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Quanto storage in Ue nel 2050? Risponde Ease

I risultati dello studio pubblicato dall’Associazione europea per lo stoccaggio di energia

Entro il 2050 il fabbisogno totale di stoccaggio dell’energia sarà compreso tra 70 e 220 GW rispetto ai 45GW di oggi all’interno dell’Unione europea. Mentre la capacità di stoccaggio dell’energia sarà compresa tra 1500 e 5500 GWh rispetto ai circa 300GWh attualmente esistenti attraverso i sistemi di pompaggio idroelettrico. È quanto emerge da uno studio pubblicato dall’Associazione europea per lo stoccaggio di energia (Ease) dal titolo “In che modo l’evoluzione del sistema energetico influenzerà le esigenze di stoccaggio dell’energia?”.

PIÙ CI SARANNO OPZIONI ALTERNATIVE DI FLESSIBILITÀ MINORE SARÀ LA DOMANDA DI STOCCAGGIO

rinnovabiliLe stime si basano su uno scenario che prevede che la quota combinata di energia eolica e solare nella produzione di energia elettrica raggiunga il 35% in tutta l’Ue entro il 2050. Tenendo conto di una quota più elevata di energie rinnovabili, la stima della domanda di stoccaggio diventerebbe, naturalmente, molto più elevata. Lo studio indica, inoltre, che più verranno consentite opzioni alternative di flessibilità (ad esempio una migliore interconnessione della rete, una maggiore gestione lato domanda, un parco termico altamente flessibile), minore sarà la domanda di stoccaggio di energia derivata per un determinato grado di produzione variabile di energia rinnovabile.

IPOTESI UNICHE, OGNI STUDIO È A SÉ

Ease ricorda, tuttavia, che ogni studio sulla domanda di stoccaggio si basa su ipotesi uniche per quanto riguarda le opzioni alternative di flessibilità e ciò comporta differenze significative tra le stime della domanda di stoccaggio proposte nei vari report. “Pur non potendo fornire una stima precisa della futura domanda di stoccaggio, il presente studio fornisce preziose indicazioni su come l’evoluzione del sistema energetico (in particolare per quanto riguarda l’introduzione di diverse opzioni di flessibilità) possa incidere sul fabbisogno di stoccaggio dell’energia da un punto di vista tecnico. Tuttavia, lo studio non risponde alla domanda cruciale se la capacità di stoccaggio dell’energia necessaria possa essere costruita in modo economico nell’ambiente di progettazione del mercato esistente”.

PER EASE SERVE MIX EFFICIENTE DI OPZIONI DI FLESSIBILITÀ

Infatti, nella prospettiva attuale, lo storage “può sembrare costoso rispetto ad altre opzioni. Tuttavia, anche queste altre opzioni di flessibilità devono affrontare sfide importanti. Per questo Ease è fermamente convinto che per “mitigare i vari rischi sia necessario un mix efficiente di opzioni di flessibilità e che lo stoccaggio di energia debba essere una priorità per i responsabili politici dell’Ue che cercano di sostenere la transizione verso un sistema energetico decarbonizzato”.

PER EASE È ESSENZIALE RIPROGETTARE IL MERCATO DELL’ENERGIA Co2

“Una delle questioni chiave per lo sviluppo dell’accumulo dell’energia è la progettazione del mercato dell’energia – sottolinea Ease –. Essa dovrebbe mirare a creare condizioni di sicurezza a lungo termine per gli investimenti, chiarezza sulla posizione dello stoccaggio nel sistema energetico e parità di condizioni per lo stoccaggio dell’energia, in modo che quest’ultimo possa competere su una base equa e paritaria con le opzioni alternative in materia di flessibilità. Se lo stoccaggio apporta un valore aggiunto al sistema, dovrebbe essere possibile e disponibile un’adeguata remunerazione. Tra gli aspetti particolarmente importanti del quadro normativo per lo stoccaggio figurano il prezzo della CO2 (un prezzo elevato per la CO2 consente un’ampia diversificazione dei prezzi e quindi migliori entrate per lo stoccaggio), la remunerazione della capacità, l’organizzazione dei mercati di bilanciamento, ecc”. Un’altra questione è il riconoscimento che Power to  Gas, il Power to Heat/Cold, e il Power to Liquids “possono, nel lungo termine e visti continui miglioramenti in termini di efficienza, diventare preziosi elementi di flessibilità”. Queste tecnologie potrebbero quindi “consentire il trasferimento di maggiori quantità di elettricità in vari settori (integrazione settoriale) e ridurre, l’uso di combustibili fossili e le emissioni di CO 2 per l’approvvigionamento energetico complessivo”.

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