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Tra petrolio e litio, l’Argentina fa gola a molti (Italia inclusa)

Con il ddl “RIGI”, il presidente dell’Argentina Javier Milei punta ad iniettare investimenti stranieri in quelli che considera settori strategici: produzione di petrolio e gas, estrazione mineraria e tecnologia

Il nuovo disegno di legge che consentirà lo sfruttamento di vasti giacimenti petroliferi sarà – gli ecologisti ne sono certi – il chiodo sulla bara dell’Argentina. “Siamo di fronte all’apice dell’estrattivismo, l’aggiustamento finale della vite affinché l’Argentina non sia più un Paese sovrano sul suo territorio”, ha commentato l’avvocato Enrique Viale.

LA NUOVA LEGGE PER LO SFRUTTAMENTO DEL PETROLIO

La legge in discussione al congresso nazionale argentino è progettata per attrarre miliardi di dollari di investimenti nell’industria del petrolio e del gas. Viale è presidente dell’Associazione argentina degli avvocati ambientalisti, una delle 50 organizzazioni della società civile che si oppongono al disegno di legge. Anche Ernesto López Anadón osserva attentamente l’avanzamento della legge. In qualità di direttore dell’Instituto Argentino de Petróleo y Gas (IAPG) – un think tank che conduce ricerche e analisi nel settore energetico – è interessato a capire quali saranno le ambizioni di petrolio e gas del Paese sudamericano.
Il disegno di legge – scrive il Guardian – andrebbe a vantaggio dell’industria del petrolio e del gas e dell’estrazione del litio, lasciando indietro qualsiasi seria ambizione di transizione energetica e mandando l’Argentina a capofitto nella corsa al petrolio del Sudamerica.

IL RUOLO DEI COMBUSTIBILI FOSSILI IN ARGENTINA

Come Brasile, Guyana, Suriname, Venezuela, Ecuador, Messico e alcuni Paesi caraibici, l’Argentina, sotto il governo del presidente Javier Milei – che nega la crisi climatica – scommette sul fatto che lo sviluppo economico e sociale dei prossimi decenni deriverà dai combustibili fossili e dai minerali. López Anadón ritiene che la nuova legge andrà a beneficio dell’economia, sostituirà le importazioni con le esportazioni di gas e gasolio e “ridurrà l’avversione dell’Argentina agli investimenti privati”, inserendo il Paese sulla mappa degli investitori globali.

Da quando è entrato in carica, nel dicembre 2023, Milei ha cercato di approvare un ampio programma di deregolamentazione economica e tagli alla spesa. Al centro di questa decisione c’è il nuovo meccanismo per attirare capitali stranieri – il Regime di Incentivi per i Grandi Investimenti (RIGI) – una legge che allenta le norme fiscali, doganali e di cambio valutario e offre stabilità fiscale per i prossimi 30 anni per chi investe più di 200 milioni di dollari in Argentina.

Con il ddl, Milei mira ad iniettare investimenti stranieri in quelli che considera “settori strategici”, essenzialmente produzione di petrolio e gas, estrazione mineraria e tecnologia. Il suo obiettivo finale è potenziare la risorsa di combustibili fossili più preziosa del Paese, la riserva Vaca Muerta, che rappresenta il principale giacimento petrolifero dell’Argentina.

IL VALORE STRATEGICO DEL GIACIMENTO VACA MUERTA

La riserva di Vaca Muerta sfrutta principalmente petrolio e gas di scisto e copre un’area di oltre 30.000 kmq nella provincia di Neuquén, a nord-ovest della Patagonia. La regione è considerata uno dei giacimenti di gas fossile più importanti del mondo e ha una delle capacità più promettenti del Sudamerica per espandere la produzione di gas e petrolio. Con oltre 1.000 pozzi attivi, ha attratto aziende multinazionali leader come Vista, Chevron, Shell, Petronas, Equinor, PAE, Tecpetrol, Exxon e Phoenix e YPF (Yacimientos Petrolíferos Fiscales, SA), la maggiore società energetica di proprietà statale.

A causa di una serie di modifiche, il RIGI dovrà tornare alla Camera bassa per il voto finale. Se approvato, entrerà in vigore entro la fine dell’anno. “È normale che gli investitori considerino l’Argentina un terreno difficile per effettuare investimenti a causa dei suoi problemi nel garantire la stabilità fiscale e monetaria, la possibilità di importare attrezzature e di avere riserve in dollari”, ha spiegato Benjamin Gedan, direttore del programma America Latina del Woodrow Wilson Center. “In questo senso, la RIGI potrebbe cambiare il contesto, rendendolo più favorevole agli investimenti esteri nel settore petrolifero”.

Dal 2022 al 2023 la produzione petrolifera dell’Argentina è aumentata del 27%, e alcuni ritengono che il Paese abbia il potenziale addirittura per quintuplicare la produzione petrolifera.

LA POLITICA SUGLI IDROCARBURI DEL PRESIDENTE MILEI

La politica sugli idrocarburi di Milei è molto apprezzata nell’industria petrolifera. “Con il suo approccio più liberale, l’attuale governo è riuscito ad aumentare il prezzo del petrolio del 120% in meno di due mesi, semplicemente con la svalutazione del peso”, ha affermato Daniel Dreizzen, direttore della società di consulenza Aleph Energy ed ex ministro dell’Energia del governo di Mauricio Macri.

L’Argentina esporta circa il 20% della sua produzione petrolifera, mentre il restante 80% è destinato al mercato interno. Se i piani di Milei dovessero concretizzarsi, l’aumento della produzione potrebbe portare ad un aumento del volume delle esportazioni. “Tuttavia, dipende dalla maggiore facilità di acquisto di input importati, un fattore chiave che potrebbe essere facilitato dalla dollarizzazione, così come dal potenziamento dei trasporti”, ha spiegato Dreizzen. Nonostante sia un elemento chiave della campagna elettorale del 2023, il piano di dollarizzazione dell’Argentina è stato sospeso a causa della mancanza di sostegno al Congresso, in cui il partito di Milei, La Libertad Avanza, non ha la maggioranza.

VACA MUERTA PROVOCA “UN NOTEVOLE INQUINAMENTO ATMOSFERICO”

Tuttavia, gli ambientalisti non vedono le cose in modo così ottimistico. Uno studio pubblicato dalla ONG argentina Fundación Ambiente y Recursos Naturales (Farn) ha rilevato che Vaca Muerta provoca un significativo inquinamento atmosferico derivante dall’aumento delle emissioni di gas serra, che entro il 2030 potrebbero rappresentare dal 57% al 67% delle emissioni nazionali del Paese.

La ONG parla anche delle emissioni di metano, del degrado del suolo dovuto all’erosione e alla contaminazione, del grave utilizzo e dell’inquinamento dell’acqua che portano a possibili crisi idriche e alla contaminazione da sostanze chimiche tossiche utilizzate nei processi di fratturazione idraulica.

Secondo i critici, Vaca Muerta pone anche dei rischi di sismicità indotta a causa dell’iniezione di fluidi di fratturazione e sconvolge le comunità locali. Lo studio cita problemi di salute derivanti dall’esposizione prolungata agli agenti inquinanti, dall’aumento del costo della vita, dalla frammentazione sociale e dagli effetti negativi sui territori indigeni senza un’adeguata consultazione.

GLI INTERESSI ENERGETICI DELL’ITALIA IN ARGENTINA

In Argentina ha molti interessi anche l’Italia, che punta a consolidare ancora di più il rapporto con Buenos Aires ed aumentare le attività commerciali, soprattutto nel settore energetico. Queste, infatti, sono le principali priorità emerse dall’incontro “Argentina: nuove opportunità nel settore energetico e della transizione produttiva”, promosso da ministero degli Affari esteri, Promos Italia, Ice, Camera di Commercio Italiana in Argentina, e svoltosi lo scorso 25 giugno.

Nell’occasione il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenuto in videoconferenza, ha dichiarato che “l’attenzione dell’Italia verso l’Argentina è massima. Nei prossimi mesi conto di andare in Argentina con una delegazione di aziende, dobbiamo fare di più”.

LE RISORSE DEL PAESE SUDAMERICANO

Il Paese del Sudamerica infatti ha ingenti risorse di petrolio, gas e rinnovabili, ma anche di litio, un mercato legato al business delle terre rare. “Le materie prime e le terre rare – ha spiegato Tajani – sono fondamentali per un Paese come il nostro: dobbiamo competere con la Cina, che gestisce tutto il settore delle materie prime e delle terre rare come il litio”. L’Italia, per competere a livello globale, dev’essere “più libera” nel commercio di queste materie prime, e la collaborazione con l’Argentina in questi settori diventa strategica.

I RAPPORTI TRA ITALIA E ARGENTINA

I rapporti tra Italia e Argentina sono tradizionalmente eccellenti, anche in virtù dei legami storici e culturali. Nel 2023 l’interscambio è stato pari a circa 2,3 miliardi di euro.  Attualmente nel Paese vi sono oltre 250 aziende italiane, dal settore manifatturiero (Fiat-Fca, Iveco e Pirelli) a quello energetico (Enel e Camuzzi Gas), dalle assicurazioni (Generali) al settore spaziale (Telespazio), dall’edilizia, infrastrutture e Oil&Gas (Techint, Ghella, Webuild/Salini Impregilo, Trevi, Mapei, Saipem) al settore alimentare e agricolo (Ferrero, Fratelli Branca, Campari, Arneg e Arag).

Inoltre adesso, con il nuovo corso del governo Milei, investire in Argentina potrebbe essere più semplice. Per la ministra Mondino, infatti, l’Argentina è “una terra di opportunità concrete: in 6 mesi di nuovo governo l’inflazione si sta riducendo velocemente, abbiamo ridotto la spesa pubblica, come fonte di crescita ci resta quella esterna. Le esportazioni sono il principale motore di crescita che avremo nei prossimi decenni. In Argentina tutto può crescere, e il governo aiuta questo nuovo corso cercando di modificare i problemi microeconomici”.

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