“In coro ricostruiscono la vicenda dell’alta velocità calabrese, costellata di stop and go e finanziata dal Pnc ma anche da altri fondi nazionali. È qui, sul fronte delle coperture, che si concentrano i problemi principali. A funestare il percorso dell’opera che originariamente avrebbe dovuto avanzare fino a Tarsia deviando il percorso costiero e addentrandosi nella pancia del territorio, snodo centrale anche per lo sfogo sullo Jonio, una falda acquifera che ha bloccato tutto. E così la linea, sulla carta, si sarebbe fermata a Praja con una rivisitazione dell’intero progetto che sarebbe stato declassato da linea ad alta velocità a potenziamento della linea esistente. «Secondo lo studio di fattibilità realizzato da Rfi e costato 35 milioni – spiega Caruso – erano stati individuati come prioritari gli interventi fino a Tarsia ma ora i piani sono cambiati ed è stato proposto un tracciato tirrenico da Praia a Mare a Paola». (…) Ma le soluzioni alternative, come quella Praja-Paola non convince il comitato: è una formula «non proponibile», con un «fortissimo impatto visivo» e comporterebbe la «definitiva devastazione del litorale»”, continua il giornale. (Energia Oltre – edl)
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