Fatti, minacce e dettagli dell’ultima mattana di Erdogan sulla nave Saipem 12000. L’articolo di Giusy Caretto per Energia Oltre
Un nuovo atto di quella che potremmo definire, oramai, la commedia (ma da ridere c’è ben poco) del Mediterraneo Orientale. Dopo giorni di blocco da parte della Marina Turca, la nave italiana Saipem 12000 che per conto di Eni avrebbe dovuto effettuare delle perforazioni all’interno del Blocco 3 della Zona Economica Esclusiva di Cipro ha tentato di riprendere la navigazione verso la sua destinazione, ma Erdogan ha minacciato di passare alle “armi” e la nave ha deciso di cambiare rotta. Ripercorriamo tutte le ultime tappe della vicenda intricata.
QUELLO CHE E’ SUCCESSO
Venerdì 9 febbraio 2018 la nave Saipem 12000 noleggiata dall’Eni è stata bloccata nel Mar Mediterraneo orientale dalla marina militare della Turchia mentre navigava verso Cipro per cominciare i lavori di perforazione ed esplorazione di un giacimento concesso al Cane a Sei Zampe da Nicosia.
Ankara avrebbe fermato l’imbarcazione con la motivazione che le attività di esplorazione si sarebbero dovute svolgere in una zona in cui erano in corso delle “attività militari”. Ricordiamo che la Turchia occupa militarmente la zona nord di Cipro dal 1974. Secondo le politiche di Erdogan, qualsiasi nuovo giacimento scoperto nelle acque di Cipro andrebbe condiviso con il governo filo-turco.
LA NUOVA MINACCIA TURCA
Quello che si è consumato nelle scorse potremmo definirlo un atto di guerra (o giù di lì). Nella mattina del 23 febbraio, Saipem 12000 ha tentato di dirigersi verso il Blocco 3 nelle acque della Zona economica esclusiva di Cipro, ma intercettata dalla Marina Turca è stata minacciata di speronamento da ben cinque navi.
A riferirlo è stato il vice portavoce del governo cipriota Victoras Papadopoulos, secondo cui alla nuova mossa del Capitano di Saipem 120000, le unità turche “hanno minacciato l’uso della forza”. E il capitano, secondo quanto riportato da Papadopoulos a Cyprus Mail “nonostante il suo coraggio e i suoi lodevoli tentativi sfortunatamente è stato costretto a invertire la rotta”.
CIPRO FA RICORSO
E’ ovvio che la vicenda non finisce qui. Cipro intende rivendicare fino alla fine i propri diritti sovrani sulla propria Zona economica esclusiva: le comunicazioni tra la Saipem e le navi turche sono state registrate e saranno allegate al ricorso che Cipro presenterà ai tribunali internazionali.
CAMBIO DI ROTTA
Per evitare di rimanere ancora bloccata (ogni giorno costa ad Eni 600mila euro), la Saipem 12000 è partita dall’area dove era rimasta ferma e ha cambiato rotta, dirigendosi verso il Marocco, per occuparsi di attività offshore nel paese.