La major anglo-olandese farebbe gola anche ad altri gruppi come TotalEnergies e Chevron non solo “per intera” ma anche di pezzi dell’azienda che al momento sono in dismissione
L’indiscrezione è arrivata ieri da Bloomberg: Shell starebbe valutando un’offerta di acquisizione per BP. Non è la prima volta che circola un’ipotesi di acquisizione attorno all’azienda petrolifera britannica negli ultimi 10 anni, finora mai concretizzatesi ma questa volta l’interesse di Shell potrebbe rivelarsi concreto a giudicare dalle performance economica di Bp e non solo.

SHELL STUDIA L’ACQUISIZIONE DOPO IL CALO DI VALORE DEI RIVALI DI BP
Le fonti di Bloomberg hanno affermato, infatti, che l’azienda sta studiando l’acquisizione semplicemente per il fatto che il titolo BP continua a registrare un calo: ha perso quasi il 30% di valore negli ultimi 12 mesi.
PER ORA SHELL È CONCENTRATA SUL RIACQUISTO DELLE AZIONI
Ma le stesse fonti hanno aggiunto che nulla è certo e Shell potrebbe decidere di concentrarsi solo sul riacquisto di azioni e acquisizioni complementari, ha riferito Bloomberg.
Il Financial Times, citando, l’amministratore delegato di Shell, Wael Sawan, ha infatti spiegato che l’azienda è concentrata sul riacquisto delle azioni anche se le alternative vengono comunque monitorate.
L’INDIZIO DEL FONDO ELLIOT
Un ulteriore indizio riguarda il recente ingresso del fondo attivista Elliot Investment Management nella compagnia britannica dove oggi risulta azionista con una quota di poco più del 5%. Il Gruppo ha visto valorizzare la sua partecipazione già dopo le voci di vendita che si sono apprezzate sugli American Depositary receipts di New York.
SI ASPETTA LA PRIMA MOSSA? BP FA GOLA ANCHE A TOTALENERGIES E CHEVRON
Sempre secondo Bloomberg, la compagnia anglo-olandese potrebbe anche aspettare che altri facciano la prima mossa e l’incarico agli advisors che Shell avrebbe messo al lavoro sul dossier Bp potrebbe servire nel momento in cui se ne presentasse l’occasione. La major farebbe infatti gola anche ad altri gruppi come TotalEnergies e Chevron non solo “per intera” ma anche di pezzi dell’azienda che al momento sono in dismissione, proprio in risposta alle pressioni del fondo Elliot, insoddisfatta del risanamento dell’azienda messo in campo dai vertici societari.

Sotto la guida dell’amministratore delegato Murray Auchincloss, Bp ha infatti avviato una strategia di semplificazione e dismissione di asset per un valore di 20 miliardi di dollari entro il 2027, tagliando al contempo le spese e avviando un buyback. “La recente uscita del responsabile strategico è vista come una risposta alle pressioni del socio attivista Elliott Investment Management, che ha aumentato la quota a oltre il 5%”, ha sottolineato Milano Finanza.
BP VALEVA QUANTO SHELL FINO AL DISASTRO DELLA DEEPWATER HORIZON
BP ha registrato un utile netto di 1,38 miliardi di dollari per il primo trimestre dell’anno, numeri lontani dalle aspettative degli analisti e ha registrato un calo annuo del 49% nel suo risultato netto. “Fino al disastro della DeepWater Horizon nel 2010 valeva all’incirca quanto Shell in Borsa” mentre oggi “capitalizza poco più di un terzo della concorrente, intorno ai 55 miliardi di sterline ossia 73,3 miliardi di dollari contro quasi 150 miliardi”, ha scritto il Sole 24 Ore.
PERFOMANCE DI SHELL NEL I TRIMESTRE 2025 SOPRA LE PREVISIONI
Shell, invece, ha registrato performance nel primo trimestre superiori alle previsioni, raggiungendo i 5,58 miliardi di dollari. La compagnia è pronta a spendere 3,5 miliardi di dollari per il riacquisto di azioni nel corso del secondo trimestre dell’anno.
Shell ha attualmente una capitalizzazione di mercato due volte superiore a quella di BP, a quasi 200 miliardi di dollari contro i 74 miliardi di dollari di BP.