardando già alla prossima.

ITALIA, RISERVE DI GAS ANCORA PIENE

A fare il punto, sulla base dei dati Snam, è Matteo Villa dell’Ispi. Come si può vedere dal grafico sottostante, le riserve attuali sono piene per 10mld di metri cubi di gas, pari a quasi il 57%. Un livello di poco superiore rispetto a marzo 2023.

La situazione appare relativamente tranquilla anche dal lato dei prezzi al mercato olandese: 28 euro al MWh contro i 47 di dodici mesi fa e 143 dell’anno dello scoppio della invasione russa nei confronti dell’Ucraina.

Un report del Consiglio europeo di poche settimane fa ricordava come “l’aggressione militare della Russia contro l’Ucraina ha sconvolto i mercati energetici e causato l’aumento dei prezzi dell’energia. La risposta dell’Ue si è concentrata sulla garanzia dell’approvvigionamento energetico e sulla protezione dei cittadini dai prezzi dell’energia più elevati”. Proprio per questo si è puntato molto sull’aumento delle riserve di gas, “al fine di garantire un approvvigionamento sufficiente per gli europei” che mettesse al sicuro tutta l’Unione in vista della stagione fredda, condividendo le capacità.

“Il regolamento prevedeva che lo stoccaggio sotterraneo del gas sul territorio degli Stati membri dovesse essere riempito almeno all’80% della capacità prima dell’inverno del 2022/2023 e al 90% prima dei successivi periodi invernali. Il regolamento è stato attuato rapidamente. Nell’ottobre 2022, il livello di riempimento ha raggiunto il 90%. Per tutto il 2023, il livello di riempimento è stato considerevolmente più alto rispetto agli anni precedenti. In vista della stagione fredda 2023/2024, i serbatoi del gas erano quasi pieni in tutti i paesi dell’Ue che hanno impianti di stoccaggio”.

IL MONITO DELLA COMMISSIONE

Non possiamo, però, allentare la guardia. Probabilmente il 2024 sarà l’anno del distacco finale, almeno per quanto riguarda l’Italia (mentre a livello europeo si conta di effettuarlo entro il 2027), ma dalla Commissione europea arriva un monito da non sottovalutare. Sempre a fine anno, infatti, scadrà dopo cinque anni l’accordo per il transito di gas naturale all’Europa via Ucraina e molto probabilmente non verrà rinnovato. Ciò, potrebbe provocare nuove tensioni sulle forniture e sui prezzi.

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