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Stretta di mano Putin-Erdogan sul Turkish Stream

Terminata la parte offshore della conduttura e confermata la piena operatività entro il 2019. Ancora tutta da decidere la rotta della seconda “gamba” del gasdotto: Serbia, Bulgaria, Ungheria tutti in fila per il gas russo

È arrivato il giorno tanto atteso dal presidente russo Vladimir Putin e dal collega turco Recep Erdogan, quello dell’inaugurazione ufficiale per il gasdotto Turkish Stream che chiude i lavori del tratto offshore. La prima tratta, dalla capacità di 15,7 miliardi di metri cubi di gas l’anno, porterà attraverso il Mar Nero, combustibile direttamente in Turchia. Mentre l’altro ramo, ancora da costruire, attraverserà il territorio turco fino al confine occidentale, trasportando gas naturale verso i paesi del sud e sud-est dell’Europa.

PUTIN: TURKISH STREAM NON È DIRETTO CONTRO NESSUNO

Durante l’inaugurazione dell’opera il presidente russo Vladimir Putin ha risposto indirettamente a quanti hanno criticato l’uso politico dell’infrastruttura, in particolare l’amministrazione Trump, molto critica nei confronti di progetti come il Turkish Stream e soprattutto del Nord Stream 2. “Progetti di questo tipo, e questo progetto in particolare, non sono diretti contro gli interessi di nessuno. I progetti di questo tipo hanno un carattere puramente costruttivo, mirano a sviluppare il rapporto tra gli Stati, a creare condizioni sostenibili per lo sviluppo dell’economia, per la crescita del benessere dei cittadini dei nostri paesi”, ha detto Putin secondo quanto riferisce Sputnik, aggiungendo che l’auspicio è di confermare il 2019 come data ultima di operatività dell’infrastruttura.

PESKOV: PROSPETTIVE DI CREAZIONE DI UN NETWORK GRAZIE A TURKISH STREAM

Il progetto del Turkish Stream ha un potenziale enorme sui paesi attraversati. E infatti ci sono prospettive molto vantaggiose per la creazione di un network di gasdotti. Lo ha chiarito lo stesso portavoce del Cremlino Dmitry Peskov – secondo quanto riferito dall’agenzia Sputnik – evidenziando come le quantità di combustibile che verranno trasportate non potranno essere assorbite integralmente da Ankara e che allo stesso tempo l’Europa ha bisogno di ricevere gas. “Quindi ci sono ampie prospettive per la creazione di un network”, ha precisato Peskov.

LAVROV: TURKISH STREAM POTREBBE ATTRAVERSARE LA SERBIA

Uno dei possibili percorsi del gasdotto turco verso l’Europa potrebbe attraversare il territorio serbo, secondo il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov in un’intervista al quotidiano The Serbian Telegraph. “Attualmente sono in fase di sviluppo varie opzioni per l’estensione del gasdotto sul territorio europeo, anche attraverso la Bulgaria, la Serbia, l’Ungheria fino al nodo del gas di Baumgarten in Austria”, ha aggiunto Lavrov ricordando la “triste esperienza del South Stream e non vorremmo che la situazione si ripetesse. Saremo pronti ad iniziare i lavori – ha ammesso – solo dopo che avremo ricevute solide garanzie dall’Unione Europea”.

ATENE OFFRE A BRUXELLES DI TRASFORMARE IL ‘TURKISH STREAM’ IN ‘GREEK STREAM’ 

Il primo ministro greco Alexis Tsipras, intervenendo al terzo vertice di Salonicco 2018, al quale hanno partecipato i deputati bulgari e serbi e il vice presidente della Romania, ha annunciato che la Grecia sta promuovendo attivamente l’iniziativa di realizzazione del Turkish Stream al confine greco-turco. Tsipras ha ricordato, in particolare, che è allo studio la possibilità di rimuovere un ramo del gasdotto del Mediterraneo orientale (EastMed), un progetto congiunto tra Grecia, Israele, Italia e Cipro, con rotta verso i Balcani. “Stiamo promuovendo significative prospettive a Bruxelles per l’espansione del gasdotto turco verso la Grecia”, ha affermato il primo ministro alla Tass. Secondo Tsipras, il completamento del Corridoio meridionale del gas è un progetto di fondamentale importanza per la Grecia e serve anche come elemento della strategia energetica dell’Ue in particolare per il collegamento del Tap all’interconnecor Grecia – Bulgaria (IGB) e al corridoio tra Macedonia e Grecia per fornire gas naturale ai paesi dei Balcani occidentali.

L’ANALISTA RUSSO: PASSARE PER LA BULGARIA SAREBBE MENO COSTOSO

gasdottoUn importante analista del National Energy Security Fund, Igor Yushkov, docente presso l’Università finanziaria del governo russo, parlando con il sito Vestnik Kavkaza, ha ammesso che il percorso greco come estensione del Turkish Stream non sembra essere una priorità, poiché gestire un secondo gasdotto verso la Bulgaria sarebbe più economico per la Russia. In questo caso, dalla Bulgaria il gasdotto passerà lungo il vecchio tracciato del South Stream verso la Serbia, poi verso l’Ungheria e l’Austria. Lungo il percorso, questa linea probabilmente esporterà il gas anche in Bulgaria, Grecia, Serbia e Ungheria, mentre il gas rimanente sarà ridistribuito a nord e ad ovest. Il principale vantaggio di questa opzione è che non c’è bisogno di progettare nulla, ci sono accordi con i gestori locali del sistema di trasporto del gas”. Secondo Yushkov, quindi, sono due le possibilità passando per la Grecia: “Verso il sud dell’Italia (anche se il consumo di gas è basso e si sta costruendo già il Corridoio meridionale del gas) o verso la Serbia e da lì attraverso l’Ungheria fino all’Austria, bypassando la Bulgaria. Penso che la battaglia principale per la seconda linea del Turkish Stream inizierà dopo la costruzione del Nord Stream 2. A differenza della situazione del Nord Stream 2, sarà necessario combattere non con la potente Germania, ma con paesi dell’Europa meridionale molto deboli e indipendenti. Sarà molto più facile interrompere questo progetto”, ha sottolineato l’analista.

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