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Agenda Camera e Senato

Stop all’eolico offshore: Governo esclude incentivi, mettendo a rischio transizione: l’interrogazione M5S

I due deputati M5s Fede e Traversi hanno chiesto al Ministro dell’Ambiente di chiarire “le ragioni dell’esclusione”, di “fornire un programma per l’attivazione delle aste” e di specificare se vi sia “l’intenzione di aumentare, entro il 2025, i volumi riservati all’eolico offshore”.

Il Governo ha bloccato l’avanzata dell’energia eolica offshore, escludendola dalla ripartizione degli incentivi previsti dal decreto Fer2. Con la pubblicazione del decreto direttoriale del 7 maggio 2025, infatti, “nessun megawatt è stato destinato all’eolico offshore, né galleggiante né su fondazioni fisse”, una decisione che rischia di ostacolare gli obiettivi di transizione ecologica e di frenare lo sviluppo industriale del Paese.

L’INTERROGAZIONE DI TRAVERSI E FEDE

La denuncia arriva direttamente dal Parlamento, attraverso un’interrogazione a risposta scritta presentata giovedì 24 luglio 2025 dai deputati del Movimento 5 Stelle Roberto Traversi e Fede al Ministro dellAmbiente e della sicurezza energetica. Nell’atto parlamentare si evidenzia come, nonostante l’eolico in mare sia formalmente incluso tra le tecnologie sostenibili ammissibili ai fondi del decreto Fer2, sia stato di fatto escluso dalle procedure competitive appena aperte.

LE CRITICHE

Questa scelta è definita “una mancanza del tutto inspiegabile” da molti operatori del settore. L’Aero (Association of Offshore Renewable Energies), che riunisce i principali attori della filiera, ha espresso pubblicamente forte preoccupazione per la decisione dell’Esecutivo.

L’associazione sottolinea come questa mossa vada in controtendenza rispetto agli impegni presi dall’Italia in sede europea per la decarbonizzazione al 2030 e 2050. A rendere la situazione ancora più critica, si ricorda che il calendario per le aste dedicate all’eolico in mare era atteso entro il 31 marzo 2025 e che proprio questa tecnologia avrebbe dovuto rappresentare oltre il 90% della capacità incentivabile prevista dallo stesso decreto Fer2.

L’eolico marino è considerato la fonte rinnovabile con il più alto potenziale in termini di potenza installabile, costanza di produzione e innovazione tecnologica, con significative ricadute economiche. L’esclusione dagli incentivi lascia ora in stallo numerosi progetti, alcuni dei quali avevano già ottenuto le autorizzazioni ambientali e attendevano solo un quadro normativo chiaro e meccanismi di sostegno dedicati per partire. Di conseguenza, anche importanti attività cantieristiche e infrastrutturali, con le relative ricadute occupazionali dirette e indirette, rimangono bloccate.

Dal canto suo, il Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci, ha pubblicamente dichiarato che avrebbe sollevato il tema dell’offshore in sede di Coordinamento dei Ministri entro la fine del mese. Un punto cruciale della discussione riguarda i porti, considerati gli hub logistici indispensabili per l’installazione dei parchi eolici. In quest’ottica, appare sempre più strategica una riforma del sistema portuale che semplifichi le procedure e definisca chiaramente ruoli, processi e destini degli scali marittimi, poiché, come sottolineato nell’interrogazione, “non ci può essere un impianto in alto mare se non c’è un porto o una nave attrezzata”.

Alla luce di questa situazione, i due deputati hanno chiesto al Ministro di chiarire “le ragioni dell’esclusione”, di “fornire un programma per l’attivazione delle aste” e di specificare se vi sia “l’intenzione di aumentare, entro il 2025, i volumi riservati all’eolico offshore”.

L’INTERROGAZIONE

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05623
presentato da
TRAVERSI Roberto
testo di
Giovedì 24 luglio 2025, seduta n. 517

TRAVERSI e FEDE. — Al Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:

con la pubblicazione del decreto direttoriale del 7 maggio 2025, che definisce i contingenti per la seconda procedura di incentivazione del decreto ministeriale Fer2, il Governo ha confermato che: «Nessun megawatt è stato destinato all’eolico offshore, né galleggiante né su fondazioni fisse», nonostante, sulla carta, il decreto Fer2 includa l’eolico offshore tra le fonti sostenibili ammissibili;

questa appare una scelta che potrebbe ostacolare in modo rilevante il raggiungimento degli obiettivi nazionali in materia di transizione ecologica e sviluppo industriale. Non aver prevista da parte dell’esecutivo alcuna quota di capacità produttiva per l’energia eolica offshore, per molti operatori del settore pare essere a tutti gli effetti una mancanza del tutto inspiegabile. La stessa Aero, Association of offshore renewable energies, associazione che riunisce i principali attori della filiera dell’eolico marino in Italia ha pubblicamente affermato di essere preoccupati per la scelta di questo Esecutivo, soprattutto alla luce degli impegni presi dall’Italia a livello europeo per la decarbonizzazione al 2030 e al 2050. Infatti, si ricorda che il calendario delle aste per l’eolico in mare era atteso entro il 31 marzo 2025, e che proprio questa tecnologia rappresenta oltre il 90 per cento della capacità incentivabile prevista dallo stesso decreto Fer2;

l’eolico marino appare effettivamente la fonte rinnovabile con il maggior potenziale in termini di potenza installabile, costanza di produzione, innovazione tecnologica e risvolti economici, eppure progetti con autorizzazioni ambientali spesso già ottenute, resteranno in stallo in attesa di un quadro regolatorio chiaro e di meccanismi di sostegno dedicati;

quindi, sebbene l’eolico offshore sia formalmente incluso tra le tecnologie incentivabili dal Fer2, di fatto è stato escluso dalle procedure competitive ora aperte;

alcuni dei progetti bloccati prevedono anche importanti attività cantieristiche e infrastrutturali, con ricadute occupazionali dirette e indirette;

il Ministro Musumeci ha pubblicamente affermato che avrebbe portato il tema dell’offshore al Coordinamento dei Ministri alla fine di questo mese. I porti rappresentano il nodo di svolta su cui puntare, in quanto rappresentano gli hub logistici per l’installazione dei parchi offshore e in questa ottica appare sempre più rilevante e strategico avviare una vera e innovativa riforma del sistema portuale in cui vengano semplificate le procedure e identificati i ruoli, i processi, le sfide e i destini dei porti, perché non ci può essere un impianto in alto mare se non c’è un porto o una nave attrezzata –:

alla luce di queste evidenze, quali siano le ragioni dell’esclusione, se possa fornire un programma per l’attivazione delle aste e se abbia intenzione di aumentare, entro il 2025, i volumi riservati all’eolico offshore.

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