Il Mef boccia gli emendamenti sul Superbonus presentati da FI, Confindustria chiede un tavolo con il Governo, rinviate le nomine di Cassa Depositi e Prestiti e Ferrovie, salgono utile e margini mentre parte la trattativa di Italgas. La rassegna dei giornali
Il Ministero dell’Economia e della Finanza dice no agli emendamenti presentati da Forza Italia sul Superbonus. Intanto, il vicepresidente di Confindustria chiede un tavolo di confronto con il Governo per risolvere la spinosa situazione dei bonus edilizi. Bisognerà attendere le Europee per conoscere le nuove nomine in Cassa Depositi e Prestiti e Ferrovie dello Stato perché Meloni vuole tenere un profilo basso fino alle elezioni. Italgas ha ricevuto da F2i e Finavias, il consorzio che raggruppa Apg Asset Management e Ardian, il via libera all’apertura di un periodo di esclusiva per effettuare una due diligence sui conti di 2i Rete Gas per l’acquisto del 100% della società.
BUFERA SUPERBONUS, CONFINDUSTRIA CHIEDE TAVOLO GOVERNO
No del Ministero dell’Economia e della Finanza agli emendamenti presentati “L’operazione di smontaggio di Forza Italia sarà respinta. Con gravi perdite. Politiche, anche se l’oggetto del contendere – il Superbonus – è tecnico. E finanziarie, perché a prevalere saranno le ragioni delle casse pubbliche da tutelare in contrapposizione alla richiesta di allargare le maglie con coperture quantomeno incerte. Giancarlo Giorgetti è pronto passare dalle parole ai fatti per respingere l’assalto del collega Antonio Tajani all’emendamento che porta a contenere la scia velenosa dei bonus edilizi” si legge sull’edizione odierna de La Repubblica. “La declinazione operativa del muro che il Mef e Palazzo Chigi alzeranno nei confronti di FI passa dal respingimento di due dei cinque subemendamenti presentati a Palazzo Madama”, si legge sul quotidiano.
“La retroattività: «inaccettabile. Crea un clima di sfiducia tra Stato, imprese, cittadini e mina il principio fondamentale del fare impresa che è la certezza del diritto, pregiudicando anche la fiducia in relazione ai futuri provvedimenti e, in generale, rispetto agli investimenti». La decisione di non consentire la compensazione dei crediti di imposta con i contributi previdenziali e assicurativi potrebbe da subito bloccare gli acquisti da parte degli istituti di credito; la riduzione delle compensazioni ha, infatti, un impatto sui loro conti e, di conseguenza, sulla capacità di concedere credito al sistema produttivo. Con conseguenze devastanti non solo per le imprese, ma per il paese: senza investimenti non c’è crescita”, si legge nell’intervista ad Angelo Camilli, presidente di Unindustria e vicepresidente di Confindustria, pubblicata sull’edizione odierna de Il Sole 24 Ore.
“(…) Serve un tavolo di confronto tra il governo e le diverse parti in causa, imprese e banche. Ma subito, perché si è aspettato fin troppo tempo. Noi siamo assolutamente disponibili. Da quando è entrato in vigore il Superbonus ci sono state più di 30 modifiche normative, che hanno generato incertezze, sfiducia e problemi applicativi della norma”, continua Camilli.
“Non si conoscono i dettagli attuativi del Piano 5.0 e in questo scenario di incertezza, gli imprenditori aspettano. Ma ricordo che su questa misura i tempi sono già ridotti dalla norma, che prevede investimenti solo nel 2024 e nel 2025”, ha detto Camilli a proposito di Industria 5.0.
RINVIATE NOMINE CDP E FERROVIE
Le nomine in Ferrovie e CDP arriveranno solamente dopo le elezioni Europee. “Ferrovie, Cassa depositi e prestiti e soprattutto la Rai: Giorgia Meloni decide di non decidere. Le nomine, quelle pesanti, arriveranno dopo le europee. Quando, si augura, le pretese della Lega dovranno fare i conti con il risultato delle urne. Stesso discorso per Forza Italia. La premier, nonostante consuetudini e rapporti diversi che la legano ad Antonio Tajani e Matteo Salvini, punta ancora a triplicare i rispettivi consensi degli alleati. Inutile aprire trattative ora. Dal 10 giugno farà i conti. In questo mese scarso che la separa dal voto, Meloni vuole camminare sulle punte. Scontri interni ridotti al minimo e rapporti di buon vicinato con il Colle”, si legge sull’edizione odierna de Il Foglio.
“(…) Parlando sicuramente anche di altro alla fine Palazzo Chigi è arrivato a un compromesso: la guida dei forestali, dal ministero dell’Ambiente a quello della Sovranità alimentare, rimarrà nel decreto, nonostante i dubbi sollevati all’inizio dagli uffici legislativi del Quirinale. Al contrario l’accorpamento della società Sistema informativo nazionale per lo sviluppo dell’agricoltura (Sian) nell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea) scomparirà dal testo per essere riproposta in sede di conversione con un emendamento. Cortocircuito scampato: Lollobrigida annuncia novità nelle prossime ore, ringrazia Mattarella “per i preziosi consigli” e se la prende, non originalissimo, con “i gufi” destinati, dice, a restare a “bocca asciutta”, conclude il quotidiano.
ITALGAS: SU UTILE E MARGINI, PARTE TRATTATIVA 2i RETE GAS
“Martedì dopo la chiusura delle Borse, Italgas ha annunciato di aver ricevuto da F2i e Finavias, il consorzio che raggruppa Apg Asset Management e Ardian, il via libera all’apertura di un periodo di esclusiva per effettuare una due diligence sui conti di 2i Rete Gas finalizzata a un’offerta vincolante per il 100% della società”, si legge sull’edizione odierna de Il Sole 24 Ore.
“(…)In attesa del finale della partita sull’acquisizione di 2i Rete Gas, su cui ieri il gruppo ha annunciato l’avvio di una trattativa in esclusiva finalizzata al deposito di una offerta vincolante, Italgas rinvia la presentazione del piano strategico (che era prevista il prossimo 12 giugno) e intanto archivia archivia il primo trimestre con un utile netto di 125,3 milioni di euro (+12%), mentre l’asticella attribuibile al gruppo si attesta a 117,6 milioni, in aumento rispetto del 13,5% rispetto ai 103,6 milioni dello stesso periodo del 2023”, si legge sull’edizione odierna de Il Sole 24 Ore. “(…) Salgono anche l’ebitda, pari a 325,7 milioni (+9,6%) e l’ebit, a quota 192,7 milioni (+11,7%), mentre i ricavi totali, a 431,3 milioni (-10,1%), rallentano per effetto della contrazione delle attività di efficienza energetica relative al superbonus, su cui è arrivata un’ulteriore stretta del governo”, continua il quotidiano.
“(…) Il flusso di cassa da attività operativa ammonta a 342,2 milioni di euro, in crescita di 235 milioni di euro rispetto all’anno precedente dal momento che sono stati riassorbi, spiega il gruppo nella nota diffusa a valle del cda, i fenomeni temporanei che avevano impattato il primo trimestre 2023. Il flusso di cassa da attività operativa ha consentito di finanziare interamente gli investimenti generando un free cash flow, prima delle operazioni di M&A, di 140,8 milioni di euro”, si legge sul giornale.
«I risultati conseguiti in questo primo trimestre consentono a Italgas di inaugurare anche il 2024 all’insegna della solidità. Gli indicatori economico-finanziari hanno fatto registrare un’ottima crescita, in molti casi a doppia cifra», ha detto l’ad Paolo Gallo, secondo quanto riporta il quotidiano di Confindustria.