Skip to content
concessioni idroelettriche

Sulle concessioni idroelettriche è scontro sul Corriere: De Bortoli contro Giavazzi (e Antitrust)

L’ex direttore sposa la linea delle aziende contrarie alle gare, entrando in rotta di collisione con l’economista e l’Authority. Al centro del dibattito, un business strategico da cui dipende il 15% dell’energia nazionale.

Un dibattito ad alta tensione si consuma sulle pagine del Corriere della Sera e mette in contrapposizione due delle sue firme più autorevoli: l’ex direttore Ferruccio de Bortoli e l’economista Francesco Giavazzi. Oggetto del contendere è il futuro delle concessioni idroelettriche, un tema che de Bortoli, nel suo ultimo editoriale per l’inserto L’Economia, definisce un “concentrato potenzialmente esplosivo” che intreccia transizione energetica, caro-bollette e concorrenza. La posizione espressa da De Bortoli, a favore di un approccio cauto e protettivo verso gli attuali gestori, si scontra frontalmente con la linea liberale sostenuta in passato da Giavazzi e ribadita con forza dall’Antitrust.

UNA RISORSA STRATEGICA AL BIVIO: IL NODO DELLE GARE

La questione è tanto complessa quanto cruciale. Le concessioni per le centrali idroelettriche, che garantiscono circa il 15% della produzione elettrica italiana, sono state prorogate per quasi un secolo. Entro il 2029, però, l’86% di esse sarà scaduto. Il governo Draghi, nel 2021, aveva legato l’apertura di gare pubbliche per il riaffidamento di queste concessioni agli obiettivi del PNRR, ma ad oggi tutto è fermo. Il motivo risiede in un intreccio di interessi economici e politici che vede gli stessi concessionari – colossi come Enel, A2A, Edison e Iren – opporsi alle gare per non perdere una fonte di ingenti ricavi.

LA TESI DI DE BORTOLI: “NON FACCIAMO GLI INGENUI CON LE GARE”

Nel suo editoriale, Ferruccio de Bortoli sposa di fatto le tesi dei grandi concessionari, pur senza nominarli esplicitamente. Sottolinea come gli impianti necessitino di continui e costosi interventi di ammodernamento, difficilmente ammortizzabili con concessioni brevi, e come il loro ritorno economico sia inferiore alla media europea. “Anche chi ama le liberalizzazioni”, scrive De Bortoli, “non vorrebbe fare la figura dell’ingenuo aprendo a gare con colossi stranieri, anche finanziari, fortemente competitivi grazie alle protezioni dei loro Paesi”. La sua analisi si chiude con una critica velata al presidente dell’Antitrust, Roberto Rustichelli, accusato di una “rigida applicazione di principi forse non più attuali”.

LA LINEA DURA DELL’ANTITRUST E DI GIAVAZZI: “URGENTE APRIRE AL MERCATO”

La posizione di De Bortoli è diametralmente opposta a quella dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. In una recente audizione in Senato, il presidente Rustichelli ha definito “urgente” l’adozione di procedure di gara “competitive, eque e trasparenti”. L’Antitrust ha evidenziato come gli impianti idroelettrici siano una risorsa scarsa e come i margini operativi lordi del settore raggiungano picchi del “50-80 per cento dei ricavi”. Secondo l’Authority, la semplice proroga delle concessioni attuali scoraggerebbe gli investimenti e perpetuerebbe “rendite di posizione che non appaiono più in alcun modo giustificate”. Questa linea è la stessa sostenuta mesi fa da Francesco Giavazzi, che proprio dalle colonne del Corriere aveva esortato il governo a “trovare la forza di scontrarsi con le aziende elettriche”.

IL CONFLITTO D’INTERESSI: QUANDO STATO E COMUNI SONO AZIONISTI

A complicare ulteriormente la partita è un palese conflitto d’interessi. Lo Stato e le amministrazioni locali, che dovrebbero promuovere le gare, sono anche i principali azionisti delle società concessionarie. Il Ministero dell’Economia possiede il 23,6% di Enel, i comuni di Milano e Brescia controllano il 50% di A2A, e altri comuni del nord sono gli azionisti di riferimento di Iren. A questo si aggiunge il timore, evocato da De Bortoli, che l’apertura del mercato possa portare asset strategici per la sicurezza energetica nazionale nelle mani di operatori stranieri, data l’assenza di regole di reciprocità a livello europeo.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

ads
Torna su