Advertisement Skip to content
Criptovalute Clima

Rubli, criptomonete ed energia: cosa fa (e non fa) la Russia

Putin vuole pagamenti per il gas in rubli. Le criptomonete, invece, saranno asset fondamentali per aiutare Mosca (e non solo) ad aggirare le sanzioni?

Mentre il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto che i pagamenti per il gas naturale russo, da parte di “nazioni ostili”, siano effettuati in rubli, utilizzando l’energia ancora come arma, le criptomonete sembrano essere diventati asset utili, ad oligarchici e non solo, per aggirare le sanzioni.

Quali scenari? Cosa potrebbe accadere ai prezzi dell’energia?

Andiamo per gradi.

L’ORDINE DI PUTIN

Partiamo dai fatti. Il presidente russo Putin ha ordinato che i pagamenti per il gas naturale russo da parte di “nazioni ostili” siano effettuati in rubli, dando ai funzionari del governo e alla banca centrale una settimana per trovare un meccanismo.

“Putin si sta vendicando per il congelamento di metà delle riserve valutarie russe da parte di Europa, Regno Unito e Stati Uniti. Inoltre, costringendo l’Europa ad acquistare rubli per pagare l’energia, sosterrà direttamente il rublo e contribuirà a compensare il calo causato dalle sanzioni”, ha detto ad Energia Oltre Jeffrey Halley, analista di mercato senior, Asia Pacifico, di OANDA, sottolineando come Putin stia ancora una volta utilizzando l’energia e la sua posizione nel mercato come arma.

PREZZO DEL GAS IN AUMENTO

Intanto, il prezzo del gas è aumentato del 10%, con i futures ICE Brent in crescita a 1.359/1.000 dollari al metro cubo, dai 1.240/1.000 dollari al metro cubo di martedì.

IL RUOLO DELLE CRIPTOMONETE

Ma in questa guerra anche le criptomonete possono giocare un ruolo importante, permettendo ai russi aggirare le sanzioni economiche imposte dalla comunità internazionale. Al momento, secondo l’analista Jeffrey Halley, “non ci sono prove che la Russia stia facendo un uso massiccio delle criptovalute per aggirare la sanzione. Con un registro distribuito aperto, questi flussi possono essere tracciati” e, soprattutto, non sembra essere

Il “Bitcoin è ancora bloccato in un intervallo compreso tra 37.000 e 45.000”, spiega Halley. “Gli importi monetari coinvolti nel pagamento delle esportazioni russe sono così alti che se si utilizzassero le criptovalute, il volume avrebbe fatto aumentare enormemente i prezzi. Inoltre, se la Russia ricevesse grandi quantità di criptovalute, in cosa le convertirebbe per spenderle?”, ha concluso Halley.

 

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su