Ad ottobre la Cina ha importato oltre 9mila tonnellate di terre rare dagli Stati Uniti, l’81% in più dell’anno prima
Nel mese di ottobre le importazioni cinesi di terre rare dagli Stati Uniti sono cresciute dell’81 per cento rispetto all’anno precedente: dalle 5148 tonnellate registrate nell’ottobre 2019 si è arrivati, due mesi fa, a 9340 tonnellate. Un record, da quando – nel 1995 – Pechino ha iniziato a rifornirsi da Washington.
LE IMPORTAZIONI DAGLI STATI UNITI
Le importazioni dall’America hanno ripreso a crescere da settembre, dopo il calo registrato lo scorso agosto – 1501 tonnellate –, quando si sono toccati i minimi dal marzo 2019.
Nei primi dieci mesi del 2020 la Cina ha importato 58.381 tonnellate di terre rare dagli Stati Uniti, il 55 per cento in più rispetto allo stesso periodo dell’anno prima (37.637 tonnellate). Sono cresciuti anche i prezzi medi delle importazioni, del 18 per cento, ovvero 1540 dollari per una tonnellata.
IL MOTIVO DELL’AUMENTO
La quasi totalità delle forniture è arrivata a Shenghe Resources, azienda specializzata nella lavorazione di questi minerali che ha ripreso le attività all’impianto di separazione di Leshan verso la fine di ottobre, dopo averle interrotte ad agosto a causa di inondazioni.
L’aumento delle importazioni cinesi è legato alla maggiore domanda di magneti in terre rare da parte del settore automobilistico nazionale, sostenuto – spiega Argus – dagli incentivi offerti dal governo.
LE IMPORTAZIONI DAL MYANMAR
Ad aumentare sono state anche le importazioni di terre rare dal Myanmar: da gennaio ad ottobre sono state il 24 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2019 (29.932 tonnellate contro 23.986).
Ad ottobre Pechino ha acquistato dal paese 546 tonnellate di carbonati di terre rare (+270 per cento su base annua), 932 tonnellate di ossidi di terre rare (+34 per cento) e 1447 tonnellate di composti di terre rare (ad ottobre 2019 erano appena 84 tonnellate).