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Tecnologie low-cost e formazione, la ricetta per la sicurezza stradale

Tecnologie low-cost e formazione, la ricetta per la sicurezza stradale

Aumentano gli incidenti e la sicurezza stradale diventa un tema sempre più centrale. Chi c’era e cosa si è detto durante la sedicesima edizione di #FORUMAutoMotive
Il nuovo Codice della Strada promette una stretta sulla sicurezza, i nuovi sistemi rappresentano un supporto importante ma serve più educazione e formazione per contrastare l’allarme incidenti. È quanto è emerse nel corso della seconda giornata di #FORUMAutoMotive, movimento di opinione sui temi legati alla mobilità a motore arrivato alla sua sedicesima edizione. Chi c’era e cosa si è detto.

SICUREZZA STRADALE, LA RICETTA

Tecnologie avanzate a costi contenuti ed educazione sono due chiavi per aumentare la sicurezza stradale.

“L’obiettivo di un’azienda fornitrice di una tecnologia deve essere investire per migliorare la sicurezza ma anche per produrle con costi contenuti, permettendo così la democratizzazione”, ha affermato Camillo Mazza, General Manager Robert Bosch.

“L’attesa stretta sui comportamenti alla guida non basterà a limitare l’allarme incidenti di questi mesi. Serve una maggiore educazione stradale e al rispetto, all’interno delle famiglie e delle scuole dell’obbligo, oltre che nelle autoscuole”, ha affermato Pierluigi Bonora, promotore dell’evento.

Introdurre un’ora obbligatoria di educazione civica potrebbe aiutare, secondo Lucia Vecere, Dirigente Ufficio Mobilità e Sicurezza Stradale dell’Automobile Club d’Italia.

Emilio Patella, Segretario Nazionale Autoscuole di UNASCA, invece ha proposto di modificare le regole su foglio rosa e rilascio della patente, giudicate troppo permissive, puntando sulla formazione.

SICUREZZA STRADALE, IL CONTRIBUTO DELL’ELETTRICO

Il discorso riguardo la sicurezza stradale non può prescindere dall’elettrico, l’alimentazione del futuro secondo Fabio Pressi, Presidente e Amministratore Delegato di A2A E-Mobility.

“Prevediamo di installare 22.000 colonnine al 2030, un terzo di quelle che ci si aspetta che saranno pubbliche. L’Italia è fanalino di coda, con crescita a una cifra, un ritardo in questo cambio di mentalità. L’infrastruttura a bassa potenza, diffusa e capillare, che vogliamo costruire avrà diversi vantaggi perché non impatta sulle rete elettriche, si può utilizzare anche per automobili endotermiche. L’alta potenza, associata alla precedente, permetterà di superare l’ansia da ricarica. Serve un cambio di passo delle aziende, lavoriamo con molti partner per portare le imprese verso questa transizione inarrestabile” ha affermato Fabio Pressi, Presidente e Amministratore Delegato di A2A E-Mobility.

Non è della stessa opinione Simonpaolo Buongiardino, Presidente di Federmotorizzazione, che ha definito un errore la scelta delle case automobilistiche di puntare sull’elettrico. Alimentazione che vedrà i cinesi sempre più protagonisti nel segmento delle automobili basiche, secondo il Presidente, finché le batterie non saranno più economiche, leggere e dureranno di più.

“Dopo le elezioni europee non ci saranno più certi movimenti che si sono messi al servizio dell’elettrico e si tornerà alla ragionevolezza”, ha affermato Buongiardino.

“Esistono diversi vettori per la decarbonizzazione della mobilità. Dobbiamo sviluppare tutte le tecnologie in cui il nostro Paese è leader. Affrontare il tema della mobilità con piattaforma intelligente, come il car sharing, è un’opportunità importante per ridurre l’impronta carbonica del trasporto. Il 25% del nostro parco auto circolante è precedente all’Euro 4. L’obiettivo è utilizzare meno ma meglio”, ha affermato Gianni Murano, Presidente di UNEM Academy IP.

IDROGENO, NON SOLO AUTO

L’idrogeno sta guadagnando sempre più spazio nella mobilità, ma non parliamo solo di automobili.

“I vantaggi dell’idrogeno sono la percorrenza e i tempi di ricarica, particolarmente convenienti per camion e autobus. L’auto a idrogeno singola probabilmente non ha senso, ma la situazione cambia radicalmente se parliamo di flotte. Inoltre, questo vettore può contribuire in particolare per l’aviazione e il trasporto su lunghe distanze. Dal 2026 i distributori da due diventeranno 58 grazie al Pnrr. I Trasporti pubblici locali hanno iniziato ad emettere ordini per autobus a idrogeno”, ha affermato Fabrizio Cardilli, Hydrogen Project Development Director SAPIO

“L’HVO è una delle alternative più importanti per la decarbonizzazione dei trasporti a lunga distanza. L’idrogeno permette di ricaricare il mezzo in pochi minuti, ma serve molta energia per produrlo, la stessa quantità con l’elettrico renderebbe il triplo. Sarò felice di portare i nostri camion a idrogeno in Italia se troviamo partner che riescano ad abbassare il costo dell’idrogeno per chilometro, è brutto dirlo ma è la realtà”, ha affermato Enrique Enrich, Presidente e Amministratore Delegato di Scania Italia.

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