Il Tesoro americano si schiera contro l’accordo tra Gunvor e Lukoil, la svizzera ritira la sua offerta da 22 miliardi di dollari e il futuro della raffineria Isab è sempre più avvolto dal mistero
Gunvor fa marcia indietro sull’acquisizione degli asset internazionali di Lukoil. Il gruppo svizzero ha ritirato la sua offerta da 22 miliardi di dollari dopo l’accusa di Trump di essere un burattino del Cremlino. Un’accusa che poggia sull’antica amicizia tra Gunvor e Lukoil, legate dalla forte vicinanza a Putin. Come sottolineato ieri da Energia Oltre, la provvidenziale offerta per l’intero pacchetto di asset del colosso russo del petrolio e le indiscrezioni riguardo a un possibile interesse della società svizzera per la raffineria Isab di Priolo farebbero pensare, infatti, a un ritorno di fiamma.
L’ACCUSA DI TRUMP: GUNVOR “BURATTINO DEL CREMLINO”
Gunvor è “un burattino del Cremlino” e finché la guerra in Ucraina proseguirà, non otterrà la licenza per operare. È la dura accusa lanciata su X dal Dipartimento del Tesoro americano, profondamente contrario all’accordo di cessione delle attività internazionali di Lukoil. Parole che hanno spinto il colosso svizzero delle materie prime a ritirare l’offerta da 22 miliardi di dollari, quando ormai la sigla sembrava a un passo.
“Il presidente Trump è stato chiaro nel dire che la guerra deve finire immediatamente. Finché Putin continuerà con queste uccisioni insensate, il burattino del Cremlino, Gunvor, non otterrà mai la licenza per operare e trarne profitto”, ha scritto il Dipartimento del Tesoro in un post su X. Un’affermazione che ha rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, dopo che l’amministratore delegato Torbjorn Tornqvist ha dovuto ripetutamente rassicurare autorità di regolamentazione e legislatori sul fatto che l’accordo non prevedeva una clausola di riacquisto per Lukoil. Alla fine, Gunvor ha deciso di ritirare l’offerta a Lukoil, sottolineando però che quanto scritto dal Dipartimento del Tesoro Usa era “fondamentalmente disinformato e falso”.
L’ALLARME DELL’AD DI GUNVOR
È presto per affermare con certezza che Gunvor ha rinunciato definitivamente al piano di acquistare gli asset di Lukoil in cinquanta Paesi, che potrebbero diventare cinquantuno con l’eventuale acquisizione dell’italiana Isab di Priolo. L’amministratore delegato della società, però, ha sottolineato che lo stop all’operazione rischia di avere pesanti conseguenze per l’Europa centrale. Il timore è che, dopo l’entrata in vigore delle sanzioni statunitensi, possa verificarsi un’interruzione della fornitura di carburante nell’Europa centrale e orientale.
“L’entità di questo accordo necessita di un lavoro normativo. Non può essere completato in due settimane. Tutte le operazioni internazionali di Lukoil sono paralizzate. Nessuno può effettuare transazioni con loro. Sono in gioco molti posti di lavoro e la capacità di raffinazione potrebbe essere notevolmente compromessa”, ha dichiarato Tornqvist al Financial Times all’inizio di questa settimana.


