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Libia

Stop a gas e petrolio dalla Libia. Ecco cosa succede

La Noc ha dichiarato la causa di forza maggiore a Sharara, El Feel, ed è stata costretta a bloccare l’export di gas e petrolio da Zueitina, Mellitah, Sarir e AGOCO

Torna il caos in Libia sulla produzione di petrolio e gas. Un duro colpo per l’Europa e per l’Italia che in questo momento stanno cercando di ‘sganciarsi’ dagli approvvigionamenti russi.

STOP A SHARARA

La National Oil Corporation (NOC) ha dichiarato la forza maggiore sul giacimento di Sharara, che è il principale fornitore della raffineria di Zawiya che alimenta il mercato locale di combustibili. “Un gruppo di individui ha esercitato pressioni sui lavoratori del giacimento petrolifero di Sharara, costringendoli a interrompere gradualmente la produzione sul campo”, ha affermato NOC, spiegando che questo passaggio ha reso impossibile l’attuazione dei propri obblighi contrattuali.

Ieri secondo quanto si legge sul Libya Observer Noc aveva invece annunciato lo stato di forza maggiore nel porto di Zueitina e aveva avvertito dell’inizio di una dolorosa ondata di chiusure in occasione del boom dei prezzi del petrolio e del gas nei mercati globali.

Le interruzioni, ha comunicato l’azienda petrolifera libica, sono state causate anche in questo caso dall’ingresso di un gruppo di persone nel porto di Zueitina e hanno impedito ai lavoratori di continuare il lavoro per preparare le esportazioni di idrocarburi. Lo stesso era avvenuto nel giorno di Pasqua per il giacimento petrolifero di El Feel.

LE DICHIARAZIONI DI NOC

“Dopo la chiusura forzata del campo El-Feel di ieri sera, i lavoratori delle aziende: Zueitina, Mellitah, Sarir e AGOCO domenica 17 aprile 2022, sono stati costretti a chiudere completamente e gradualmente la produzione, compresi i campi: Abuatufol, Al -Intisar, Anakhla e Nafura prodotte attraverso Zueitina, oltre alla chiusura della produzione dell’impianto di gas del porto di Zueitina, mentre la produzione di energia elettrica sarà parzialmente influenzata nelle stazioni di Zueitina e nel nord di Bengasi, e la carenza di condensati porterà a una carenza di forniture di gas da cucina nella regione orientale”.

Il presidente di NOC Mustafa Sanallah ha affermato che l’azienda per questi motivi è obbligata a dichiarare lo stato di forza maggiore nel porto petrolifero di Zueitina, compresi tutti i giacimenti e le stazioni di produzione associate a questo porto e alle strutture di spedizione fino a nuovo avviso.

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