Advertisement vai al contenuto principale
Petrolio

Sudafrica, capacità di raffinazione dimezzata fino al 2022

Il settore della raffinazione del Sudafrica è in difficoltà, a causa di incendi e di lavori di manutenzione negli impianti

Il Sudafrica potrebbe veder quasi dimezzata la propria capacità di raffinazione del petrolio almeno fino al 2022. La società di consulenza CITAC prevede la chiusura, fino a quella data, degli impianti posseduti da Glencore e Petronas, che insieme valgono il 43 per cento della capacità del paese.

I PROBLEMI AGLI IMPIANTI

Astron Energy, azienda legata a Glencore, deve infatti ancora riattivare le operazioni alla raffineria di Città del Capo, da 100mila barili al giorno, dopo l’esplosione avvenuta lo scorso luglio. E anche Engen Holdings, posseduta dalla società petrolifera malaysiana Petronas, ha sospeso la produzione all’impianto di Durban a dicembre, dopo un incendio.

In mancanza di capacità domestica, il Sudafrica dovrà puntare maggiormente sulle importazioni di combustibile. Tutte le quattro raffinerie del paese – dalla capacità complessiva di oltre 500mila barili di petrolio al giorno – sono sotto manutenzione o hanno avuto incidenti.

UN SETTORE IN DIFFICOLTÀ

Oltre ad aver subito l’impatto della pandemia di coronavirus, l’industria della raffinazione dovrà probabilmente spendere di più per l’aggiornamento dei macchinari a causa delle politiche governative per la promozione di combustibili “puliti”, ha scritto Bloomberg.

Non sono solo le raffinerie, poi: anche la società statale dell’energia elettrica, Eskom, è in serie difficoltà finanziarie e in Sudafrica continuano ad esserci interruzioni di corrente.

RICONVERSIONI E VALUTAZIONI

Engen potrebbe avere intenzione di chiudere la propria raffineria (da 120mila barili al giorno) nel 2023 e forse di convertirlo in un terminal di stoccaggio di carburante. Elitsa Georgieva, analista per CITAC, ha detto a Bloomberg che, se davvero Engen ha intenzione di chiudere l’impianto in due anni, non ha senso che investa dei soldi nella ripresa delle attività.

Anche il futuro della raffineria SAPREF, una joint venture tra le compagnie petrolifere Shell e BP, è incerto perché Shell sta valutando cosa fare della sua partecipazione.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su