Skip to content
minerali

La corsa agli armamenti monopolizza i minerali critici: 80,2 GWh di batterie in fumo

Un’inchiesta del Transition Security Project mostra il lato invisibile dell’escalation militare globale: il depauperamento delle risorse indispensabili alla decarbonizzazione. E gli effetti rischiano di essere irreversibili

La nuova corsa agli armamenti sta compromettendo la capacità globale di affrontare l’emergenza climatica. È l’allarme lanciato dal Transition Security Project, iniziativa congiunta tra Stati Uniti e Regno Unito, che denuncia come minerali critici indispensabili alla transizione ecologica sono dirottati verso la produzione di tecnologie militari sempre più avanzate.

IL PENTAGONO SI ACCAPARRA I MINERALI CRITICI

Il Pentagono sta accumulando enormi quantità di elementi come litio, cobalto, grafite e terre rare, fondamentali per pannelli solari, turbine eoliche, batterie e veicoli elettrici, secondo il Transition Security Project. Minerali sottratti alla transizione energetica. La corsa della difesa per le materie prime critiche si è intensificata dopo il “big beautiful bill” di Trump, la maxi-legge approvata dal presidente a inizio anno. Da allora, attraverso il programma del National Defense Stockpile, il Dipartimento della Difesa ha destinato miliardi di dollari all’acquisizione di minerali critici, motivando la scelta con la necessità di sostenere sistemi d’arma di precisione, piattaforme autonome basate su IA e infrastrutture di comunicazione militare avanzate.

Una strategia che, secondo il rapporto mette in competizione diretta gli usi militari con gli usi civili dei materiali chiave per la decarbonizzazione. Un fenomeno che non si limita agli Usa. L’aumento delle spese militari negli ultimi anni alimenta una spirale competitiva globale. Ogni Paese cerca di garantirsi accesso ai minerali strategici, rallentando la cooperazione internazionale sulle tecnologie pulite e creando nuove dipendenze e vulnerabilità.

COBALTO, 80,2 Gwh DI BATTERIE IN FUMO

Il dato più emblematico riguarda il cobalto, secondo il rapporto. Infatti, la Defense Logistics Agency prevede di accumularne 7.500 tonnellate, una quantità sufficiente a produrre 80,2 GWh di capacità di batterie, più del doppio dello storage operativo negli Usa, e a costruire 100.000 autobus elettrici. Intanto, il Pentagono resta il più grande emettitore istituzionale di gas serra al mondo: da solo produce l’80% delle emissioni federali USA, un livello superiore a quello di molti Stati nazionali.

“Ogni tonnellata di cobalto o grafite immagazzinata per fini militari”, avverte l’autrice del rapporto Lorah Steichen, “potrebbe invece alimentare la transizione energetica. Questi materiali dovrebbero accelerare la decarbonizzazione, non nutrire una macchina bellica insaziabile”.

TRUMP: “NIENTE CLIMATE CHANGE CRAP”

A marzo, il segretario alla Difesa Usa, Pete Hegseth, ha liquidato qualsiasi considerazione climatica con un post lapidario.

“Il Dipartimento della Difesa non fa le cavolate sul cambiamento climatico. Noi facciamo addestramento e guerra”. Una presa di posizione che cancella gli anni in cui il Pentagono riconosceva il clima come “moltiplicatore di minacce”. La transizione sostenibile perde così un prezioso alleato. Infatti, il bilancio annuale del Pentagono, vicino ai 1.000 miliardi di dollari, gli permette di orientare intere filiere industriali, secondo il rapporto. Dal 2023 ha finanziato o manifestato interesse per almeno 20 progetti minerari in USA e Canada, per quasi 1 miliardo di dollari, acquistando anche quote dirette in società minerarie. Un intervento in grado di distorcere domanda e offerta, assorbendo rischi che il mercato privato eviterebbe e rafforza la priorità militare nella gestione delle risorse.

“Il budget miliardario del Pentagono non protegge la sicurezza nazionale, ma un’infrastruttura di dominio globale. E lo fa a scapito della sicurezza climatica, che è la minaccia più grave per tutti”, ha commentato Khem Rogaly, co-direttore del Transition Security Project.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi

ads
Torna su