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Tap

Tap, se un tubo è troppo e due sono pochi

All’Italia serve il gas e serve Tap, ma l’opera è ancora ostacolata dalla politica locale

“Siamo favorevoli a Tap ma non con approdo a San Foca che è una spiaggia esotica (!) ma a Brindisi”. Questo il parere del governatore Michele Emiliano, che prima totalmente contrario al progetto Tap, tanto da farne oggetto di numerosi ricorsi amministrativi, e da arrivare addirittura a paragonare letteralmente il cantiere ad Aushwitz, dopo l’incontro in Albania con Tony Blair (attuale consulente Tap), ha cambiato idea tanto da accompagnarlo ad una delle sue genialate: “Anziché prevedere le compensazioni ambientali (55 milioni), perché non realizzare un tubo che corra a fianco a quello del gas e portare l’acqua dall’Albania, che ne ha tanta e ha bisogno di venderla, al Salento, dove ancora prendono l’acqua dai pozzi?”. Parafrasando il suo famoso conterraneo “un tubo è troppo, due sono pochi”.

Un’altra genialata appunto, sempre protagonista l’acquedotto pugliese che quando Emiliano riesce a mettere in mezzo trasforma come per magia la più nefasta opera in un prodigio, non a caso qualche mese fa il governatore ha proposto che Acquedotto Pugliese entrasse nel cda del nuovo acquirente Ilva. Chissà perché Gaetano Salvemini lo soprannominó come l’unico acquedotto al mondo che dava più da mangiare che da bere!
Insomma siamo al punto che a bloccare una delle più grandi opere infrastrutturali ed energetiche che attraversa mezzo mondo, è la geografia del comune pugliese dell’approdo.

IL PD BRINDISI NON VUOLE TAP

“Chi segue da tempo la questione Tap, sa bene che la posizione di Emiliano è del tutto personale e non ha mai trovato sponda né in atti ufficiali della Regione, né in determinazioni degli organismi del  suo partito di riferimento. Anzi, è cosa nota che il PD di Brindisi, non solo ha votato la mozione del consiglio comunale in cui veniva espresso il totale diniego all’approdo del gasdotto sulla costa brindisina, ma che, in più occasioni, ha pubblicamente condannato le esternazioni personalistiche di Emiliano”. Queste parole del Pd di Brindisi: Tap non lo vogliono neanche loro.

ANCHE I 5 STELLE SONO “NO TAP”

Della stessa linea  i concittadini 5stelle: “Riteniamo assurda oltre che stucchevole  l’insistenza  con cui il presidente Emiliano prova a convincere la cittadinanza che Tap possa essere una risorsa da portare nel territorio brindisino. Il gasdotto è un’opera inutile che non deve essere fatta né a Melendugno né tantomeno a Brindisi. Non ci rassicura neanche il fatto che ad oggi non esista nessun atto ufficiale da parte del Presidente Emiliano sullo spostamento del tratto da Melendugno a Brindisi. Noi dei 5 stelle siamo l’unica forza politica da sempre contraria al Tap e che oggi, grazie anche ad un governo a 5 stelle, può realmente opporsi ad un suo potenziale spostamento davanti alle coste della nostra città. Dobbiamo liberarci da un PD che  cambia le posizioni da assumere in base alle latitudini e ai territori”.

UN MINISTRO PER IL SUD NO TAP

E già, perché ora al governo ci sono loro.

Si potrebbe pensare che, come per Emiliano, anche i 5stelle locali abbiano una posizione differente da quella dei vertici di governo.
Invece no. Barbara Lezzi, ministro per il sud, che come per Ilva ha detto che si occuperà direttamente attraverso il suo ministero anche di Tap, è una storica attivista del movimento salentino no tap: “Noi lo vogliamo chiudere, anche rapidamente. Stanno rovinando un territorio bellissimo. Vi posso assicurare che la maggior parte di quelli che lavorano a quel tubo – che poi tanto piccolo non è – sono albanesi. altro che italiani”. Con queste parole ha inaugurato il ministro Lezzi la coalizione di governo con la lega: gli albanesi non hanno lo stesso diritto al lavoro degli italiani, o ce lo vengono a rubare a casa nostra!

Se cerchiamo nel passato la posizione del ministro si fa ancora più netta: “Regalano ai miserabili d’Italia 55 milioni di euro. Il Governo rende una zona d’Italia colonia di una multinazionale grazie a sindaci cagnolini che scodinzolano per 4 soldi. La viceministra Bellanova (salentina anche lei) è ignorante o in malafede, una falsa come Giuda che ha venduto il salento al renzismo. Tap è frutto di una speculazione per  interessi di D’Alema e Berlusconi in piena coerenza bipartisan. Non ci servono infrastrutture, non ci servono multinazionali. Sarebbe intellettualmente onesto, spiegare perché un’opera ritenuta impattante a San Foca, dannosa alla salute, dovrebbe diventare oggetto di interesse per il territorio di Brindisi senza che questo sia consultato. Il M5S è pronto ad un’opposizione durissima non solo per l’approdo di San Foca, ma per tutti gli altri approdi alternativi. Tap è un progetto obsoleto e dannoso e in Puglia si deve smettere di imporre vocazioni alle province e di considerarne qualcuna meno meritevole di ascolto di altre.”

Insomma la posizione di uno dei ministri 5stelle che si occupera di Tap è chiara. Non si fa nè a San Foca nè a Brindisi, nè da nessuna altra parte.

MA LA LEGA E’ SVILUPPISTA

Al governo però c’è anche la Lega. Che, come per Ilva e la Tav e tutte le grandi infrastutture, è invece favorevole e sviluppista.
Non a caso pur essendo, come abbiamo visto, tra le campagne che hanno caratterizzato i 5 stelle sin dalla sua nascita, nonché uno dei pilastri della ragion d’ essere del movimento, Tap nel contratto di governo non è menzionata.

LA PALLA AL COMITATO DI CONCILIAZIONE

A quanto pare dovrebbe essere il Comitato di conciliazione, l’organismo parallelo al Consiglio dei ministri e al Parlamento introdotto dal contratto di Governo, a dirimere la questione.

Quindi tempi lunghi che ovviamente agevoleranno il consorzio Tap. I lavori infatti al cantiere San Foca procedono nonostante i blocchi illegali perpetuati dai manifestanti locali. E dovrebbero concludersi in un anno e mezzo. Tap infatti ha tutti i permessi in regola. Il via del ministero dell’ambiente e l’approvazione del progetto definitivo di interconnessione presentato da Snam  emesso con decreto Calenda solo qualche settimana fa.

LA QUESTIONE ALBERI

55 km che partendo dall’approdo di San Foca attraverseranno 9 comuni fino ad arrivare allo snodo di Mesagne per collegarsi alla rete Snam.
Sono stati superati anche tutti i ricorsi che nel frattempo regione e comuni hanno presentato per boicottare l’espianto degli ulivi, motivo anche di sequestri della procura. Alberi che verranno semplicemente sradicati e ripiantati. Come quelli che solo un anno fa sono stati sradicati per realizzare una condotta dell’Acquedotto Pugliese (ancora lui). Solo che per Acquedotto Pugliese gli ulivi erano 2500, per tap solo 216.

Qual è la radicale differenza tra lo spostamento degli ulivi a cura di Acquedotto Pugliese e di Tap? Dagli uffici della Regione affermano che “il problema non sono gli ulivi da spostare, ma è l’assenza di un progetto esecutivo di un’opera compiuta”. Quindi per Emiliano gli ulivi non si espiantano perchè l’opera non è compiuta, e l’opera non si compie perchè ci sono da spostare momentaneamente gli ulivi!

Il tutto mentre l’Europa ci condanna per la Xylella che Emiliano ha fatto avanzare dal Salento a tutta la Puglia, e migliaia di alberi che saranno costretti ad essere non sradicanti temporaneamente, ma per sempre, con multa che pagheranno i cittadini di tutta Italia per i gli errori del governatore di una regione.

ALL’ITALIA IL GAS SERVE

Nel frattempo che la politica perde tempo nelle sue peripezie, l’Italia dipende da gas naturale per il 35% del fabbisogno energetico, cifra che aumenterà. Nonostante gli enormi incentivi ricevuti il contributo delle nuove rinnovabili, che paghiamo salato in bolletta, resterà minoritario per ancora molti anni e mai del tutto sufficiente. Al gas quindi non si può rinunciare, a maggior ragione che adesso siamo obbligati dagli ultimi decreti alla decarbonizazione.

Il Tap è un investimento sostenuto da capitale totalmente privato, passato attraverso il vaglio di infiniti processi di approvazione da parte di tutte le autorità nazionali ma che da anni è osteggiato come abbiamo visto da un’opposizione locale alimentata da spinte irrazionali che non hanno alcun riscontro con la realtà e la scienza, a tratti pericolose per la sicurezza umana e sempre per la cultura del Paese.

Questo nonostante il nostro Paese sia attraversato da migliaia di chilometri di metanodotti ai quali il Tap si allaccerà appena arrivato sulle coste pugliesi e che costituiscono una rete che ha dimostrato parametri di sicurezza e modalità di rispetto dell`ambiente che non hanno confronto con nessun altro sistema di rifornimento energetico. E che tra l’altro, parlando di ambiente, non deturpano il paesaggio come spinte forsennate ad opera degli ultimi governi locali hanno ridotto salento e tavoliere sconvolgendo il paesaggio pugliese con inaudita violenza e con la crescita delle tasse per dare incentivi a speculatori, in un affare che frutta alle mafie diversi miliardi di euro.

Il Tap dall’Azerbaijan arriverà in italia snodandosi  lungo 878 chilometri: 550 chilometri in Grecia; 215 chilometri in Albania; 105 chilometri nell’Adriatico e solo 8 chilometri in Italia.

Il 75 per cento di tutto il percorso è già stato realizzato.
Mancano quegli 8 chilometri. Saranno pronti tra un anno e mezzo.
Se 5stelle, lega, Lezzi ed Emiliano la smettono di litigare con le candele.

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