La transizione non può prescindere dal gas, accumuli e rinnovabili non bastano a coprire l’aumento della domanda, mentre i prezzi restano appesi alle tensioni geopolitiche. A Bruxelles la sfida di rendere il percorso più equo e sostenibile. Cosa si è detto ne “L’Italia dell’energia che cambia: dialogo tra istituzioni e operatori sul futuro dell’energia. 2015-2025: il contributo di EP Produzione”
La transizione energetica non potrà fare a meno del gas per diversi anni. L’aumento della domanda non potrà essere coperto solo da accumuli e rinnovabili. Il prezzo del gas, però, è un tema da non sottovalutare in una situazione geopolitica così complicata. Elementi di cui Bruxelles dovrebbe tenere conto e rimodulare la transizione per renderla più equa e inclusiva, tutelando il tessuto industriale e l’occupazione. È quanto emerso durante “L’Italia dell’energia che cambia: dialogo tra istituzioni e operatori sul futuro dell’energia. 2015-2025: il contributo di EP Produzione”. Nel corso dell’evento di celebrazione dei 10 anni di attività del gruppo l’amministratore delegato, Luca Alippi, ha offerto una panoramica sui piani futuri: accumuli, rinnovabili, impianti termoelettrici sempre più performanti e, forse, nucleare.
PICHETTO: RINNOVABILI E IMPIANTI TERMOELETTRICI PER AUMENTO DOMANDA
Rinnovabili e impianti termoelettrici contribuiranno in maniera determinante a far fronte all’aumento della domanda di energia elettrica dei prossimi anni, spinta dal boom dei data center, secondo il ministro Gilberto Pichetto Fratin.
“Con il rafforzamento della generazione a basse emissioni; lo sviluppo delle fonti rinnovabili; la definizione di una disciplina aggiornata sulle aree idonee; il sostegno agli accumuli energetici, essenziali per il bilanciamento della rete, il Governo intende affrontare questioni cruciali per l’economia delle imprese e delle famiglie italiane. Nel futuro Decreto energia intendiamo inoltre intervenire su problematiche determinanti come la saturazione virtuale della rete elettrica e le autorizzazioni per i data center, che nei prossimi anni faranno crescere significativamente la domanda di energia. Per questo sarà ancora più necessario puntare sia su rinnovabili, sia su impianti termoelettrici sempre più performanti”, ha detto il ministro.
ALIPPI: INVESTIMENTI IN BATTERIE E RINNOVABILI E GAS, IL NUCLEARE SI VEDRA’
Rinnovabili, stoccaggi e gas come vettore ponte. È il mix che assicurerà il successo della transizione energetica, secondo Luca Alippi, Amministratore Delegato di EP Produzione. Il gruppo ha in programma un piano di investimenti 2025-2029 da oltre 500 milioni di euro. Fondi che verranno impiegati per lo sviluppo di nuove capacità, il miglioramento ambientale, le attività di decommissioning e manutenzione degli asset esistenti. Il nucleare stesso potrà dare un contributo alla transizione energetica, secondo Alippi. ma attualmente il gruppo non ha in programma impianti nucleari, oltre a quello già operativo in Slovacchia. Ma l’ad non chiude definitivamente la porta alla possibilità.
Sono già nero su bianco, invece, ulteriori investimenti in impianti di stoccaggio elettrochimico (BESS) con una pipeline superiore a 600 MW. A breve vedrà la luce la nuova unità a ciclo combinato nella Centrale di Ostiglia (Mantova), da circa 880 MW, la cui entrata in esercizio è prevista nel 2026.
“Sono stati anni complessi con molti cambiamenti. Abbiamo investito in impianti termoelettrici a gas quando ci credevano in pochi, ma anche in impianti a gas di nuova tecnologia. Stiamo investendo sulle batterie perché crediamo che per la transizione energetica serva un mix di fonti, con un ruolo crescente di stoccaggi e rinnovabili, ma non esclusivo. Il gas sarà una tecnologia ponte per i prossimi anni. Riguardo il nucleare vedremo, attualmente non siamo impegnati in prima persona anche se il nostro gruppo gestisce centrali nucleari importanti in Slovacchia”, ha detto Luca Alippi, Amministratore Delegato di EP Produzione, a margine dell’evento “L’Italia dell’energia che cambia: dialogo tra istituzioni e operatori sul futuro dell’energia. 2015-2025: il contributo di EP Produzione”.
IL NODO DEL PREZZO DEL GAS
L’ordine mondiale come lo conosciamo non esiste più e a farne le spese è il prezzo del gas.
“Paghiamo il gas al prezzo che si forma sui mercati. Sicuramente la situazione geopolitica rimane molto complicata e il prezzo del gas è superiore alla fase pre-Covid a causa della guerra in Ucraina e la crisi in Medio Oriente. L’ordine mondiale a cui eravamo abituati forse non c’è più, speriamo che si trovi un equilibrio positivo per tutti”, ha sottolineato Alippi a margine dell’evento.