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Gas

Tap: il progetto va avanti, con sostegno di Governo e Consulta

Il progetto Tap va avanti nonostante i diversi ostacoli incontrati sul cammino. All’Italia e all’Europa serve quel gas che arriva dall’Azerbaigian e le pronunce dei Ministeri e Tar lo confermano, ritenendo l’opera conforme a legge e norme 

 

Se fosse una sfida di boxe, parafrasando, si potrebbe dire che il progetto di realizzazione del gasdotto Trans Adriatic Pipeline (Tap) sta vincendo ai punti nei confronti di ‘No Tap’ e di chi questa infrastruttura la osteggia, per diversi (e spesso confutabili) motivi. Tar Lazio, Consulta, ministero dell’Ambiente per citare alcuni dei casi più recenti, hanno sempre dato ragione all’azienda che sta realizzando l’opera a Meledugno in provincia di Lecce.

Per il Minambiente 22 procedimenti di verifica su 39 sono già ok

Gli ultimi successi sono i via libera del Minambiente a una serie di decreti direttoriali sugli esiti delle verifiche di ottemperanza alle autorizzazioni ambientali. Tra questi anche quelli sul monitoraggio ambientale relativamente all’habitat “Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea”.

Sulla questione si era espresso anche il ministro dell’ambiente Gianluca Galletti, annunciando che i lavori per la realizzazione del Tap potevano partire e che “per i prossimi anni, man mano che l’opera andrà avanti, ogni volta che la società che fa l’intervento si impatterà in una prescrizione del Ministero dell’Ambiente, questo sarà tenuto a monitorare che quella prescrizione venga rispettata.”.  “Noi abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare. Oggi bisogna fare i lavori”, aveva aggiunto il Ministro. 

XylellaIl Tar Lazio sospende delibera Melendugno su “poteri inibitori” su reti anti-insetto

È di questi giorni anche il via libera del Tar Lazio alla richiesta di Tap di sospendere l’efficacia del provvedimento del Comune di Melendugno sull’esercizio di “poteri inibitori” sul montaggio,  nell’area di Masseria del Capitano, della struttura a sostegno della rete anti-insetto di copertura degli ultimi 42 ulivi trasferiti dall’area di cantiere del Microtunnel e a proteggerli dal batterio Xylella fastidiosa.

“Si tratta – commenta la società in una nota – della tredicesima pronuncia della magistratura a favore di Tap su tredici occasioni in cui è stata chiamata a pronunciarsi. Il Comune di Melendugno, in questa occasione, non si è costituito in giudizio”. L’ordinanza del Tar rileva, nel dettaglio, il “carattere vincolato dell’assenso comunale” rispetto alla Cila (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata) “riferita ad un intervento che appare strettamente connesso alla prescrizione A29” del decreto Via, secondo cui la “necessarietà” della rete di protezione anti-insetto “è stata ribadita dalla Regione Puglia e dall’Ufficio Fitosanitario regionale”, e “la relativa struttura di supporto deve ritenersi opera di minimo impatto urbanistico, la cui temporaneità è peraltro in re ipsa”, fissando l’udienza di merito al 6 giugno 2018. I lavori per la realizzazione della struttura a sostegno della rete anti-insetto riprenderanno, comunque, “quanto prima”, ha ammesso la società “a riprova dell’impegno di Tap per la migliore cura degli ulivi interferiti dal progetto”.

La lotta alla xylella, anche grazie a Tap

Un altro risultato importante è quello nella lotta contro la xylella, il pericoloso batterio causa della morte degli ulivi del Salento. Dopo le tesi circolate in passato, secondo cui la diffusione del microrganismo sarebbe avvenuta, in modo doloso, per abbattere gli alberi e far passare il gasdotto – teoria smentita dal fatto che l’azienda dopo averli eradicati li sta ripiantando una volta completato il lavoro di interramento dei tubi –, la società Tap ha deciso di portare avanti un progetto di salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio salentino compreso un progetto di ricerca dedicato agli ulivi e al contenimento della xylella.

La decisione è stata presa nel corso dell’ultimo tavolo che si è tenuto a Palazzo Chigi, durante il quale si sono confrontati i comuni, le associazioni (Confindustria, Coldiretti, Confagricoltura), la società Tap, i sindacati, il Governo. Il programma durerà 5 anni, verrà realizzato con il Cnr e la collaborazione di consorzi produttivi locali con l’obiettivo di individuare varietà agrarie resistenti all’attacco del batterio.

Quello sulla xylella comunque è solo uno dei progetti “nati dall’ascolto del territorio e dalle esigenze emerse nel corso del Tavolo”, c’è scritto nel comunicato di Tap e Snam. Le altre iniziative riguardano un centro di eccellenza in Puglia per la decarbonizzazione, progetti di formazione per studenti delle scuole e delle università, di sostegno al turismo, e alle attività di pesca. Il tutto per un investimento che dovrebbe ammontare a 55 milioni di euro con un impatto stimato complessivo sull’indotto locale di circa 100 milioni di euro.

Anche la Consulta ha detto sì al progetto

A ottobre, poi, si è pronunciata anche la Consulta. I giudici della Corte costituzionale hanno ritenuto inammissibile il conflitto sollevato contro lo Stato dalla Regione Puglia, che riteneva lese le proprie prerogative nel procedimento di autorizzazione dell’infrastruttura. La decisione ha avuto di fatto l’effetto di confermare la validità del provvedimento che ha dato l’ok alla costruzione dell’opera. Al centro della controversia tra Puglia e governo c’era stato il procedimento con cui il ministero dello Sviluppo economico aveva autorizzato la costruzione dell’opera: la contestazione nasceva dal fatto che secondo la Regione non era stata intrapresa alcuna trattativa per trovare una soluzione condivisa, in particolare sul punto di approdo della pipeline a San Foca, nel leccese. La Consulta, al contrario, ha invece ritenuto non ammissibili i motivi del ricorso. Ma il contenuto della decisione era in parte prevedibile a seguito delle decisioni assunte nei mesi scorsi da altri organi giurisdizionali. Il 27 marzo scorso, in particolare, il Consiglio di Stato, confermando il Tar, aveva respinto i ricorsi della Puglia e del Comune di Melendugno, ritenendo che in sede di valutazione di impatto ambientale fossero state vagliate tutte le problematiche naturalistiche, compresa la scelta dell’approdo nella porzione di costa compresa tra San Foca e Torre Specchia Ruggeri.

 

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