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Bitonci MIMIT

Addio Transizione 5.0, nasce “Industria 4.0 Plus”: il Governo studia un nuovo piano unico per digitale e green

Il sottosegretario al MIMIT Massimo Bitonci ha spiegato che “il Ministero sta lavorando su un impianto di Industria 4.0, ma tenendo buone tutte quelle innovazioni presenti in Transizione 5.0 e che non erano invece presenti in Industria 4.0”

“Malgrado l’iniziale lento assorbimento, i dati dell’ultimo trimestre fotografano una netta accelerazione dell’utilizzo delle risorse del Piano Transizione 5.0 e del risparmio energetico conseguito dalle imprese, abbiamo superato i 2 miliardi di richieste di prenotazioni”. Lo ha dichiarato il sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci, durante le interrogazioni a risposta immediata in Commissione Attività Produttive alla Camera, che ha aggiunto: “sotto il profilo degli obiettivi ambientali – ha aggiunto Bitonci -, i dati disponibili evidenziano che, rispetto alle stime iniziali, la misura genera il doppio del risparmio energetico atteso per ogni euro di credito d’imposta concesso”.

UNA MISURA PER UNIFICARE TRANSIZIONE 5.0 E INDUSTRIA 4.0

“Quanto al futuro – ha proseguito il sottosegretario -, confermo che è allo studio una misura volta a unificare gli obiettivi di digitalizzazione con gli obiettivi di decarbonizzazione ed efficienza energetica. Il Ministero sta lavorando su un impianto di Industria 4.0, ma tenendo buone tutte quelle innovazioni presenti in Transizione 5.0 e che non erano invece presenti in Industria 4.0. Vogliamo prendere gli elementi dei due Piani per creare un progetto di finanziamento per le imprese che sia innovativo e che guardi al futuro”.

INCENTIVI ANCHE PER LE IMPRESE ENERGIVORE

“Specificatamente – ha proseguito Bitonci –, stiamo pensando di inserire nella Manovra di Bilancio 2026 un nuovo incentivo che rappresenti un’evoluzione dei precedenti Piani e che possa essere finanziato in maniera strutturale con risorse nazionali. Finanziare la nuova misura tramite risorse nazionali agevolerebbe l’accesso delle imprese e consentirebbe di superare la regola europea del ‘Do Not Significant Harm’, cioè di non arrecare danno significativo agli obiettivi di carattere ambientale”.

“Senza il DNSH, anche le imprese dei settori energivori avrebbero accesso agli incentivi, e in questo modo potrebbero anche aumentare gli investimenti per mitigare l’impatto ambientale delle rispettive produzioni. Riusciamo così a risolvere uno dei problemi che ha reso difficile l’accesso delle imprese a Transizione 5.0 per via del suo legame al PNRR. La nuova misura prevederà un meccanismo di accesso semplificato, cin tempi di attuazione rapidi”, ha concluso.

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