La Russia rappresenta ancora quasi un quinto della domanda europea di gas. E questo pone dei problemi soprattutto per i paesi che ancora vengono riforniti con il combustibile russo.
La proposta dell’Unione Europea di vietare tutto l’import di gas russo entro la fine del 2027 sta preparando il terreno per un acceso dibattito, con alcuni Stati membri preoccupati che ciò possa far aumentare i prezzi dell’energia e costare alle aziende milioni di euro in spese legali.
BRUXELLES HA DEFINITO LA PROPOSTA LEGISLATIVA
Intanto la Commissione europea ha definito oggi la legislazione necessaria per porre fine alla dipendenza dell’Unione dalle forniture di gas naturale liquefatto e gasdotto da Mosca, a partire dal divieto di nuovi accordi a partire dal prossimo anno. Le forniture ai sensi di contratti esistenti di durata inferiore a un anno saranno interrotte al più tardi a partire dal 17 giugno 2026. Mentre entro la fine del 2027 entrerebbe in vigore il divieto di spedizioni nell’ambito di accordi a lungo termine esistenti.
VON DER LEYEN: LA RUSSIA HA RIPETUTAMENTE TENTATO DI RICATTARCI
“La Russia ha ripetutamente tentato di ricattarci trasformando in armi le sue forniture energetiche – ha dichiarato la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen in un comunicato stampa -. Abbiamo adottato misure chiare per chiudere il rubinetto e porre fine per sempre all’era dei combustibili fossili russi in Europa”.
LA RUSSIA RAPPRESENTA ANCORA QUASI UN QUINTO DELLA DOMANDA EUROPEA, PER QUESTO NON TUTTI I PAESI SONO D’ACCORDO CON LO STOP
Pur non essendo più il principale fornitore dell’Unione, la Russia rappresenta ancora quasi un quinto della domanda europea. E questo pone dei problemi soprattutto per i paesi che ancora vengono riforniti con il combustibile russo. I negoziati sulla proposta europea di stop al gas russo dovranno concludersi entro la fine dell’anno affinché la dismissione possa iniziare, in linea con il piano della Commissione, il 1° gennaio 2026, una tempistica serrata per quello che è spesso un lungo processo decisionale nell’UE. Anche le regole dell’Unione per porre fine alla dipendenza nucleare dalla Russia saranno proposte in un secondo momento.
LA SPAGNA VUOLE EVITARE LE PENALI PER LA RISOLUZIONE DEI CONTRATTI CON LE AZIENDE
Una preoccupazione tra alcuni Stati membri, tra cui la Spagna, è se la legge avrà la forza giuridica necessaria per consentire agli acquirenti di invocare la forza maggiore ed evitare pesanti sanzioni derivanti dalla risoluzione dei contratti in essere. Vi sono anche preoccupazioni circa l’impatto sui prezzi, soprattutto in un momento in cui l’UE sta lottando per mantenere la competitività delle sue industrie a livello globale.
Il governo di Madrid, secondo alcune fonti, avrebbe chiesto alla commissione di valutare un meccanismo di indennizzo per le aziende che incorrono in sanzioni per la risoluzione dei contratti. Per Bruxelles, tuttavia, il regolamento, basato sulle politiche commerciali ed energetiche dell’UE, è sufficientemente rigoroso da giustificare la risoluzione dei contratti.
OBBLIGO A CHI IMPORTA GAS SI FORNIRE TUTTI I DETTAGLI DELLA PRODUZIONE E DEL CARICO
Per far rispettare il divieto, la Commissione intende obbligare gli importatori a fornire maggiori dettagli sul trasporto, come l’origine della produzione, l’identità delle parti o il porto di primo carico per le importazioni di GNL. La decisione sull’origine russa del gas spetterà alle autorità doganali, che collaboreranno con la Commissione e le autorità europee di regolamentazione dell’energia.
Per coordinare meglio il passaggio dall’energia russa, i governi nazionali presenteranno piani per dimostrare come intendono porre fine alle spedizioni di gas entro la fine del 2027. Piani simili saranno necessari per l’eliminazione graduale del petrolio russo, già ampiamente vietato dalle sanzioni europee.
BASTA SANZIONI PERCHÉ SERVE L’UNANIMITÀ (UNGHERIA E SLOVACCHIA SONO CONTRARIE)
La Commissione europea ha deciso di non ricorrere a sanzioni sul gas a causa della regola dell’unanimità di tutti i 27 Stati membri. E ha invece proposto una misura basata sul sostegno a maggioranza ponderata che le consentirebbe di aggirare le obiezioni di Ungheria e Slovacchia. Tuttavia, alcuni paesi sostengono l’obiettivo di porre fine ai flussi di gas russo, ma hanno riserve sui mezzi per farlo. L’Austria, ad esempio, ha ammonito che le norme potrebbero mettere a dura prova le infrastrutture del gas dell’UE e ha voluto valutare la possibilità di rivalutare le regole qualora si raggiungesse un accordo di pace tra Ucraina e Russia, hanno detto le fonti, chiedendo di non essere identificate poiché le discussioni sono private. La proposta della Commissione prevede comunque la possibilità di rivedere il regolamento in caso di rischi per la sicurezza dell’approvvigionamento.