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Tap

Su Tap autorità italiane in confusione

L’ultima: Per Grillo la xyella è una bufala ma il consiglio regionale della Puglia vuole verificare se ci sono gli estremi per una querela

Autorità italiane sempre più confuse in merito alle vicende che ruotano attorno all’opera del Trans Adriatic Pipeline (Tap), la condotta che trasporterà il gas azero direttamente in Italia, lungo le coste della Puglia, e frutto di accordi internazionali – come quello con Albania e Grecia con i quali l’Italia ha firmato un accordo intergovernativo nel 2013 – e l’interesse strategico evidenziato da Bruxelles per l’affrancamento da Mosca. Nonostante i lavori procedano e soprattutto dopo il via libera italiano alla Bers (il nostro paese ha l’8,52% delle quote) che finanzierà il gasdotto con un prestito diretto di 500 milioni di euro – a cui se ne aggiungono altri 700 per complessivi 1,2 miliardi di euro -, e quindi al semaforo verde del governo Lega-M5S che almeno nello schieramento pentastellato si è sempre dichiarato meno favorevole all’opera, l’esecutivo continua a non offrire una posizione univoca sulla vicenda.

LEZZI: NON SI PUÒ BLOCCARE UN ITER GIÀ AVVIATO DA ALTRI

barbara lezziProprio nel giorno del via libera al finanziamento della Bers, il ministro per il Sud, Barbara Lezzi a margine di un sopralluogo sui cantieri della statale 96 “Barese”, tra la Puglia e la Basilicata ribadiva l’esistenza “di un trattato internazionale ratificato da 5 anni. Al momento il movimento 5 stelle sta raccogliendo informazioni per un’analisi che riporti i costi e i benefici del progetto da sottoporre al comitato di conciliazione con l’altra forza politica con la quale siamo al governo”. Ammettendo che se “non esiste una decisione da parte del governo non si può bloccare un iter già avviato da altri. Il trattato ratificato dal Parlamento lega mani e piedi del nostro Paese ma per la soluzione della questione dobbiamo lavorare a monte e non a valle”. Parole lontane da quelle pronunciate in campagna elettorale quando si parlava di “chiudere Tap”, di un’opera “inutile, vecchia e dannosa” fino ad arrivare ai “picchi di consumo” del gas “in diminuzione” smentiti dai dati reali. In realtà, infatti, l’Italia vede il segno positivo sui consumi di gas da ben 13 trimestri consecutivi. Solo lo scorso anno, preso complessivamente i consumi sono aumentati del 6,1% rispetto al 2016 e di ben l’11,6% sul 2015.

COLOMBINI (CISL): BENE PARERE POSITIVO BERS MA ORA CONFRONTO SERIO E RAGIONATO SU OPERA CHE PORTERÀ BENESSERE E OCCUPAZIONE

Eppure che il Tap sia un’opera importante lo hanno ribadito anche i sindacati. Qualche settimana fa era stato il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, dal palco del XVII congresso a richiamare il nuovo governo sui dossier di politica industriale del momento: “Su Tav e Tap non possiamo restare fuori dalle grandi linee di comunicazione europea o snobbare la logistica. Ne’ tantomeno, possiamo credere di fare a meno di fonti energetiche, senza subire contraccolpi”. A distanza di un mese  è il segretario confederale della Cisl, Angelo Colombini a prendere posizione con una nota: “E’ un fatto importante che il Governo Italiano abbia convalidato il finanziamento europeo per la realizzazione della Tap. Il rappresentate del Governo italiano nell’ambito della Bers (Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo) – sottolinea il sindacalista – ha dato il proprio parere positivo ad un prestito complessivo di 1,2 miliardi di euro per la realizzazione, appunto, del gasdotto Tap che dall’Azerbaigian approderà sulle coste pugliesi per il trasporto di gas metano”. Dopo questa decisione del Governo nazionale che di fatto agevola la realizzazione del gasdotto, l’auspicio della Cisl “è che si possa sviluppare, con pacatezza e serenità, un confronto serio e ragionato per cogliere appieno tutte le potenzialità che l’opera potrà comportare in termini di sviluppo, di benessere e di occupazione, ma anche l’analisi altrettanto seria di eventuali situazioni di persone e attività economiche danneggiate, che dovranno essere opportunamente valutate e adeguatamente compensate”. Di fatto al momento, aggiunge Colombini, “c’è solo una corsa di tanti paesi a sfruttare il gas dell’Azerbaigian e le opportunità del gasdotto TAP : dalla Turchia che svilupperà una propria rete per l’intera area anatolica, la regione dell’Asia minore, alla Bulgaria che agganciandosi alla TAP svilupperà una propria rete per 3 miliardi di metri cubi di gas all’anno e quasi tutti gli stati ex jugoslavi, Albania, Montenegro, Bosnia-Erzegovina e Croazia, il cui progetto prevede l’utilizzo di circa 5 miliardi di metri cubi all’anno”. Inoltre, conclude, “tutti i più grandi enti finanziari internazionali sono impegnati a dare i propri prestiti per entrare nel finanziamento di queste opere: oltre alla Bers, anche la Bei , la Banca Mondiale, la Banca asiatica per lo sviluppo delle infrastrutture e la Banca Asiatica di Sviluppo (ADB)”.

COSTA ORA PUNTA SULLE SOTTOSPECIE DI POSIDONIA PER RIAPRIRE LA VIA

Anche il ministro dell’Ambiente Sergio Costa è passato dall’indicare i consumi di gas in calo per bollare come inutile l’opera in un’intervista di giugno a Reuters, a puntare il dito sulla questione ambientale per valutare come impatta il Tap su alcune sottospecie di posidonia presenti su quel ramo di mare. “Ho chiesto alla direzione generale una verifica sulla posidonia e sulle sottospecie che organi scientifici ritengono siano presente in quel braccio di mare. La direttiva europea ci dice che quella parte di posidonia deve essere protetta” e se fosse presente bisognerebbe “riaprire la procedura di Via in base a un obbligo europeo e non per una scelta apodittica del governo. Sto aspettando l’esito tecnico”, ha detto il ministro in audizione in commissione Ambiente del Senato sollecitato da Teresa Bellanova (Pd).

PER GRILLO LA XYELLA È UNA BUFALA MA IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA PUGLIA VUOLE VERIFICARE SE CI SONO GLI ESTREMI PER UNA QUERELA

Infine la Xyella. Il batterio che colpisce gli ulivi salentini, più volte utilizzato dai no Tap come cavallo di battagli contro l’opera, e definito qualche giorno fa una bufala da Beppe Grillo sul suo blog (con tanto di richiesta di una commissione parlamentare sul tema) potrebbe finire in tribunale. E’ stata approvata, infatti, dal Consiglio regionale della Puglia la mozione presentata nei giorni scorsi da consiglieri di maggioranza e opposizione che impegna il presidente della Giunta, Michele Emiliano, a verificare se con il post il garante dei pentastellati, non sia incorso nel reato previsto dall’articolo 656 del codice penale, in quanto idoneo alla diffusione di notizie false, esagerate e tendenziose, in grado di turbare l’ordine pubblico.

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