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Superbonus, Ponte sullo Stretto, incentivi casa: cosa c’è sui giornali di oggi

Il Superbonus divide la maggioranza, il Ponte sullo Stretto di Messina ancora non c’è ma già si specula, il Governo pensa di sfoltire gli incentivi casa: la rassegna dei giornali.

Scade il termine per la presentazione in commissione Finanze al Senato dei subemendamenti al decreto Superbonus ma la maggioranza è divisa sulla retroattività. I lavori del Ponte di Messina ancora non sono partiti e c’è  chi già specula nell’iter messo in piedi dal governo Meloni che ha resuscitato la vecchia gara e i vecchi privati coinvolti quindici anni fa. Il Governo sta pensando di sfoltire gli incentivi per la casa, che pesano per oltre 40 miliardi di euro sulle casse dello Stato.

SUPERBONUS SPACCA LA MAGGIORANZA

Scade il termine per la presentazione in commissione Finanze al Senato dei subemendamenti al decreto Superbonus ma la maggioranza è divisa. “Non si placa il dissenso arrivato dopo l’arrivo venerdì notte in commissione Finanze dell’emendamento presentato dal governo e firmato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Ed è soprattutto all’interno della maggioranza che lo scontro si fa più acceso con Forza Italia che accusa il titolare del Mef di non aver condiviso le novità incluse nell’emendamento”, scrive oggi Il Corriere della Sera. Lo scontro è tra Forza Italia e Lega e la questione principale è la retroattività, che cambia già dall’inizio del 2024 la detrazione in 10 anni anziché in 4.

«Ne discuteremo in Parlamento, dopo avere ascoltato le aziende siamo pronti ad approvare delle modifiche. Sono due casi particolari, ma voglio essere chiaro: difendiamo i conti pubblici, vogliamo condividere fino in fondo una strategia complessiva e la tattica con cui viene applicata»,  ha detto Antonio Tajani in un’intervista al maggiore quotidiano nazionale, aggiungendo che «(…)Sul Superbonus l’emendamento del Mef prevede di dettare nuove regole anche per i primi 6 mesi del 2024, che ormai sono quasi del tutto trascorsi. Avrebbe un valore retroattivo. Ma la retroattività delle norme mette a rischio la credibilità delle istituzioni, significa allontanare investitori in un Paese che diventa poco affidabile. Dobbiamo anche tenere conto di chi ha rispettato le regole. Non bisogna farne un caso di Stato, ma io non sono mai stato consultato».

ARRIVANO LE SPECULAZIONI SUL PONTE

Il Ponte sullo Stretto di Messina ancora non è stato ancora costruito ma c’è già chi specula. “Il Ponte non c’è, ma c’è chi sta guadagnando nell’iter messo in piedi dal governo Meloni che ha resuscitato la vecchia gara e i vecchi privati coinvolti quindici anni fa. Le azioni delle aziende italiane, spagnole e giapponesi dentro il consorzio Eurolink, che senza il decreto Salvini sarebbe oggi su un binario morto, sono cresciute nelle rispettive Borse dal 15 al 30 per cento nell’ultimo anno: mentre nella compagine del consorzio sono entrati nuovi volti”, scrive La Repubblica di oggi, facendo il nome di Valter Mainetti, editore del Foglio. “(…)La società Rocksoil dell’ex ministro Pietro Lunardi in prima fila nella progettazione assieme alla Proger di Chicco Testa. I conflitti d’interesse e le tante aziende coinvolte. E quelle del consorzio Eurolink sono cresciute in Borsa dal 15 al 30%”, aggiunge il quotidiano.

TAGLI AGLI INCENTIVI SULLA CASA

“Fin dai primi mesi di vita del governo Meloni, il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, si diceva intenzionato a rivedere «la giungla delle tax expenditure». Col termine si fa riferimento a quella vasta gamma di bonus e agevolazioni che, da una parte, consente a cittadini e imprese di ridurre il carico fiscale; dall’altra, conduce meno entrate in forma di tasse e imposte nelle casse statali, con la conseguenza che lo Stato può ritrovarsi a dovere emettere nuovo debito”, scrive La Repubblica, aggiungendo che sembra arrivato il momento di tagliare alcuni incentivi. “(…)A sancirlo è l’emendamento del Governo al decreto Superbonus, che oltre ad aumentare a dieci anni il periodo in cui spalmare la detrazione per i lavori edilizi nel 2024, punta anche a ridurre dal 2028 il beneficio collegato alle ristrutturazioni”, aggiunge il quotidiano.

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