Advertisement Skip to content
Gas

Sul gas spiragli Ue al cap. Via libera agli stoccaggi comuni gas dall’Europarlamento

Busia (Anac) chiede di estendere il modello di acquisti comuni Ue a petrolio e gas mentre la Germania dichiara lo stato di allerta. Politica italiana compatta

Cresce ancora il prezzo del gas al TTF di Amsterdam, la borsa di riferimento per l’Europa, con punte fino a 133 euro per MWh. Ma la buona notizia arriva da Bruxelles, in vista del Consiglio europeo dove l’Italia sta lavorando per far inserire nelle conclusioni del vertice un riferimento al price cap del gas, alla stregua di quanto avvenuto durante le conclusioni del vertice di maggio che invitavano la Commissione europea a esplorare l’opzione di un tetto ai prezzi del combustibile.

MINISTRO CINGOLANI SODDISFATTO

Soddisfatto il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani che – a margine di un evento Anci – ha parlato di grande successo già nell’inserimento del tema a Bruxelles, senza considerare che già il fatto che circoli questa ipotesi, ha chiosato il ministro, rappresenta un deterrente ai picchi di prezzo per il mercato.

BUSIA (ANAC): ESTENDERE IL MODELLO DI ACQUISTI COMUNI UE ANCHE A PETROLIO E GAS

Nella relazione annuale dell’Anac alla Camera, il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Giuseppe Busia, ha invece chiesto di estendere modello acquisti comuni a livello europeo anche a petrolio e gas facendo tesoro delle esperienze maturate per gli acquisti dei vaccini durante la pandemia: “Ha consentito di aggregare la domanda degli Stati membri, acquisendo un ben più forte potere contrattuale nei confronti delle multinazionali del farmaco. Occorre, ora, estendere tale esperienza anche ad altri settori, a partire dagli acquisti di petrolio, gas e delle altre fonti energetiche, valorizzando così il programma RePower Eu, appena lanciato dalla Commissione europea. Mettere in comune la domanda dei Paesi membri significa rafforzare l’autorevolezza internazionale delle istituzioni europee, guadagnando maggiore potere negoziale per ottenere migliori condizioni di acquisto, riducendo anche la dipendenza da paesi terzi”, le parole di Busia.

CRISOSTOMO (ENEL): IMPEGNATI AD AUMENTARE STOCCAGGIO GAS

Enel, una delle realtà italiane particolarmente impegnate in questo periodo ad aiutare il paese di fronte alla crisi del gas, è “in linea” con i target di stoccaggio gas, secondo quanto ha affermato il presidente Michele Crisostomo in un’intervista al Sole 24 Ore. “La nostra parte, da garantire entro ottobre, è pari a 0,6 miliardi di metri cubi di gas. Al momento abbiamo eseguito stoccaggi per 0,3 miliardi di metri cubi. Abbiamo però fatto un passo ulteriore. Abbiamo acquisito la disponibilità, acquistando capacità da attingere dai rigassificatori, per ulteriori 0,5 miliardi di metri cubi di gas. Tutto questo ci permetterà di coprire il fabbisogno per le nostre centrali a gas e per le forniture ai nostri clienti, in linea con quanto fatto negli anni precedenti”.

Non solo. Enel si è inoltre impegnata “ad aumentare ulteriormente lo stoccaggio di gas fino a un miliardo. La quantità in eccesso, rispetto a 0,6 miliardi di metri cubi, corrisponde al contributo che possiamo dare alla sicurezza del sistema”. Anche sul carbone “ci siamo mossi, in coordinamento con il governo, per tempo per garantire il fabbisogno. L’obiettivo è avere, come per gli stoccaggi di gas, è avere una copertura che consenta di garantire il fabbisogno per un anno”. Infatti, la produzione
di energia elettrica da carbone “è già significativamente aumentata” e da febbraio “è già partita la misura di sicurezza del sistema per ridurre al minimo l’uso del gas”.

LA GERMANIA ALZA IL LIVELLO DI ALLERTA. MOSCA: NOI FORNITORI AFFIDABILI

Nel frattempo, se l’Italia ha deciso di non innalzare il livello di allarme sul gas nelle riunioni di questi giorni del Comitato gas e del ministro con i principali operatori italiani, la Germania ha deciso oggi di attivare il primo stato di allarme, complice il calo di forniture provenienti dal Nord Stream 1 a causa della manutenzione di alcune turbine. La Russia ha però tenuto a ribadire di essere un fornitore affidabile dell’Europa, come ha ribadito oggi il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov che ha precisato il fatto che la Germania è stata avvertita anche della manutenzione programmata del gasdotto che avverrà dall’11 al 21 luglio.

PROSEGUE LA STRATEGIA EUROPEA E ITALIANA SUGLI STOCCAGGI

In ogni caso prosegue senza sosta la strategia europea – e italiana – di riempimento degli stoccaggi gas in vista del prossimo inverno. Cingolani ha rimarcato ancora una volta che il nostro paese, assieme a tutti gli stakeholder coinvolti, ha intenzione di centrare l’obiettivo del 90% di riempimenti deciso dall’Europa (nei giorni scorsi eravamo al 54%). Mentre la plenaria del Parlamento europeo ha votato proprio in queste ore un testo che chiede il riempimento degli stoccaggi di almeno l’80% entro il 1° novembre per proteggere i cittadini europei da eventuali shock di approvvigionamento e considera gli impianti di immagazzinamento del combustibile come infrastrutture critiche.

TIMMERMANS: AD AGOSTO PRIMA VERIFICA SUI LIVELLI DI STOCCAGGIO UE

Durante il dibattito il vicepresidente esecutivo della Commissione europea e commissario al Green Deal Frans Timmermans ha sottolineato ancora una volta la necessità dell’Europa di raggiungere una “sovranità energetica” nel lungo termine grazie a rinnovabili e risparmio energetico. Naturalmente la priorità, ha affermato, rimane lo stoccaggio, almeno in questo momento, annunciando una prima verifica dei livelli nei vari paesi europei a partire da agosto. Al momento il livello medio dei vari paesi europei si attesta intorno al 50%, un livello comunque più alto rispetto allo scorso anno, malgrado 12 paesi membri siano stati colpiti dal taglio unilaterale delle forniture di gas da parte della Russia e altri 10 abbiamo dichiarato un primo stato di allarme.

LE POSIZIONI DELLA POLITICA ITALIANA

A livello politico sono tutti concordi per realizzare un cap al prezzo del gas a livello europeo. Il segretario del Pd Enrico Letta ha fatto un plauso al fatto che nelle conclusioni del vertice Ue si sia fatta un’apertura al tetto del prezzo del gas. Il price cap al Gas a livello europeo rappresenta “una strada che noi volevamo percorre fin dall’inizio.

“Sosteniamo con forza la linea del governo per il price cap europeo sul Gas, che raccoglie una proposta avanzata per prima da Forza Italia. Le nostre produzioni industriali e gli utenti domestici vanno salvaguardati: è arrivato il momento di un’azione politica a tutela dell’economia reale”, ha dichiarato il deputato e responsabile del Dipartimento energia di Forza Italia Luca Squeri.

Stesso discorso per Tiziana Beghin, capodelegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo, che nel suo intervento in plenaria ha affermato che per “affrontare il prossimo inverno è imperativo riempire i depositi strategici di gas. Tuttavia il costo proibitivo della materia prima interferisce con questa operazione. Il prezzo del gas si aggira oggi intorno ai 120 euro al megawatt ora contro nemmeno 19 euro un anno fa e questo non è dovuto solamente alla guerra in Ucraina e alle interferenze russe, ma anche all’ingestibile speculazione che affligge i mercati internazionali. Il Movimento 5 Stelle chiede subito un tetto massimo al prezzo del gas, affiancato da una tassa sulle
transazioni finanziarie nei mercati dell’energia per legare le mani agli speculatori. Chiediamo anche alla Commissione di procedere all’acquisto congiunto di gas, ma senza dimenticare il vero obiettivo nel lungo periodo: la transizione ecologica, che potrà essere raggiunta solo tramite un nuovo Recovery fund europeo”.

Stesso linea di pensiero anche per il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida che a Omnibus su La7 ha parlato di un meccanismo di compensazione “per quelle Nazioni che pagheranno più di altre le conseguenze derivanti dalle sanzioni imposte alla Russia”. Una proposta di FDI “è stata approvata ieri alla Camera. Chiediamo anche che venga istituita in Europa una centrale unica per gli acquisti del GAS. Solo così possiamo dare un senso ad una UE che, negli anni, si è dimostrata vessatoria con alcuni Stati e debole su diplomazia e politiche energetiche”.

“E’ necessario mettere al più presto un tetto al prezzo del GAS, e su questo il ritardo europeo è inaccettabile, ma anche tornare al prezzo amministrato dei carburanti almeno fino alla fine dell’anno. E’ necessario governare il prezzo dei carburanti e dell’energia o si rischia la bomba sociale”, ha infine affermato il capogruppo di LeU a Montecitorio Federico Fornaro.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

Torna su