Rispetto al 2020, sono cessati 14 sussidi di cui 11 Saf per un totale di 0,4 miliardi di euro in meno di sussidi favorevoli.
Ammontano a 18,6 miliardi di euro i Sussidi ambientalmente favorevoli (Saf) nel 2021. Mentre sono pari a 22,4 miliardi i Sussidi ambientalmente dannosi (Sad) di cui 11,5 di incerta classificazione. Nello specifico, particolarmente importanti in relazione agli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima, fra i Sad, i sussidi alle fonti fossili (FFS) sono stimati in 14,5 miliardi di euro per il 2021. È quanto emerge dalla Quinta edizione 2022 del Catalogo dei sussidi (riferito al 2021) redatto dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica.
La quinta edizione riprende le analisi effettuate nelle precedenti aggiornando i sussidi distribuiti nelle cinque categorie che sono: Agricoltura e Pesca, Energia, Trasporti, Iva agevolata e Altri Sussidi. Il lavoro ha identificato 168 sussidi per il 2021.
CESSATI 14 SAF
Rispetto al 2020, sono cessati 14 sussidi di cui 11 Saf per un totale di 0,4 miliardi di euro in meno di sussidi favorevoli. Con un intervento di riforma per il raggiungimento degli obiettivi nazionali per la graduale eliminazione delle sovvenzioni dannose, in particolare dei sussidi alle fonti fossili, nel 2022 il Governo italiano ha abrogato 5 Sad per un totale di 105,9 milioni di euro non stanziati a partire dal 2022.
I 5 SAD ABROGATI
I 5 Sad presenti nella categoria Energia del catalogo e classificati anche come sussidi alle fonti fossili sono: Riduzione dell’accisa per i carburanti utilizzati nel trasporto ferroviario di persone e merci (EN.SI.06); Esenzione dall’accisa sui prodotti energetici impiegati per la produzione di magnesio da acqua di mare (EN.SI.14); Riduzione accise sui prodotti energetici per le navi che fanno esclusivamente movimentazione all’interno del porto di transhipment (EN.SI.25); Fondi per ricerca, sviluppo e dimostrazione per gli idrocarburi (petrolio e gas) (EN.SI.27); Fondi per ricerca, sviluppo e dimostrazione per il carbone (EN.SI.28).
INCREMENTO PER LE DETRAZIONI FISCALI DEI TRAPORTI
Nella categoria dei Trasporti si rilevano, invece, un incremento della Detrazioni fiscali per l’acquisto e la posa in opera di infrastrutture di ricarica di veicoli elettrici (da 0,01 del 2020 a 22 milioni di euro del 2021 (TR.SI.11); una diminuzione del Contributo per i veicoli a due ruote elettrico o ibrido (da 10 milioni di euro del 2019 a 0,6 del 2021) (TR.SD.06); un raddoppio, dal 2020 al 2021, del Contributo per i veicoli a quattro ruote M1 e N1 (da 70 a 140 milioni di euro)(TR.SD.07). Tre sussidi classificati come SAF sono invece cessati nel 2020 e includono: (i) il contributo di circa 16 milioni di euro all’autotrasporto per il rinnovo veicoli (TR.SD.08); l’aiuto al rinnovo del parco veicolare delle imprese degli autotrasportatori (TR.SD.10); il buono mobilità (TR.SD.12). Dal punto di vista dell’impatto finanziario, anche per il 2021, l’incidenza delle agevolazioni alle auto aziendali, rimane quella preponderante nell’ambito dei trasporti con più di un miliardo di euro stanziato nel 2021 (TR.SI.04).
GLI ALTRI SUSSIDI
Nella categoria Altri sussidi si rileva un aumento di 0,4 miliardi di euro del credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive nelle zone assistite ubicate nelle regioni del Mezzogiorno (AL.SI.02); e una diminuzione del super ammortamento per i titolari di reddito d’impresa e per gli esercenti arti e professioni da 3,8 miliardi di euro del 2020 a un miliardo di euro del 2021 (AL.SI.13).
Inoltre, si è registrata una lieve diminuzione della detrazione del 50% o 65% o 110% per vari interventi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti da 2 miliardi di euro del 2020 a 1,2 del 2021 (AL.SI.16), mentre è aumentata la detrazione per interventi relativi all’adozione di misure antisismiche (700 milioni di euro in più rispetto al 2020) (AL.SI.18).
Non sono stati rinnovati, infine, i seguenti SAF: Agevolazione per l’acquisto di unità immobiliari a destinazione residenziale di classe energetica A o B cedute dalle imprese costruttrici (AL.SI.19); Credito di imposta per la ripresa economica nei territori interessati dagli eventi sismici del 24 agosto 2016 (AL.SI.21); Credito d’imposta per la riqualificazione degli stabilimenti termali (AL.SI.22); Disposizioni in materia di rifiuti e imballaggi (AL.SI.31); Agevolazioni fiscali sui prodotti da riciclo e riuso (AL.SI.32); Incentivi per la prevenzione e riduzione dei rifiuti (AL.SI.33); Misure per interventi urgenti di emergenze per la salvaguardia dei beni culturali e paesaggistici (AL.SD.06).
Una parte importante dei SAD fa riferimento all’ambito del regime di IVA agevolata al 4%, al 5% e al 10%. I sussidi inclusi nella categoria IVA agevolata sono tutti a regime e in gran parte introdotti nel 1972 con il D.P.R. n. 633, per cui la quinta edizione ha riconfermato il numero delle misure registrate per gli anni
precedenti.
Tra le variazioni nella categoria IVA agevolata si rileva una differenza dell’effetto finanziario per il 2021 dell’IVA agevolata per la cessione, da imprese costruttrici e non, di case di abitazione, maggiore di 600 milioni di euro rispetto all’anno precedente (IVA.01). Un andamento simile ha mostrato anche l’IVA agevolata per servizi diriparazione e ristrutturazione di abitazioni private, classificato come incerto (IVA.20). Si riconferma anche per il 2021 il dato rilevante per il SAD su IVA agevolata per l’energia elettrica per uso domestico di circa 2 miliardi di euro (IVA.07); mentre è stato aggiornato da 4,2 a 1,8 miliardi di euro il dato su IVA agevolata per case di abitazione non di lusso (IVA.13) del 2020, producendo una variazione di circa 2 miliardi di euro in meno sul Totale “Incerto” in IVA agevolata al 10%
LE CONCLUSIONI: LE OPZIONI DI INTERVENTO
Il report del Mase si chiude con l’impegno, a partire dalla prossima edizione “in considerazione della crescente attenzione politica sul tema (che ha portato tra l’altro alla riforma di cinque SAD)” di integrare il documento “con specifiche proposte di riforma in una apposita relazione” per cui è necessario “approfondire le valutazioni effettuate nell’ambito del Catalogo con riferimento agli scenari di sviluppo di tecnologie, carburanti e innovazioni che potrebbero essere impiegate in alternativa a quelle dannose per l’ambiente, corredando il Catalogo di informazioni utili al decisore per la successiva fase di riforma o rimozione dei sussidi dannosi. In particolare, sarebbe opportuno che le valutazioni tenessero conto dell’intero ciclo di vita, per evitare effetti ambientali distorsivi”. Inoltre, “sarebbe importante sviluppare gli effetti occupazionali degli schemi di incentivazione”.
In sintesi, “sulla base delle informazioni fornite dal Catalogo, il sistema di Governo può considerare diverse opzioni di intervento, che vanno dall’ipotesi di rimuovere gradualmente il sussidio dannoso puntando a recuperare il gettito per altri utilizzi (anche prevedendo forme di riutilizzo favorevoli all’ambiente all’interno del settore interessato, per minimizzare eventuali impatti sociali o sulla competitività internazionale), all’ipotesi di una semplice riforma del sussidio, confermandone l’esborso finanziario ma introducendo requisiti ambientali per la sua erogazione”, ha concluso il report.